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Intervista esclusiva al team principal del Cavallino tra somme di una stagione appena conclusa e un 2025 tutto da vivere con la nuova line up Hamilton-Leclerc
Alessandro Gargantini
16 dic 2024 (Aggiornato il 17 dic 2024 alle 11:04)
"È stato un buon anno, abbiamo avuto una grande reazione dopo la pausa estiva. Ma non è bastato per battere la McLaren". Parola di Frederic Vasseur. È andata così, proprio così. Una frase per riassumere nove mesi vissuti tra l’estasi di vittorie come quelle epiche di Monza e Monte Carlo e momenti di difficoltà nei mesi estivi, dopo che l’aggiornamento di Barcellona aveva portato più guai che benefici. Settimane non facili, con una pausa estiva farcita da mille incertezze, nell’attesa di capire se dalla ripartenza di Zandvoort sarebbe stata tutta un’altra musica. Così è stato, a Maranello hanno saputo soffrire, rimanere compatti e reagire, ripartendo alla grande dopo aver migliorato la monoposto e risolto i problemi al fondo che rallentavano le SF-24.
Abbiamo incontrato, in esclusiva, il team principal del Cavallino proprio negli istanti conclusivi della stagione, quando si possono tirare le somme e ragionare lucidamente su quello che è stato e quello che non è stato. Nella consapevolezza che sono sempre i numeri che tracciano il confine tra una vittoria ed una sconfitta, tra una promozione ed una bocciatura. Sotto questo punto di vista, ed in tutte le metriche, i risultati sono estremamente superiori rispetto a dodici mesi fa: in termini di punti conquistati, strategie, esecuzione dei pit-stop, affidabilità. Sulla check list di fine anno troviamo solo miglioramenti. La Rossa ha volato molto più in alto, spesso più di tutte, altre volte andandoci molto vicino. Sul tavolo al termine dello spettacolare round finale di Yas Marina sono rimaste quattordici lunghezze da colmare, meno dei punti che attribuisce un terzo posto. Ma tanto è bastato a permettere alla McLaren di mettere le mani sul titolo Costruttori. È stata lotta vera, tirata, sentita fino all’ultima curva dell’ultimo giro di un Mondiale bello da impazzire. L’aver sfiorato l’impresa, non l’averla mancata, è il sentimento che si prova al termine di una stagione così, in chiusura di un round finale che solo la McLaren poteva perdere, ma Lando Norris è stato implacabile e non c’è stato niente da fare. La Casa di Maranello ha vinto nuovamente ai punti, alla squadra di Woking è rimasta la leadership. Ora ci sono tre mesi prima di ricominciare. Il mindset, lo spirito, il trend sono quelli giusti, quelli che fanno ritenere che anche nel 2025 la Scuderia Ferrari potrà giocarsela fino in fondo. Perché "tutti vogliono fare un lavoro ancora migliore, io incluso", confessa Fred, perché solo con questo spirito si può fare la differenza in un contesto estremamente competitivo, dove spesso due decimi decdono il primo dall'ottavo posto in griglia. E separano una gioia da una delusione.
L’anno prossimo sarà l’ultima stagione disputata con l’attuale regolamento tecnico. Dal 2026 ci sarà un pacchetto di nuove regole. Oggi, la Scuderia Ferrari è tornata a lottare per il titolo e ad essere estremamente competitiva. Come sta lavorando per proteggere questo status, state investendo nello staff ed in risorse per conservare la vostra leadership?
"Dobbiamo mantenere lo stesso approccio, lavorare in linea con il nostro DNA come stiamo facendo ora. Cerchiamo sempre di rafforzarci. Per quel che concerne l’arrivo di nuove risorse, è frustrante il fatto che ci vogliano tanti mesi prima che i nuovi assunti possano iniziare a lavorare con loro. Ma le regole sono queste e sono le stesse per tutti, anche se creano rigidita?. Abbiamo nuove risorse che abbiamo messo sotto contratto un anno fa e soltanto sei settimane fa hanno cominciato da noi. È un processo troppo lungo. Risorse reclutate l’anno scorso daranno il loro contributo soprattutto in ottica 2025 e 2026. Per avere in squadra persone come Jerome d’Ambrosio e Loic Serra, ci sono voluti quasi due anni. Dobbiamo tener presente che da un lato, con ventiquattro Gran Premi l’anno, dobbiamo lavorare per risolvere problemi immediati, entro i successivi due giorni; dall’altro, invece, dobbiamo pensare su altre risorse su un livello temporale di due o tre anni. Bisogna individuare le aree dove dobbiamo migliorarci nell’immediato e le risorse in grado di lavorare avendo come obiettivo la stagione successiva. Sappiamo bene che se assumiamo una risorsa nel mese di novembre, il suo lavoro si rifletterà sulla monoposto di due stagioni dopo. Il mio lavoro è quello di tenere un piede in ogni progetto, immediato o futuro."
A che punto siete per quel che concerne la preparazione della prossima stagione?
"Nel momento in cui pensassimo di essere a posto, sarebbe l’inizio della fine. Dobbiamo sempre cercare di crescere e migliorarci in termini di staff, di processi, di struttura, il sistema. Penso che abbiamo le idee chiare e le dinamiche sono positive. Abbiamo fatto la settimana scorsa un meeting focalizzandoci sugli obiettivi di medio termine. L’approccio è molto positivo, tutti sono coinvolti e determinati a migliorare le cose, introdurre cambiamenti con l’obiettivo di crescere."
L’anno prossimo arriverà Hamilton. Quale valore aggiunto si attende che porterà il sette volte campione del mondo alla squadra?
"Per quel che concerne Lewis, non è solo una questione di velocità, di sola pura performance. Porterà l’esperienza di un sette volte iridato che ha lavorato in squadre top. È molto positivo per un team avere qualcuno che porta esperienze diverse, soprattutto se del livello di Lewis. Dobbiamo avere il giusto approccio e trarre vantaggio dalle sue esperienze. È sempre importante provare ad imparare da chi viene da fuori, non importa se sia Hamilton o qualcun altro. Conosco Hamilton decisamente bene, conosco le sue motivazioni, il suo modo di lavorare. Non voglio fare paragoni con altri piloti, ma sono convinto che si inserirà perfettamente nel nostro sistema."
La Mercedes ha preso un rookie come Kimi Antonelli. Voi avete preso un sette volte iridatocome Hamilton. Cosa sta alla base di due scelte così diverse?
"Non ho la pretesa o l’arroganza di commentare le scelte di alte squadre. Penso che non ci sia una regola dietro a queste scelte, ma serve fare quello che in uno specifico momento è emeglio nel proprio contesto. Penso che Hamilton sia la miglior soluzione per noi oggi anche in ottica dei cambiamenti regolamentari del 2026. La Formula 2 sia un’ottima preparazione e che Antonelli sarà ben preparato, visto che ha fatto molti chilometri con le TPC cars. Ma a noi serviva Hamilton. Quest’anno in Formula 2 c’è stata l’introduzione della nuova monoposto e diverse squadre hanno faticato. I favoriti della vigilia erano Bearman e Martins. Invece, sono usciti altri nomi."
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