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8 apr 2025
Certi campioni non si accontentano solo di vincere in pista. Diventano fuoriclasse anche con le parole. Come Max Verstappen che non è dotato solo di un piede destro gigantesco. Al quattro volte campione del mondo madre natura ha anche regalato una lingua che taglia più di una lama. A Suzuka, intervistato dalla televisione olandese, ecco cosa ha detto dopo aver trionfato e fatto a fettine le speranze di vittoria della McLaren: «Non voglio nemmeno pensare a cosa sarebbe successo se fossi stato su quell’altra macchina, in quel caso non mi avrebbero proprio visto! Probabilmente sarei arrivato già a Tokyo». Dopo un inverno di silenzi con tutte le attenzioni spostate verso altri lidi, l’olandese sembrava destinato a sparire dai radar, finalmente fuori dalla lotta per i piani alti della classifica, ridotto a più miti consigli da una Red Bull che pareva destinata a recitare soltanto un ruolo da comprimaria alla festa apparecchiata per tutti altri invitati. Senza fare proclami, sacramentando per una monoposto sulla quale c’è ancora un bel po’ da lavorare, Max sembrava non essere stato neanche invitato ai piani alti del Mondiale di F1. Già, come no? Guai a fare i conti senza Verstappen, il pilota che va oltre il valore della monoposto, l’uomo che si prende la rivincita sulla macchina e che guida come Belzebù innaffiato con l’acqua santa, l’unico domatore di una Red Bull che disarciona tutti gli altri fantini che provano di cavalcarla.
La sua quarta vittoria di fila sulla pista più tecnica di tutto il Mondiale, quella Suzuka che fa compiere contorsionismi quando si è in gara, è l’ennesimo capolavoro di un pilota che non ha alcuna voglia di abdicare dal suo regno di campione del mondo. È un trionfo che sa di impresa clamorosa con una vettura che non è certo allo stesso livello di una McLaren davvero impressionante. Un trionfo sul quale c’è la firma di questo 27enne dal carattere appuntito pronto a metterci sempre la faccia, che se ne frega del giudizio degli altri e va dritto per la sua strada coi modi spicci di quelli che sono cresciuti in fretta. Inavvicinabile, irascibile, irriverente, ma soprattutto dannatamente veloce e di nuovo ingaggiato per la conquista del titolo con un solo punto di distacco dal leader del campionato Lando Norris. Mentre il Mondiale si sposta da Suzuka a Sakhir, Verstappen si riprende il ruolo di assoluto protagonista e da domenica prossima in Bahrain torna a essere l’incubo di tutti, quel feroce, seriale, instancabile cacciatore di vittorie e al momento l’unico in grado di battere la McLaren. La squadra campione del mondo in carica continua la sua marcia sul gradino più alto e dopo tre round consolida la leadership nel Costruttori mentre la Ferrari, per la terza volta di fila, rimane giù dal podio non senza perdere la speranza di poter iniziare a racimolare qualcosa di importante che possa giustificare la grancassa suonata alla vigilia. C’è ancora tempo per poter rimettere in carreggiata la stagione, ma serve un cambio di passo che è difficile da immaginare adesso dopo tre Gran Premi tutti in salita e con un gap da recuperare a livello prestazionale abbastanza evidente.
Traditi da una Ferrari che finora non è stata all’altezza dei proclami invernali a scaldare il cuore c’è Kimi Antonelli. Cresce alla grande il bolognese che ha condotto la corsa per dieci giri nella girandola dei pit stop e ha siglato il giro più veloce su una pista dove non aveva mai corso, mostrando una precocità prestazionale che gli permette di togliere due primati proprio al satanasso Max Verstappen. Dopo i suoi primi tre weekend in Formula 1, Andrea si conferma quinto nella classifica generale con trenta punti all’attivo. Un bottino sorprendente per un pilota che è in piena fase di apprendimento, ed è questo l’aspetto che in Mercedes stanno apprezzando di più. Bravo Kimi, sei l’orgoglio di tutti quelli che ti hanno visto crescere!
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