Quel favoloso triplete Ferrari

Quel favoloso triplete Ferrari

Da Monaco a Monza passando per Le Mans

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02.09.2024 02:31

Vittoria speciale per la Ferrari

Interdisciplinarietà, sfide totali, palcoscenici globali che propiziano non semplici successi ma vere e proprie imprese. Pietre miliari. Bandiere sulla luna.

Ottenute, come a Monza 2024, con la consapevolezza di non avere la più irresistibile monoposto del lotto, ma la certezza che a gestirla al volante e al muretto c’è gente capace di dare di più. Perché quando sai d’avere in mano la penna, il muose o il volante che stanno scrivendo in diretta una pagina di storia in un libro più speciale degli altri, finisce che frughi nell’anima e trovi luce, shining, coraggio e poesia che altri e altrove neanche immaginano.

La Ferrari per anni ha fatto ridere nei piani gara? Stavolta no. A Monza si libera dal complesso, perché mai trionfo fu più tattico-strategico e creativamente rinascimentale.

Leclerc era un braccino corto e una mente stretta per i piani di battaglia? No, Charles diventa il vincitore di Monza più algebrico della storia e con lui il riscattato muretto Rosso.

Il monegasco aveva vinto nel 2019 in Brianza con un motore riscontrato poi segretamente, ehm, diciamo così, non esente da rilievi? Okay, questa power unit qui però passa pure l’elettrcardiogramma sotto sforzo e l’esame prostatico.

La Ferrari sbagliava tutti gli aggiornamenti di pacchetto, addirittura autorifilandosi pacchi? Stavolta no. Pacchetto monzese e andare.

Vasseur ed Elkann in estasi per la vittoria di Leclerc a Monza

Elkann (con)vince!

Da quando c’è John Elkann al timone di vittorie sequenziali da leggenda non ce ne sono più, in F.1? Ma anche no, direi.

Avendo perso Cardile e non avendo guadagnato Newey, tutto il resto sarà noia e disperazione? Be’, stando ai fatti, potenziale ce n’è eccome. Perché con questo centro sontuoso e indimenticabile di Leclerc, la Ferrari si toglie dalla spalla e di torno non una sola scimmia, ma lo zoo intero, compresi i guardiani e le banane.

Poi si vedrà. Intanto, dovessi esprimere un desiderio, godrei solo a pensare alla Casa di Maranello che contatta Roger Penske per fornire pure lei un motore alla IndyCar del futuro, mettendosi in lizza anche alla Indy 500, con una Dallara tutta Rossa, a fili tricolori. Ma magari è solo un sogno personale, però tanto vale buttarlo là, perché anni fa, quando scrissi risognando la Ferrari in lizza Le Mans, poi è finita benino, no?

Ferrari vista paradiso

E, tornando alla realtà, c’era ormai nell’aria una domanda che ammorbava e cioè questa: quanto sarà depresso ora Hamilton pensando di abbandonare una Mercedes di nuovo vincente per una Ferrari senza Newey e priva di lucentezza? Contemplata la festa di Monza, penso a un Hamilton assai sereno, quasi emozionato, di sponda, nel vedere ciò che è successo.

E pronto a pensare, pure lui, che la Ferrari è una Casa né migliore né peggiore delle altre, ma un pianeta particolare e splendente. Il solo dalle cui orbite hai vista piena su universi che motoristicamente guardano al paradiso dello Sport.

(2/2)

Felicità Leclerc: "Non avrei mai pensato di vivere le emozioni del 2019, e invece..."


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