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A Silverstone, con Max la polveriera, tra silenzi colpevoli

In F.1 Verstappen sta esagerando, ma dall’alto nessun segnale e tutti muti

A Silverstone, con Max la polveriera, tra silenzi colpevoli

Mario DonniniMario Donnini

4 lug 2024 (Aggiornato alle 15:50)

La Formula Uno va verso Silverstone con un problema e al momento nessuna soluzione. La questione è semplice a descriversi. La fuga di Max Verstappen durata due stagioni e mezzo è finita. La testa del gruppo lo ha ripreso. Segnatamente, dalla partenza di Adrian Newey, la Red Bull RB20 è diventata prestazionalmente vulnerabile, attaccabile e battibile. Ci sono già riuscite in tre: prima la McLaren a Miami, quindi la Ferrari a Monaco e, ultima, la Mercedes in Austria. Ma a Spielberg la faccenda è andata in un modo strano, che non ha niente a che vedere coi valori in campo. E qui sta il problema: Max di fatto ha buttato fuori Norris, regalando la gara a Russell e alla W15.

E il punto è un altro. Ormai si è capito benissimo: tutte le volte che potrà e dovrà, Max continuerà ad applicare la sua legge spietata, che è quella di urtare o parcheggiare fuori pista chiunque azzardi un attacco nei suoi confronti.

Tutti sanno che è così. Il campione del mondo in carica non è uno che in pista lotta e si difende legittimamente. No. È tendenzialmente un intimidatore. Uno di quelli che vuole dominio territoriale sull’asfalto, come una belva in tana.

 

Max in pista? Impassabile!

Se vuoi scavalcarlo, devi approfittare di una Safety-Car benevola o di un undercut, sennò in pista lui di fatto è quasi impassabile. La verità? Nella peggiore delle ipotesi Max può diventare pericoloso (vedi ruotata sfiorata a Hamilton a Monza 2021 o vedi a Jeddah, lo stesso anno), nella migliore tende, difendendosi, a perpetuare comportamenti anti-sportivi (alias movimenti in fase di freanata) per scoraggiare o a eliminare l’avversario diretto dalla competizione.

Quel silenzio assordante

E quel che stupisce di più è il silenzio totale e assordante di tutti i signori della F.1, arbitri e Presidentissimi compresi.

Ma come, quando c’è da guadagnare oceani di dollari, la F.1 è piena di padroni e mammasantissima, ma quando c’è da intervenire per aprire una riflessione e dare un orientamento etico-sportivo su una situazione non solo potenzialmente delicata a scottante, tutti zitti. Tutti a guardare altrove.

In pista passano al pettine fitto qualsiasi cavolata, tipo una righina bruciata, enunciando teorie leguleie, ma le tramvate sistematiche no, quelle son cosine che capitano. In fondo, so’ ragazzi, no?

 

Clima rovente in una polveriera

Intanto si va a Silverstone, bomboniera incandescente, una polveriera, perché pista velocissima su cui la McLaren vola, la Red Bull sarà nel mirino e Max farà di tutto per difendere il gioco durissimo, circondato da un pubblico tutto per Hamilton, Norris e Russell.

In altre parole, stavolta correre con questi nodi mai sciolti è come accendere i fuochi d’artiicio in una centrale nucleare. Staremo a vedere. Intanto, mentre Norris e Stella della McLaren somorzano signorilmente i toni, Horner Team Principal della Red Bull ci va giù pari, puntualizzando che: «Max è un racer duro, probabilmente uno dei corridori più duri che ci siano in pista. Tutti sanno che se andrai a lottare con Max, lui darà il meglio di sé».

Fantastico. Autocritica zero. Peggio. Diciamo pure benzina sul fuoco, altro che presa d’atto che andando avanti così si rischia che qualcuno prima o poi si faccia male.

Lo stesso Horner rincara la dose sul confronto tra lo stesso Verstappen e Lando Norris, rivelando che:

«Ho capito che si sono già parlati, non credo ci sia nessun problema. Di sicuro, dalla prospettiva di Max, lui non cambierà di certo».

Facciamocene una ragione, ben al di là delle previsioni meteo: farà molto caldo, questo weekend a Silverstone, con possibili scintille esagerate.

Mentre i muti eccellenti continuano a tacere e Max Verstappen prosegue nel sentirsi autorizzato a fare in pista esattamente ciò che gli pare.

Speriamo bene.

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