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La scomparsa di Ted Toleman

Il patron dell'omonima Casa di F.1 nel 1984 aveva fatto debuttare nei Gp Ayrton Senna

La scomparsa di Ted Toleman

Mario DonniniMario Donnini

11 apr 2024 (Aggiornato alle 13:22)

Norman Edward “Ted” Toleman se n’è andato il 10 aprile scorso, a 86 anni. Da mesi era in cure palliative nelle Filippine e la sua scomparsa era nell’aria, anche se muove il cuore che sia avvenuta a pochi giorni dal 30esimo anniversario della fine di Ayrton, al quale aveva dato per primo l’opportunità di correre in F.1.

Senna e Toleman. Nomi che tornano vicini nella cronaca e sempre resteranno nell’immaginario emozionale, in eterna meraviglia per l’epifania stordente di Monaco 1984, nell’uragano. Quando “Beco” con la Tg 184 dotata del midesto motore turbo Hart impartisce to everybody - fatto salvo Bellof su Tyrrell -, una clamorosa lezione di giuda - Prost compreso -, giungendo secondi e rivelandosi al mondo.

Ted Toleman crede da subito in Ayrton, facendogli firmare un contrattone pure esagerato per un semplice rookie. D’altronde, quanto a intraprendenza, non aveva mai avuto remore. Per noi delle corse quella di Ted è l’incredibile storia della Toleman. Controcorrente, piccola, folle e aggressiva Casa costruttrice di Witney.

Senna e gli altri: dalla Toleman ai Titoli Mondiali

Anche se i giorni del marchio in F.1 terminano a fine 1985, presto i giocatori della nidiata mostreranno il loro valore.

Il nucleo di Byrne e Symonds, griffato Benetton, da fine 1989 corroborato da Briatore e dal 1991 dall’astro nascente Schumi, vincerà due mondiali piloti e uno Costruttori nel biennio ’94-’95, fino a trasformarsi in Renault nel 2002, per un nuovo ciclo vincente, stavolta con Alonso.

In fondo nel 1980, alla presentazione Toleman F.1, il Circus s’era stupito leggendo uno striscione dietro la scrivania dei boss che recitava così: «Toleman campione del mondo di F.1 198...». Era vero. Così come era vero, e lo sarà per sempre, che Ted Toleman resta un sognatore. Perfino malgrado le sciagure di famiglia, col figlio Gary ucciso nel 2003 in Sudafrica a sangue freddo, da una gang di quattro uomini, in circistanze mai del tutto chiarite.

Uno capace di correre in barca, a Le Mans e alla Dakar con una Metro 6R4 da 270 cavalli, a sfidare le Peugeot Gruppo B passati i cinquant’anni, salvo sfidare l’Atlantico con Richard Branson boss Virgin. Col solito talento visionario che gli aveva fatto dar efiducia a personaggi tipo Ayrton Senna, Derek Warwick, Bruno Giacomelli e Teo Fabi, così come a Rory Byrne, Pat Symonds and Ann Bradshaw.

Ha detto bene Stefano Domenicali, ricordandolo: le corse devono molto, a Ted Toleman.

Nel prossimo numero di Autosprint, dedicheremo al patron scomparso un lungo ricordo.

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