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Nella sfida a Verstappen, Lando riconosce un'esperienza da costruire nelle lotte in pista che possono decidere il mondiale. Il livello di guida è il migliore di sempre, dice e il fattore mentale sarà fondamentale
F.P.
14 ott 2024
Verstappen 331, Norris 279. Si riparte da qui, da Austin, da tre settimane di stop e lavoro intenso in fabbrica per introdurre le ultime novità tecniche che dovranno decidere la corsa al titolo.
Il GP degli USA rimetterà in pista la Formula 1 e la rincorsa di Lando Norris a un mondiale difficile ma possibile. Con il rischio che diventi un 2024 di recriminazioni sugli errori commessi e le occasioni mancate dalla McLaren risorta e vincente.
"Molti potrebbero pensare che la mia vita sia cambiata, ma non è così. La pressione mi ha assolutamente aiutato a diventare un pilota migliore, più completo.
Per la posizione in cui mi trovo da un po' di tempo, in ottica campionato, direi che sto vivendo e provando cose diverse che non avevo vissuto prima. Probabilmente sto lavorando più di quanto non abbia fatto in passato, su ogni aspetto e provando a migliorare ed eliminare più punti deboli possibile", racconta Norris, intervistato da The Athletic.
Prima volta in una posizione di corsa al titolo per Lando, contro un Verstappen avvezzo alla posta in palio e alla postura da assumere GP dopo GP, nonostante una crisi netta di Red Bull.
"Loro (Verstappen e Hamilton; ndr) hanno vissuto molte più esperienze, sono in Formula1 da molto più tempo, si tratta però semplicemente di vivere e gestire situazioni che io non ho affrontato. Non è tanto una questione di aver guidato più a lungo e guidare meglio, si tratta più che altro del prendere delle decisioni quando gareggi in certe situazioni.
Sento ancora che in quella domenica in Austria ho vinto probabilmente la battaglia del cogliere la lotta, sebbene non sia salito quel giorno sul gradino più alto del podio".
Verstappen e l'esodo da Red Bull: avremmo potuto gestirlo meglio
Business as usual, per Norris, in una sfida dove la gestione mentale ha un peso maggiore rispetto al cronometro: "Non sento di dover andare in pista con una visione del tipo: devo fare questa cosa perché sto lottando per il campionato. Non la penso affatto in questi termini. Si tratta soprattutto di esercitare a volte quel poco di pressione in più nel prendere le decisioni giuste, sapendo che certe decisioni possono avere un po' di rilevanza in più o maggiore significato.
Sto assolutamente guidando meglio adesso di quanto non abbia mai fatto prima. Aggiungi sempre qualcosa, poi però arrivi a un punto in cui vale di più qualcosa sul piano mentale e come approcci le cose, rispetto al guidare la macchina 2 due centesimi più veloce".
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