Red Bull a una sola punta, Horner: "Perez sa che non è sostenibile"

Un annuncio per molti versi affrettato, quello del rinnovo di Sergio Perez in Red Bull giunto a Montecarlo. Una fretta che ha chiuso le opzioni potenzialmente più interessanti, forse mai davvero tali, perché un Carlos Sainz accanto a Max Verstappen, nell'attuale clima interno al team, non era lo scenario che garantisse maggiore "serenità".

Eppure, Perez continua a mancare all'appello. A Silverstone, l'ennesima qualifica sbagliata e una gara conclusa doppiato a 2 giri, 17°. Anche i più accaniti sostenitori della "linea Perez" per il secondo sedile in Red Bull, è naturale esigano un cambio di passo. 

Perché c'è una sfida nel mondiale mai così aperta e a più voci: Ferrari, McLaren e occhio a Mercedes. Secondo le anticipazioni dell'edizione olandese di motorsport.com, tra le clausole risolutive del contratto - un'opzione esercitabile da Red Bull - vi sarebbe il distacco massimo concesso da Verstappen: non oltre 100 punti alla pausa estiva e a fine anno. Viceversa, Red Bull potrebbe decidere altrimenti. Ricciardo, Tsunoda, Lawson sono i piloti che potrebbero rilevare Perez. 

Il test di Lawson aumenta la pressione

Intanto, a Silverstone anche Christian Horner non ha fatto mistero della necessità di cambiamento: "Lui sa che non è una situazione sostenibile questa in cui non ottiene punti. Dobbiamo ottenere punti con quella macchina, ne è consapevole. Sa qual è il suo ruolo e il suo obiettivo, perciò non c'è nessuno che desideri più di Checo ritrovare la propria forma". 

Lawson girerà a fine luglio per un run già in programma e Horner non nega come il test "fosse programmato da un paio di mesi e chiaramente adesso Checo si trova in un momento nel quale è sotto pressione. È normale in Formula 1, quando rendi al di sotto del potenziale, la pressione aumenta. Lui lo sa, ne è consapevole e il fine settimana di Silverstone non c'è stato nulla che sia andato a suo favore".

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