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23 giu 2025
Non sarà un riequilibrare perfetto delle prestazioni, di certo non è un BoP, ma il meccanismo deliberato dalla FIA in materia di recupero delle prestazioni per i motoristi che dovessero trovarsi in difficoltà dal 2026 è una sorta di livella che punta a contenere entro il 3% le differenze di potenza massima prodotta dal motore termico. Che, ricordiamo, è solo una parte della potenza complessiva, essendo per metà erogata dal sistema ibrido e l’MGU-K.
Al Consiglio mondiale del motorsport FIA tenutosi a Macao sono stati ratificati i regolamenti tecnici, sportivi, finanziari e operativi in relazione al mondiale di F1 2026 e le stagioni successive, per un ciclo di omologazione delle power unit che coprirà dal 2026 al 2030 e darà ai motoristi la possibilità di intervenire per migliorare la potenza del motore termico.
Indicato dal regolamento tecnico come Additional Development and Upgrades Operation, il meccanismo prevede che ogni motorista possa chiedere alla FIA di sviluppare la parte termica della power unit dopo il quinto GP stagionale e ricevere dalla Federazione l’ok a interventi. Sarà l'unica finestra temporale concessa annualmente per chiedere lo sviluppo del motore e ottenere il via libera. Gli interventi potranno avvenire sui componenti del motore termico previsti dal’Appendice 3 al regolamento tecnico.
Ovvero, del motore termico potranno essere aggiornati - tra gli altri - la camera di combustione, lo schema di iniezione, la linea di scarico, il turbo e accessori collegati (valvole pop-off e wastegate). Sarà possibile lavorare allo sviluppo per 12 mesi successivamente all’ok dato dalla Federazione dopo la quinta gara.
La condizione per poter intervenire è che il motore termico di una power unit sia meno potente del miglior propulsore termico del lotto di oltre il 3%. Il dato è relativo alla potenza media delle power unit fornite da un motorista ai team clienti e quanto dichiarato dal motorista - sulla base dei dati relativi ai primi 5 GP della stagione - deve coincidere con i dati rilevati dalla FIA.
Inoltre, la Federazione potrà intervenire se, nell’arco dello sviluppo concesso su 12 mesi, il motore termico del costruttore “in difficoltà” dovesse arrivare a un vantaggio tecnico ritenuto ingiusto rispetto al propulsore più prestazionale.
Per riuscire nel recupero di prestazione, ogni motorista riconosciuto indietro di oltre il 3% sulla potenza del motore termico avrà un extra del 30% di tempo spendibile al banco, rispetto alle ore concesse ai motoristi dall’articolo 5.2.7 del regolamento operativo. Nel dettaglio, le ore previste di test al banco sulla parte termica della power unit sono 710 nel 2026, per poi ridursi a 410 ore nel 2027, ’28, ’29 e ’30. I test al banco sull’Energy Recovery System, invece, non avranno alcuna restrizione oraria.
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