Le squadre si preparano ad un'annata con doppia sfida: da un lato il campionato 2025, dall'altro l'esigenza di lavorare per il 2026. Ecco come si presentano ai nastri di partenza, con quali speranze e quali obiettivi

F1 2025, la guida al Mondiale: le squadre

E' roba da... "test" o croce, oppure è l'ora del "test", o ancora è un mondiale da fuori di "test". Giochi di parole e suggestioni per dire di una sessione di prove invernali che ha giocato tra il vedo e non vedo, tra il darci qualche indizio e niente più. Proviamo comunque a fare il punto in questa guida al campionato 2025, analizzando le 10 squadre che si apprestano ad affrontare la nuova stagione.
<h2>Sauber</h2>

L'augurio, per loro, è che il 2025 possa essere qualcosa di più di una lenta e lunga attesa. L'Audi ha già preso le chiavi di casa e dal 2026 prenderà anche il nome, che è tutto quel che resta della Sauber. La squadra, tuttavia, sta ancora affrontando il ritardo ingegneristico e organizzativo della vecchia guardia, nella quale negli ultimi anni c'è stata più confusione che altro: neanche uno come Seidl è riuscito a dare un'impronta, tant'è che è stato fatto fuori in fretta per far posto a Binotto. Il presente, insomma, è duro: si lavora tanto dietro le quinte ed all'attualità si chiede quel che si può chiedere. Evitare l'ultimo posto nel Costruttori, per dire, sarebbe già qualcosa: la C45 era una macchina critica da guidare nei test, e per quanto possa valere è stata l'unica a non migliorare il miglior tempo del team rispetto ad un anno fa. Auguri a Hulkenberg e Bortoleto.
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<h2>Williams</h2>

Seguiteli con attenzione, perché possono essere una bella sorpresa. La FW47, apparentemente un'evoluzione neanche troppo spinta della deludente FW46, in realtà a Sakhir si è fatta notare: hanno ammesso di aver tirato un po' più su il regime del motore (su richiesta Mercedes per valutare la potenza?), ed anche per questo sono usciti con il miglior tempo dai test. Tuttavia, non è solo apparenza: la FW47, al di là di qualche momento di imprevedibilità della monoposto che ha colto di sorpresa i piloti, pare nata bene ed anche se va cauta verso Melbourne non ha troppi timori di sfidare la concorrenza. Il vero lavoro la Williams lo sta portando avanti a casa, nel tentativo di recuperare l'enorme gap tecnologico e culturale che si è trovato di fronte Vowles non appena arrivato; tuttavia, con un Sainz in più e con una macchina che a livello di sospensione posteriore ha fatto un "doppio" salto (dalla pull-rod posteriore Mercedes 2023, mantenuta pure sulla macchina 2024, alla push-rod posteriore versione 2025), si può pensare di vivere una stagione più che dignitosa.
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<h2>Racing Bulls</h2>

L'obiettivo nel medio termine, come vuole la casa madre Red Bull, è provare a diventare i migliori del "midfield". Ci vuole un po' di tempo, anche perché la squadra si sta riorganizzando: da gennaio ha cominciato a prendere servizio il personale nella sede distaccata di Milton Keynes, quella che sorge di fianco alla sede Red Bull, ed anche questa è una novità i cui effetti saranno da valutare. Mentre chiude Bicester, a Faenza si continua a lavorare con spirito romagnolo guardando al futuro: Tsunoda è la certezza e si vuole aiutarlo a migliorare ancora, ad Hadjar si chiede innanzitutto di non sbagliare. La VCARB-02 pare solida, con un po' di sottosterzo da correggere ma promettente, avvalendosi della meccanica Red Bull 2024: un obiettivo reale, è quello di trovare più costanza, mancata nell'arco della passata stagione.
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<h2>Haas</h2>

Anche l'anno scorso nei test si sono concentrati solo sui long run e le cose poi si sono messe bene, perché sono passati dal 10° posto del 2023 al 7° del 2024, non lontani dalla sesta piazza. Per fare un passettino in più, Komatsu ha chiesto una crescita sul piano strategico e operativo, affermando che la sfida alla Alpine nella passata stagione avrebbero potuto vincerla se l'esecuzione ai box fosse stata migliore. Oltre che a cercare stabilità, con una VF-25 figlia di una VF-24 che aveva trovato una ottima guidabilità oltre che a una certa versatilità capace di garantire prestazioni costanti, il team principal nipponico mette alla prova le novità che lui ha voluto a livello di personale: tra gli altri ecco Laura Muller, il primo ingegnere di pista donna, che lavorerà con il neo arrivato Ocon. A proposito dei piloti, Esteban e Bearman compongono una bella coppia, con tanto potenziale: occhio però, a gestirli bene.
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<h2>Alpine</h2>

Ripartono da dove avevano finito, ovvero un 6° posto conquistato in extremis e da una A525 che ha molto a che vedere con la versione "B" della A524, quella introdotta in autunno inoltrato e capace di far fare un balzo al team notevole, sia in classifica che dal punto di vista prestazionale. La vettura nei test si è comportata bene, senza cercare il tempo ma dando buone sensazioni ai piloti: Gasly è una certezza, mentre Doohan dovrà non solo non far rimpiangere Ocon (facile da un punto di vista di equilibri interni, molto più complicato dal punto di vista della velocità espressa), ma soprattutto difendere il suo sedile dall'assalto di Colapinto. Che sia Jack o Franco, comunque, la vettura gemella di Gasly ospiterà uno con pochissima esperienza: può costare qualcosa nella lotta per le posizione nel Costruttori, graduatoria nella quale, se la Aston Martin si confermerà in crisi, il 5° posto sarà tutt'altro che fuori portata.
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<h2>Aston Martin</h2>

Sono stati test difficili da leggere, quelli della Aston Martin. I numeri dicono che la AMR25 non ha mai strappato tempi da capogiro e che soprattutto ha girato relativamente poco, di sicuro meno della concorrenza: 306 giri percorsi, a malapena due in più della Red Bull, ultima nella classifica del chilometraggio. La squadra, per il terzo anno di fila, si affida ad Alonso per il bottino grosso e chiede a Stroll di avvicinarsi il più possibile, ma tutto dipenderà dalla macchina: hanno chiuso quinti nel 2024, ma già l'anno scorso non erano più la quinta forza in pista. Cowell, nei test, non ha nascosto che ci siano parecchie aree nelle quali lavorare, anche se la guidabilità complessiva della vettura (vero punto debole del progetto 2024) sembra sia un passo avanti. Tutto da vedere, comunque: sogni di gloria, al momento, meglio non farli e rimandare tutto al 2026.
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<h2>Mercedes</h2>

In relazione alle aspettative, sono quelli che sono usciti meglio dai test insieme a McLaren e Williams. La W16 è stata la macchina in grado di coprire la distanza più lunga nel corso delle prove invernali, e quantomeno partiranno davanti in qualcosa, ovvero dalla maggior quantità di dati da analizzare. Chilometraggio a parte, sono le sensazioni che ha trasmesso la vettura le note positive che la Mercedes si è portata a casa: a parte la tendenza al bloccaggio all'anteriore, visto come qualcosa di ampiamente risolvibile, la vettura ha trovato guidabilità e soprattutto stabilità, uno dei mali principali della W15. Apparentemente risolti i guai al retrotreno, tra la tendenza sovrasterzante della macchina 2024 e soprattutto la sua incapacità di contenere le temperature sull'asse al posteriore. Questo sarà da verificare su altri circuiti "rear limited" e con temperature più alte, visto che Sakhir quest'anno è stato insolitamente "fresco": tuttavia, c'è fiducia all'alba di un mondiale in cui possono addirittura partire come seconda forza.
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<h2>Red Bull</h2>

Due certezze a Milton Keynes: una è che non hanno ancora risolto tutti i problemi, l'altra è che non bisogna mai sottovalutarli. La RB21, sulla quale si è lavorato moltissimo sulla meccanica e su tutti quegli elementi sottopelle non visibili, è più di una evoluzione, ma per il momento continua a fare fatica con il bilanciamento: è rimasta la "fatica" a ruotare nelle curve lente, oltre, pare, a godere di una finestra operativa ancora troppo ristretta. Vedere un team come il loro che fino alle ultime ore spende tempo mandando e rimandando in pista la macchina tra cambiamenti di assetto e vernice fluo non è un bel segnale, ma d'altra parte i test servono anche a questo: sperimentare al massimo il "dominio" di regolazioni che permette di trovare la miglior prestazione. Per effettuare certe verifiche, con Max hanno pure sacrificato la simulazione di GP, segno che avevano cose più importanti da valutare. Non partono dunque con i favori del pronostico, ma nemmeno spacciati: sono la Red Bull, storicamente brava a reagire in fretta, ed hanno Verstappen.
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<h2>Ferrari</h2>

L'euforia dell'ultimo mese prima dei test è stata malamente raffreddata dalle sensazioni dei test, che hanno avuto l'effetto di una doccia gelata dopo una sauna. Si sperava di andare a casa più soddisfatti dopo le prove invernali, ma se l'ottimismo di gennaio se n'è già andato, non significa che il pessimismo debba prendere il sopravvento. Leclerc ed Hamilton erano concordi: c'è del lavoro da fare, ma mica è tutto perduto. Le parole di Charles, inoltre, non vanno travisate: non aver ancora trovato il bilanciamento non vuol dire che la macchina sia necessariamente da buttare. Certo, bisogna trovare soluzioni in fretta: una macchina tendente al sovrasterzo che poi si ritrova a soffrire di sottosterzo quando le gomme finiscono, significa che ha un consumo anomalo all'anteriore. Non aver trovato la quadra in tre giorni non è un indizio positivo, ma nemmeno categorico sulle speranze iridate della SF-25: si va a Melbourne cercando il difficile equilibrio tra ansie e speranze, nella consapevolezza che sarà un mondiale lungo.
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<h2>McLaren</h2>

Come ha detto Vasseur, in questa stagione in cui tutti vogliono passare sul progetto 2026 il prima possibile, uscire bene dai blocchi vorrebbe dire già tanto. Loro hanno questa grande opportunità, perché è indubbio che il titolo di "favoriti" se lo siano preso nei test di Sakhir. Non vuol dire nulla, soprattutto all'alba di un mondiale così lungo e reso ancor più complicato dallo spauracchio delle nuove regole 2026. Tuttavia, hanno la bella opportunità di partire con il piede giusto e devono capitalizzare: la MCL39, un'estremizzazione della MCL38, pare molto buona e bisognerà vedere se team e soprattutto piloti saranno all'altezza della macchina che alla vigilia del campionato promette di essere da mondiale. I valori definitivi li avremo più avanti, ammesso e non concesso che, proprio come nel 2024, non cambieranno tra una pista e l'altra. Vedremo, ma la sensazione è che Norris e Piastri abbiano tra le mani una gran bella opportunità. 
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