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Ha senso, per Adrian Newey, buttare un occhio sulla AMR25? La logica fa pensare di no, perché c'è un'occasione troppo grande per partire subito forte nel 2026. Adrian lo sa, e la sua storia non mente
25 feb 2025
Il dilemma, forse, è più per gli altri che per lui. Perché Adrian Newey, di riprendere i progetti degli altri, non ne ha mai avuto troppo voglia. Non per pigrizia, ma per i propri schemi mentali: se non ho seguito il progetto dall'inizio, e non so le motivazioni alla base delle scelte principali del modello, preferisco non metterci mano. E' sempre stato uno dei suoi mantra, ed ora il dubbio viene: dare una mano già con la Aston Martin AMR25, oppure meglio dedicarsi subito alla AMR26 del 2026?
Fosse per lui, la risposta già l'avrebbe. Recentemente ha concesso un'apertura al team: "Sarò chiaramente concentrato sul modello 2026, su questo non ci sono dubbi. Ma se Lawrence vorrà che io partecipi anche sulla 2025, e se potrò davvero contribuire in qualche maniera, lo farò". Una disponibilità forse più di circostanza che di reale volontà: anche perché la Aston Martin all'imminente annata chiede qualche certezza in più a livello di organico, tra metodi di lavoro e affinità delle individualità, piuttosto che risultati e traguardi precisi. Il vero lavoro della Aston Martin nel 2025 sarà legato alla qualità degli sforzi dietro le quinte: perché se Newey è la punta di diamante, c'è tutta una fabbrica che deve trovare il ritmo giusto per operare all'unisono. Sono un gruppo che deve diventare squadra, un insieme di componenti che deve diventare un collettivo. E l'impegno sul 2025 avrà questo come focus principale: la AMR25 avrà il destino che avrà, senza grandi ansie ma nemmeno troppe speranze. Tuttavia, sarà una sorta di macchina laboratorio non tanto per le soluzioni tecniche, ma per le "prove generali" in vista della grande rivoluzione, quell'occasione che la Aston Martin non può fallire. Il 2025, dunque, sarà un grande lavoro di affinamento per abitudini e metodologie: perché è vero che la AMR26 la vedremo nel 2026, ma essa nascerà quest'anno, in questi mesi. E su questo compito, servono certezze che Aston Martin al momento non ha: vedere che le cose funzionano, creare una certa mentalità e trovare una certa fiducia nel lavoro quotidiano, sono ingredienti anch'essi importantissimi per far nascere una buona monoposto nel 2026.
Ma dicevamo di Newey. Lui, è chiaro, vorrebbe concentrarsi direttamente sul 2026; e la squadra, probabilmente, non butterà l'occasione di avere Adrian facendogli perdere "tempo" dando uno sguardo alla AMR25, macchina appartenente ad un ciclo tecnico comunque destinato ad esaurirsi. Ecco perché, anche se fa il "titolo" per i giornali, la AMR25 non è affatto la prima Aston Martin dell'era Newey: Adrian sbarcherà a Silverstone dal primo lunedì di marzo, dunque con la macchina già scesa in pista. Considerando che, rispetto ad altri, lavorerà con circa due mesi di ritardo sul progetto 2026, ecco che a Silverstone non avranno proprio niente da perdere: meglio che Adrian si concentri da subito sulla futura ARM26. Con il paradosso che, nel 2025, potrebbe essere più "sua" la Red Bull RB21 (pare che, prima di andarsene, abbia lasciato qualche accortezza in eredità) piuttosto che la AMR25.
Newey, del resto, non ha mai voluto seguire progetti di F1 a macchina già ampiamente sviluppata e difficilmente comincerà oggi, a 66 anni compiuti. Quando fu preso alla Williams, nel 1990, insieme a Patrick Head si mise subito a lavoro sulla FW14 del 1991 e la scelta pagò immediatamente: quattro vittorie nelle tre annate precedenti, sette successi nella sola stagione 1991. Andò in maniera simile con la McLaren, qualche anno dopo: arrivato nel 1997, Adrian si vocifera dette a malapena qualche dritta sulla MP4-12, concentrando tutto il suo interesse sulla rivoluzione regolamentare del 1998, quella che vide la sua MP4-13 portare a casa il titolo Piloti (con Hakkinen) e quello Costruttori.
In Red Bull ci è voluto un po' di più per vincere, ma la programmazione è stata la medesima: arrivato alla fine del 2005, Adrian non ha voluto saperne della RB2 del 2006, concentrandosi da subito sulla RB3 del 2007. All'epoca, la Red Bull aveva molto da mettere a posto tra personale ed infrastrutture, mentre nell'attuale Aston Martin c'è sostanzialmente già tutto: può essere un modo per accorciare i tempi nella scalata iridata.
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E quindi sì, il dilemma è più per gli altri. Adrian Newey punta al bersaglio grosso e si concentrerà subito sul 2026. Difficile che qualcuno, a Silverstone, gli chieda di perdere tempo con la AMR25. Perché saranno i grandi attesi, perché le aspettative sono enormi, perché dopo tanti investimenti, a Silverstone è tempo di cominciare a raccogliere i frutti. C'è tutto per fare bene, tra strutture d'avanguardia, personale qualificato ed una fornitura in esclusiva, quella della Honda, un aspetto sul quale Adrian ha sempre puntato. Non importa vincere subito, ma dare segnali incoraggianti sì. La prima vittoria è l'obiettivo minimo, il titolo l'obiettivo massimo. Poi, solo la storia ci dirà se il progetto Aston Martin è stata solo una scommessa di un ricco imprenditore oppure un impero costruito con competenza e pazienza prima della scalata al vertice. Come diceva un titolo originale di James Bond, quello 007 che di Aston Martin si intendeva eccome, il domani non mente mai.
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