Crashgate Singapore 2008, Massa cita in giudizio la FIA

Crashgate Singapore 2008, Massa cita in giudizio la FIA© LAT Images

Dopo mesi nei quali i legali di Felipe hanno cercato una conciliazione con la FIA sui fatti del GP di Singapore del 2008 e l'impatto sulla corsa al titolo mondiale, arriva la decisione di citare in giudizio la Federazione

12.03.2024 09:49

La battaglia di Felipe Massa per avere giustizia sui fatti che portarono a decidere il mondiale del 2008 finisce in tribunale. È la decisione annunciata dai legali che rappresenteranno il pilota brasiliano nella citazione in giudizio, in Inghilterra, della FIA, della FOM e di Bernie Ecclestone.

Proprio dall'allora "Supremo" della Formula 1 sono arrivate le uniche parole di commento alla vicenda, sulla quale FIA e FOM tacciono. "Se me l'avesse chiesto, gli avrei detto che citare in giudizio era assolutamente la cosa giusta da fare. Lasciare che sia una corte inglese a decidere cos'è giusto e cosa è sbagliato", le parole di Ecclestone all'agenzia di stampa PA.

I fatti

La citazione in giudizio presso l'Alta Corte di Londra è stata depositata l'11 marzo e punta al riconoscimento della violazione delle regole da parte della FIA, per la tardiva indagine sull'incidente provocato da Piquet nel corso del GP di Singapore.

Si dovrà arrivare all'estate del 2009 perché, quello poi passato alle cronache come il crash-gate, prendesse sostanza e si scavasse a fondo per stabilire la condotta del team Renault.

Un procedimento che costò a Flavio Briatore l'interdizione a tempo intedeterminato da eventi sotto l'egida FIA e a Pat Symonds la squalifica per 5 anni, entrambi figure al vertice di Renault Sport.

Decisioni maturate dal Consiglio mondiale FIA nel settembre del 2009, a seguito delle rivelazioni di Nelsinho Piquet sui fatti di Singapore, quando ricevette istruzione di causare un incidente in gara, così da avvantaggiare la strategia di Fernando Alonso. 

Massa: una gara rubata

Sui fatti di Singapore, lo scorso anno Felipe Massa, intervistato da Mario Donnini, su Autosprint, raccontava: "Sono venuto a sapere tutto del caso Singapore durante la stagione 2009, quindi con mesi di ritardo rispetto a quanto accaduto nel finale del 2008.

E l’ho subito considerata la più grande manipolazione mai avvenuta all’interno di una gara automobilistica, la quale è quindi diventata di fatto, a tutti gli effetti, una gara rubata. Non solo: al tempo io chiesi consiglio sul da farsi agli avvocati della Ferrari, ma loro mi risposero che ormai i mesi erano passati, il titolo era stato assegnato e non c’era più niente da fare. Per legge non si poteva più provare a cambiare le cose.

Ma quando, di recente (inizio del marzo 2023, ndr), si è venuto a sapere direttamente dalle parole di Bernie Ecclestone che le autorità sportive e tutti coloro che contavano erano perfettamente a conoscenza della frode sportiva perpetrata a Singapore - malgrado questo decidendo di non fare nulla, cioé di non annullare quella gara, al fine di non distruggere l’immagine della F.1 - be’, per me ciò è stato un vero colpo al cuore". Era lo scorso ottobre.

Le rivelazioni di Ecclestone

Già, ma cosa disse Bernie Ecclestone poco prima, sui fatti di Singapore 2008?

"Abbiamo deciso di non fare nulla, in quel momento. Volevamo proteggere lo sport e salvarlo da un enorme scandalo. All’epoca vigeva la regola che una classifica del campionato del mondo dopo la cerimonia di premiazione della FIA alla fine dell’anno era intoccabile. Così Hamilton ricevette il trofeo e tutto andò bene", le parole a F1-Insider.

"Ricevemmo abbastanza informazioni in tempo per indagare sulla questione. Secondo lo statuto, avremmo dovuto cancellare la gara di Singapore". 

La citazione in giudizione della FIA e i danni economici

"(...) Il signor Massa sta cercando una pronuncia che attesi la violazione da parte della FIA dei propri regolamenti, avendo mancato una rapida indagine dell'incidente di Nelson Piquet Junior nel GP di Singapore del 2008. Se avesse agito adeguatamente, il signor Massa avrebbe vinto il campionato Piloti in quell'anno. 

Il signor Massa chiede anche i danni per l'importante perdita finanziaria sofferta a causa dell'omissione della FIA, nella quale il signor Ecclestone e la FOM furono complici" è quanto si legge nella dichiarazione diffusa dai legali di Felipe Massa.

"I tentativi di trovare una soluzione amichevole sono stati senza successo, non lasciando al signor Massa altra scelta che l'avvio di un procedimento legale.

I recenti eventi dimostrano, naturalmente, che i temi della trasparenza e integrità in Formula 1 restano rilevanti. È chiaro che serve un lavoro serio per ristabilire la sua credibilità e il futuro sul lungo periodo".


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