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1 giu 2025
Per una volta, erano stati sicuri al limite della spavalderia. "La direttiva tecnica? Non ci toccherà". Lo dicevano senza vera spocchia, ma con sicurezza. Lo diceva Andrea Stella e lo diceva Rob Marshall, che con la flessione delle ali mandava ai matti tutti già quando era in Red Bull. Ne erano sicuri, dicevamo, perché loro sono la McLaren e, è evidente, sono quelli che hanno interpretato meglio questa fase dei regolamenti, dove ogni macchina prova ad essere al limite in ogni area.
Il Gran Premio di Spagna assomiglia ad una pietra tombale sulle speranze altrui, e da un lato è anche giusto così. Non doveva essere un "game changer" questa direttiva tecnica aggiornata, non doveva essere un cambio delle carte in tavola. Non sarebbe stato giusto per una McLaren che aveva fatto semplicemente meglio in tema di aeroelasticità e che si è dimostrata forte, anzi fortissima, anche alla prima gara dell'introduzione della nuova DT, più restrittiva in fatto di flessione dell'ala anteriore.
Non è cambiato il quadro e non è cambiato il volte del mondiale, come troppo ottimisticamente avevano sperato gli avversari di questa McLaren. Tra chi ha mantenuto lo stesso disegno irrobustendo l'ala e tra chi ha puntato direttamente su un nuovo disegno (perché la flessibilità cambiava anche, almeno in parte, i flussi attorno alla macchina), McLaren è rimasta complessivamente la migliore, per di più su una pista tecnicamente validissima per la competitività assoluta delle monoposto come Barcellona. Alla fine, gli effetti ci sono stati, in alcuni casi con un bilanciamento da ritrovare (McLaren nelle FP1 ha infatti testato due versioni di ala posteriore differente, optando per quella meno carica provata da Norris, mentre quella più carica aveva dato un po' di sottosterzo a Piastri), ma niente che abbia veramente cambiato volto al quadro tecnico della griglia di partenza 2025. In estrema sintesi, le ali meno flessibili hanno portato un po' di sottosterzo nel lento ed un po' di sovrasterzo nel veloce (perché flettono meno e, di conseguenza, offrono più carico di prima nelle curve veloci, quando si sente l'effetto dell'aeroelasticità), ma niente di trascendentale. Tra chi ha condannato senza indulgenza la decisione della Federazione Internazionale, Lewis Hamilton: "La nuova direttiva? Non è cambiato nulla. E' stato solo uno spreco di soldi".
Che non fossero le ali flessibili, il "segreto" della MCL39, se ne erano accorti un po' tutti. Era legittima la speranza che la maggiore severità dei test statici avrebbe potuto limare parte di quel vantaggio della macchina di Woking, ma era utopistico pensare che avrebbe impattato in maniera definitiva nella scala dei valori. Red Bull non era lontanissima, ma ha perso su una delle piste dove in teoria la RB21 sarebbe dovuta essere più vicina alle MCL39, mentre la Ferrari e la Mercedes inseguono ancora a distanza di sicurezza, se l'obiettivo dovesse essere diventare le prime della classe. Questa DT, dunque, è stata ridimensionata non solo dalle parole della McLaren, ma soprattutto dai fatti della McLaren. "Il nostro segreto sono le persone", è stato il commento a caldo di Andrea Stella, ed è il più bel complimento che potesse fare a tutto il personale di Woking.
Con una McLaren che vola indisturbata nel Costruttori, con una MCL39 che ha superato a pieni voti anche l'ostacolo della direttiva, la faccenda iridata assume sempre più le sembianze di un confronto interno tra Oscar Piastri e Lando Norris. Uno scenario che prima o poi si profilerà in tutto il suo agonismo, che porterà il muretto a gestire una situazione che si farà sempre più calda. Ne è consapevole Stella, che ha parlato di come il confronto interno è all'orizzonte, "per il corso naturale delle cose", e che il momento indubbiamente prima o poi arriverà. A quel punto starà alla squadra gestire la situazione, nella consapevolezza che, se tutto diventerà una questione interna senza terzi incomodi, sarà una sfida indubbiamente più facile da affrontare.
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