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Occhio al triangolo Rosso: lui, lei, l'altro!

In Ferrari non sarà per niente facile la convivenza tra Hamilton e Leclerc, anzi...

Occhio al triangolo Rosso: lui, lei, l'altro!

Mario DonniniMario Donnini

27 gen 2025 (Aggiornato alle 16:18)

Disturbo? In questo clima idilliaco, carino e tutto fru fru creatosi a seguito dell’arrivo di Lewis Hamilton a Maranello, c’è una realtà tosta e scomoda di cui è bene non tacere.

Hammer inizia la sfida più terribile della sua carriera approdando alla Ferrari in logica, inevitabile contrapposizione col compagno di squadra. Per lui il prossimo biennio iridato sarà una lotta in partita tripla: una sfida interna con Charles Leclerc per la supremazia nel team, una sfida esterna con i driver degli altri tre top team McLaren, Red Bull e Mercedes, per la vittoria nel mondiale e, infine, un indiretto e inevitabile confronto con l’eredità di Schumi, nel tentativo di ottenere l’ottavo titolo Piloti.

TRE SFIDE IN UNA

Qui e ora tanto vale ragionare solo sul primo dei tre cimenti, quello tra Hamilton e Leclerc, che parte come il più difficile e decisivo per entrambi. Anche perché la Ferrari ha la capacità, la serietà e le splendenti potenzialità per mettere a disposizione di entrambi lo stesso materiale al top, però è anche vero che, come sempre, qualsiasi squadra regina può offrire due abitacoli uguali ma un solo trono. Dunque Lewis e Charles dovranno convivere almeno due anni, ma molto prima tra i due si cercherà una precisa gerarchia cronometrocratica, puntocratica nonché politica e dopo che le cose diverranno chiare solo uno dei due resterà in piedi. E per l’altro nulla sarà più come prima.

Se Hammer prevale su Leclerc, Charles avrà poi il valore del gregario e ciao mare.

Se Leclerc prevale su Hammer, Lewis andrà fuori mercato da ultraquarantenne e fine della storia.

Il pari non è ammesso e non ci sarà.

Così quello che sta per cominciare non è né un cartone animato né un semplice raffronto di telemetrie ma una sfida totale tra due grandi picchiatori del volante, che hanno a ruolino kappaò inflitti e mai davvero subiti. Fin dalla prima annata in F.1 Hamilton, nel 2007, di fatto ha ridimensionato e mandato fuori dalla McLaren Fernando Alonso. Al di là dei tentennamenti del primo anno, Lewis ha anche prevalso su Button, quindi, passato alla Mercedes, ha incontrato il pur fortissimo Rosberg perdendo una volta sola, nel 2016, ma di fatto mettendo così tanta pressione a Nico, da consigliargli, vinto il mondiale, la scelta di vita di godersi fama, famiglia e ricchezza, evitando la rivincita.

Salto Bottas, materasso di lusso, e vado a Russell, che si è poi dimostrato coriaceo assai, anche se di fatto in tre anni, considerando la stagione finale molto difficile per il divorzio anticipato di Lewis da Wolff, c’è stata una tendenziale parità, al di là dei punticini, e ciascuno può dare la sua preferenza. A pugilato il verdetto sarebbe controverso, una split decision, cioè non unanime.

A PROPOSITO DI CHARLES

Più semplice parlare di Leclerc, il quale, dopo un’annata 2018 tranquilla alla Sauber, in Ferrari manda ben presto al tappeto il tetracampione Vettel e quindi si conferma più veloce di Sainz sul giro secco, pur accusando a volte problemi nel confronto della gestione gara. Anche se la leadership generale nella squadra è sua, all’interno di una militanza lunga stile Schumi, pur senza la gioia dell’iride. Ma in questo caso la colpa è solo di chi non gli ha dato una monoposto da mondiale, perché lui non ha mai buttato via niente.

Ecco, due così "menano forte" e fanno male, di mestiere. Sul piano psico-comportamentale sanno utilizzare media, cronometri, piste, briefing e strategie per infliggere colpi devastanti sia ai rivali che a chi ne condivide colori di militanza. Non conoscono a oggi soggezioni reali.

Parliamoci chiaro, una coppia del genere in Ferrari vede una poltrona per due. Si misureranno entrambi dando tutto, ma alla fine solo uno potra vivere bello comodo.

CONFRONTO APERTO E CALDO

E questo sarà lo shootout, il confronto diretto e la semifinale più drammatica nella saga recente della Ferrari, considerando che la sommatoria dei loro stipendi dà la cifra più alta nella storia della F.1.

Per questo, pensando a ciò che sarà, ritengo sia legittimo provare eccitazione, adrenalina, esaltazione ma anche un profondo, composto e immenso rispetto per entrambi, visto ciò che li aspetta.

Perché ha un che di agonisticamente infuocato, di politicamente raffinato e di esistenzialmente spietato. Poi, certo, l’interesse della Ferrari viene sopra tutto o tutti, ma il mondiale Piloti potrà vincerlo uno solo e in fondo a entrambi non interessa altro.

Poi, ovvio, c’è Lei. La prossima monoposto Ferrari. Se sarà competitiva, tutto quello che ho scritto fin qui ha senso. Se invece andrà manifestamente meno forte di una delle tre rivali, Hamilton e Leclerc non avranno granché da litigare.

Ma si può andare oltre, dicendo che la prossima Ferrari difficilmente sarà una ciofeca, perché ormai a fine ciclo tecnico è difficilissimo migliorare di tanto, ma pure peggiorare di netto. Quindi, anche se a Maranello si prenderanno qualche rischio, non limitandosi a lavare con la nafta il modello precedente, tutt’altro, pare difficile immaginare una Rossa che perde per strada mezzo secondo o più in tre mesi e mezzo di motori spenti. La logica dice due cose. La prima: lei, la Rossa per Lewis e Charles, dovrebbe essere capacissima di vincere.

L'UNO ALLERGICO ALL'ALTRO?

La seconda, Hamilton e Leclerc possiedono le caratteristiche per mandare fuori dai gangheri il compagno di squadra. Lewis è serafico, politico, felpato, Pucci Pucci mannaro, markeking, concavo, intelligente, furbo e sa mettere pressione a chi vuole, anche con una frasina innocente ma emotivamente intossicante. Ed è il re nei rapporti col team e nella gestione-gara. Tutto ciò che Leclerc teme di più, a oggi. Charles, di converso, è fumino, sbotta facile e sul giro secco è una belva sbranante. E quando è di briscola e si sveglia mettendo giù il piede giusto, poi non ce n’è per nessuno. E Hammer, a 40 anni, teme di più questo. La pura e aggressiva volontà di potenza del distruttore fresco.

In altre parole, per dirla con Superman, qua ciascuno è la kryptonite dell’altro, l’allergia acuta. Mai visto un derby così, a Maranello. Neanche Prost-Mansell. Ne ha avuto, di coraggio, il visionario Elkann. Ne dovrà avere, di bravura, l’allenatore Vasseur. E per la chiusa, la butto là sottovoce, toccando una montagna di ferro e carbonio, con due congiuntivi esortativi. 1) Vinca il migliore. 2) Il migliore vinca il mondiale.

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