F1 2023: i 5 temi del campionato

Le vittorie Red Bull, la mancanza di una vera avversaria, la prima di Vasseur oltre che i destini di McLaren e Mercedes, per tacere della guerra fredda tra Liberty Media e Federazione: ecco cosa ci ha raccontato il 2023

08.12.2023 ( Aggiornata il 08.12.2023 10:16 )

Eppur si muove

Dalla Ferrari di Binotto alla Ferrari di Vasseur, nella speranza che non sia, ancora una volta, quella di Sisifo: quella che fa tanta fatica per arrivare alla cima del monte per poi ricadere giù. Ci perdonerà Fred se mettiamo lo spartiacque, a lui che si è sempre speso per dire che la Ferrari è la Ferrari, indipendentemente che ci fosse lui o Mattia al comando: un altro modo per dire che gli uomini passano, la Ferrari resta.

Ci sono stati inverni ancora più difficili rispetto a quello 2022-2023, quello della parte finale della gestazione della SF-23. La SF15-T, per fare un esempio, nacque da un terremoto: tra 2014 e 2015 cambiarono pilota di punta, team principal, direttore tecnico e addirittura presidente. Quello tra 2022 e 2023, per quanto mai facile da attutire, era invece il passaggio di testimone tra un team principal ed un altro, mentre tutto intorno l'ambiente restava prevalentemente quello di prima. Ai primi di marzo se ne sarebbe andato David Sanchez ed a stagione inoltrata, anche se con avviso di largo anticipo, il direttore sportivo Laurent Mekies: un qualcosa che spiega come, al di là delle apperenze, qualcosa stava mutando, dentro e fuori la Ferrari.

Eppur si muove, è questa la sintesi della prima annata al timone di Vasseur. La SF-23 è stato un progetto ereditato, la squadra, dal punto di vista delle risorse umane, un treno preso in corsa sul quale si poteva fare ben poco nell'immediato futuro: qualche nome è arrivato e altri arriveranno, ma gli effetti, in questa F1 sempre più dilatata nel tempo, si vedranno solo molto più avanti (basti pensare che il gardening leave di Binotto è terminato solo dall'1 dicembre). Eppur si muove perché qualcosa si è visto in questa Ferrari deficitaria, priva di ambizioni iridate sin dalle ultime sedute al simulatore (ma questo ce lo hanno detto dopo), ma almeno vogliosa di provarci: l'inversione di tendenza c'è stata, nell'approccio e nello spirito. Da un po' non si vedeva una Ferrari che chiudeva l'anno in crescendo, almeno tra stagioni in continuità regolamentare, eppure quest'anno si è vista: Zandvoort è stata una lezione morale ma anche pratica, perché da lì la Rossa ha sempre detto di aver “trovato qualcosa”. Nell'utilizzo della macchina di sicuro, poi migliorato con il fondo di Suzuka che ha restituito fiducia soprattutto a Leclerc, permettendo di ribilanciare le forze aerodinamiche sulla macchina a beneficio pure dell'anteriore, vera debolezza del progetto 675.

Le note positive, che ci sono al di là della enorme e non nascondibile delusione per questo campionato, sono che la Rossa ha saputo reagire in corso d'opera, cambiando pelle sin da Barcellona. Lì la squadra ha intrapreso una strada tutta nuova, che farà da base alla vettura 2024. Non poteva non essere un cambio di rotta indolore, e infatti le lezioni sono andate avanti fino allOlanda. La seconda parte di campionato ha raccontato di un buon recupero sulla Mercedes, che al di là della sconfitta nel Costruttori ha fatto sì che il Cavallino Rampante andasse in letargo con un po' più di fiducia rispetto alla casa dell Stella. Entrambe hanno cambiato direzione di sviluppo sulle loro vetture, tanto che sia la SF-23 che la W14 hanno cambiato la carrozzeria originaria, bocciando tutte e due la loro soluzione iniziale: Mercedes è cresciuta molto nella fase centrale, ma si è un po' smarrita nelle ultime gare ed a fine campionato erano in pochi a sorridere nel box di Toto Wolff.

Nel caso della Ferrari la soluzione delle “vasche” ha dato vantaggi soprattutto all'alba del nuovo ciclo tecnico, perché era la soluzione più immediata per avere più carico: tuttavia Red Bull ha insegnato che la soluzione downwash dava in realtà altri tipi di vantaggi, diminuendo il picco di carico assoluta ma aumentando di molto la funzionalità (e versatilità) della macchina. Tutte queste cose Vasseur le ha scoperte e decise insieme ad una squadra che per l'ennesima volta si trova di fronte alla parola “ripartenza”, senza avere ancora la certezza che sarà così. Tuttavia, chiudere l'anno con un pizzico di fiducia in più non guasta mai: eppure si muove, l'importante è non stare fermi.

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