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GP Monaco, le pagelle: Norris tiene i nervi saldi, Leclerc sogna ma non basta. Racing Bulls e Williams, tutta strategia

A Monaco Norris resta freddo e non sbaglia, Leclerc sorride ma non troppo; Racing Bulls e Williams, la mossa è giusta
GP Monaco, le pagelle: Norris tiene i nervi saldi, Leclerc sogna ma non basta. Racing Bulls e Williams, tutta strategia
© Getty Images

Matteo NovembriniMatteo Novembrini

26 mag 2025 (Aggiornato il 27 mag 2025 alle 08:54)

Lando Norris: 10

E’ un po’ la gara della redenzione, perché è un successo che arriva a oltre due mesi dalla prima ed unica affermazione stagionale, in un periodo non facile e nella corsa che più ti propone l’angoscia di non dover sbagliare. Stavolta i nervi sono saldi, il sorriso genuino, la soddisfazione sincera: “E’ un sogno che si avvera”, dice. L’altro sogno è quello del titolo mondiale: nonostante qualche svarione è ancora a -3, può farcela. Ha dimostrato che non è ancora tempo, in McLaren, di stabilire gerarchie predefinite.

 

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Charles Leclerc: 9

A Monaco è stato davanti in ogni turno, pensate un po’, dalle FP2 del 2024 fino alle FP3 del 2025: fanno sette sessioni, di qualunque valenza, chiuse al vertice consecutivamente. Normale che pure un 2° posto, ovvero il miglior risultato stagionale, equivalga nel suo animo quasi ad una sconfitta, anche se non lo è affatto. Voleva vincere, perché è casa sua e perché con questa SF-25 meglio volare bassi con le aspettative, e chissà quando ricapiterà un’occasione così. Passa la notte ad immaginare un pertugio per il sorpasso, la verità è che non c’è proprio modo di passare a parità di condizioni.

 

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Racing Bulls: 8

Sul fronte strategico, quest’anno, hanno sperperato punti (Melbourne, Shanghai…) e l’impressione è che la tattica non fosse un loro punto di forza: e invece sono stati i primi ad intuire il potenziale di un gioco di squadra forse estremo ma pienamente legittimo, il quale si prestava perfettamente alla regola delle due soste obbligatorie. Così, mentre Lawson rallentava il gruppo, Hadjar metteva margine sugli inseguitori, poi lo stesso Lawson (sfruttando pure il rallentamento di Sainz per favorire Albon) ha potuto permettersi due soste ravvicinate ed in tranquillità perché, avendo tenuto compatto il gruppo, nessuno degli inseguitori aveva potuto fermarsi pena andare nel traffico. Chapeau.

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