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Ferrari, nessun miracolo a Santa Devota: a Monaco tutto ok, ma serve ancora pazienza

La SF-25 è andata oltre le (basse) aspettative della vigilia, ma per motivi precisi: svariati fattori hanno aiutato una macchina ancora non in grado di stare stabilmente al top
Ferrari, nessun miracolo a Santa Devota: a Monaco tutto ok, ma serve ancora pazienza
© Getty Images

La chiesetta di Santa Devota non ha fatto il miracolo, ma quantomeno ha teso una mano. Perché sarebbe potuto essere un weekend infinitamente più difficile per la Ferrari, alla quale invece, il GP Monaco, ha regalato quantomeno il miglior risultato stagionale. Numeri, nient’altro, che ad oggi fanno archiviare la tappa nel Principato alla voce “eccezione”, perché se la SF-25 è andata (molto) meglio del previsto, è perché sono atipiche le condizioni della corsa di Montecarlo.

Non è ancora il momento di esultare

Leclerc di sorridere non ne aveva troppa voglia, per due motivi: in primis perché Monaco è casa sua e qui vorrebbe vincere sempre, più che altrove; in secundis, è perché sa che la pista atipica della Costa Azzurra offre tutto tranne che la garanzia di avere una macchina vincente, proprio per la sua unicità. In altre parole, la SF-25 andrà su piste che potrebbero esporre ancor più le debolezze (lo dicevamo già di Monaco, ma ci arriviamo) del progetto, almeno fino a quando non arriveranno i correttivi, per cui Leclerc sa che per una domenica da leoni occorrerà aspettare ancora. Intanto, con i 28 punti del round monegasco, il Cavallino Rampante ha portato a casa il miglior bottino stagionale: utili intanto ad avvicinarsi alla Red Bull nel Costruttori, anche se il ritardo dalla McLaren (177 lunghezze) è già una voragine.

Perché la Ferrari è andata meglio del previsto

Perché la Rossa è andata meglio del previsto? Le ragioni erano già chiare dopo una qualifica in cui Leclerc ha mancato la pole per 109 millesimi. All’interno della Ferrari stessa, è bene ribadirlo, c’era un certo timore alla vigilia di Monaco, che in teoria avrebbe potuto esporre tutte le debolezze del progetto 677, carente soprattutto sul fronte della meccanica posteriore. Ebbene, ciò non si è verificato per una serie di fattori, a cominciare dal fatto che, essendo una pista tortuosa in tutti i suoi 3337 metri, a Montecarlo non esiste il compromesso tra curve veloci e curve lente, con macchine impostate per cercare di andare bene esclusivamente sulle seconde. Questo ha indubbiamente agevolato la Ferrari a trovare la quadra, che nei circuiti “veri”, per le sue debolezze, è costretta a ricorrere più di altri a compromessi. E’ inoltre nota la condanna della Rossa a dover girare più “alta” rispetto alla concorrenza: tuttavia a Monaco tutti sono costretti ad "alzare" la vettura, finendo per avvicinarsi a quell'impostazione a cui Ferrari è costretta più di altri a ricorrere. E siccome si sviluppa meno deportanza date le basse percorrenze, la Ferrari ha potuto finalmente permettersi di ammorbidire la meccanica posteriore, entrando probabilmente in quei target di progetto in cui la macchina riesce a sviluppare una buona trazione senza mandare in crisi il posteriore, caratteristica vincente sulla SF-24 dell’anno passato.

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