Sarà il Bahrain che fa scaldare gli animi in casa Red Bull e favorisce discussioni accese e in pubblico. Un anno fa era il confronto tra Jos Verstappen e Christian Horner ad andare in scena, seguito dai colloqui tra Jos e Toto Wolff, plateali, ad alimentare voci e scenari di un futuro altrove per Max. Oggi è la figura di Raymond Vermeulen, manager di Max Verstappen, a essere “intercettata” mentre discute animatamente con Helmut Marko, secondo quanto riporta l’edizione britannica di Sky Sports F1.
Sakhir ha svelato una Red Bull in gran difficoltà a 7 giorni appena dal trionfo di Verstappen a Suzuka. Mancanza di prestazione della RB21, problemi nella gestione delle gomme, guai con l’attrezzatura al box che ha fatto perdere tempo prezioso a Verstappen e Tsunoda: il week end in Bahrain ha, probabilmente, rappresentato al meglio il concetto di “piovere sul bagnato”.
Non è una novità che a Max Verstappen vada garantita una monoposto vincente per convincerlo della bontà del progetto nell’era post-Newey (e non solo). Dopo il Gran Premio in Cina, a Milton Keynes si è tenuta una riunione tra tecnici e pilota per indicare gli aspetti critici della RB21 e presentare a Max un piano di recupero, con sviluppi che, per forza di cose, non potevano arrivare a Sakhir.
“Sappiamo di non essere competitivi, dovranno arrivare nuovi pezzi nelle prossime gare e speriamo che portino alla soluzione. Al momento siamo il quarto team e abbiamo molti problemi, il più grande è il bilanciamento e l’assenza di aderenza”, la sintesi fatta da Helmut Marko sui problemi della monoposto.
Una situazione che, inevitabilmente, alimenta i rumours sul futuro di Max. Accade da un anno - con Verstappen puntualmente a confermare l'impegno verso una Red Bull competitiva - e chiama in causa alternative le più disparate: Aston Martin, Mercedes, McLaren.
Se Max decidesse davvero di cambiare squadra troverebbe porte aperte ovunque, mentre altra cosa è valutare dove siano le condizioni tecniche in grado di garantire un progetto di vertice. Guardando al 2026 è a dir poco difficile pronosticare oggi chi potrà dare tali certezze. Nessuno?
Registrando l’attualità, invece, è la McLaren il posto al sole da desiderare, non a caso finito nei commenti di Max una settimana fa a Suzuka, quando ha alluso alla gara in fuga che avrebbe potuto correre se avesse avuto la MCL39.
Il compito che Red Bull deve svolgere con profitto è di rimettere in sesto la RB21 e trasformarla in una monoposto vincente, che possa sfidare la McLaren. È una reazione che vale come prova e dimostrazione agli occhi di Max che il ciclo non è tramontato con l’addio di una miriade di figure di vertice, tra le quali Newey è il nome più in vista.
“Fondamentalmente è andato tutto storto. Siamo partiti male, con troppo pattinamento quando ho rilasciato la frizione, poi nel primo stint ho sofferto degli stessi problemi avuti in qualifica e, in aggiunta, surriscaldiamo troppo le gomme rispetto agli altri. Considerando tutto, finire al sesto posto va bene. Realisticamente non era possibile ottenere di più anche con buoni bit-stop o con altre scelte di gomme”, ha commentato Verstappen al termine della gara di Sakhir. Un’analisi che non lascia molto spazio in assoluto a un recupero di prestazione in Arabia Saudita: “Al momento andiamo male nella gestione gomme, il bilanciamento non è dove voglio che sia e, su una pista come questa, tutto viene messo in risalto. A Jeddah il degrado gomme sarà in generale inferiore ma, se non gestisci bene le gomme, sarai in difficoltà su qualsiasi pista. Probabilmente soffriremo un po’ meno ma saremo comunque più deboli rispetto ai nostri avversari e dobbiamo tenerlo in considerazione.
La situazione è difficile, devi tenere duro, cercare di migliorare ma al momento è una situazione un po' bloccata. Speriamo di poter migliorare presto”.
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