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7 lug 2025 (Aggiornato il 8 lug 2025 alle 08:13)
“Enjoy it!” gli diceva mamma Cisca mentre lo teneva per il casco giallo e nero. Lo guardava attraverso la visiera alzata e gli diceva “enjoy it”, goditela. E siccome i consigli di mamma vanno sempre ascoltati, Lando Norris se l’è goduta. Più dell’Austria, perché quella era una gara come un’altra (seppur su una pista che adora) e perché l’erroraccio di Montréal era ancora troppo vivido nei pensieri. Silverstone, no: Silverstone è un sogno che si avvera. E come un sogno che si avvera, può non essere esattamente come te lo eri immaginato, ma di certo è qualcosa che non ti dimenticherai.
Lando Norris non se la dimenticherà, la sua vittoria di Silverstone. Non si dimenticherà il pubblico, non si dimenticherà la tribuna a lui dedicata, la “Lando stand”, non si dimenticherà il momento in cui ha tagliato il traguardo da vincitore. Per un pilota inglese che corre su macchina inglese, di meglio che vincere la tappa inglese può esserci solo una cosa: il titolo mondiale. E Lando lo ha detto, nell’euforia immediatamente successiva alla bandiera a scacchi: “E’ tutto ciò che ho sempre immaginato, a parte il titolo”. Ecco, perché quel titolo il cui pensiero lo stava forse mettendo un po’ in crisi, oggi è tornato ad essere vicino come non mai. Era a -22 dopo il Canada, è a -8 oggi: ha recuperato 14 punti in due gare e l’inerzia di questo mondiale si è spostata ancora. Lo farà, probabilmente, tante altre volte: perché questo è un mondiale che vive anche e soprattutto di errori, oltre che di prodezze. Lando ne ha commessi, sia gli uni che le altre: ha sbagliato in Canada, ha sbagliato qualche volta in qualifica, ma pure Piastri, tra Melbourne e Silverstone (curiosamente, le due gare di casa della coppia di Woking), sul tavolo ha già lasciato parecchi punti. Se in un campionato asfissiante, di 24 gare, essere sempre al top è umanamente impossibile, minimizzare gli errori è ciò che si deve fare per emergere sull’altro. Hanno sbagliato tutti e due, anzi tutti e tre, perché in questo mondiale è ancora in gioco pure Max Verstappen: lui non si sente in lotta, e per quanto 69 punti di ritardo siano tanti, forse non è ancora detta l’ultima parola. Di certo, quanto possano pesare gli errori, Max lo sta scoprendo sulla sua pelle: nelle ultime quattro gare ha raccolto la miseria di 29 punti (2 in meno rispetto all’amico Hulkenberg), perdendo tanti punti per colpe non sue (in Spagna la penalità l’ha presa lui ma il team è stato complice con scelte sbagliate, in Austria è stato messo incolpevolmente ko ed in Inghilterra, testacoda a parte, era comunque vittima di una RB21 che con quell’assetto da basso carico aerodinamico non stava in strada), ma intanto la vetta si allontana.
E quindi cos’è, a preoccupare Max? Il distacco in classifica certo, ma soprattutto le prestazioni. Perché mentre la Red Bull si affanna a portare pezzi nuovi ed a scommettere di brutto sull’assetto, la McLaren può permettersi di portare il primo aggiornamento al fondo solo alla 12° gara e di testarlo appena per pochi giri nelle libere, perché “abbiamo sempre fatto così”. La verità è che la McLaren non ha la minima esigenza di spingere sugli sviluppi, e può permettersi sia di lavorare di fino, come sulla sospensione anteriore, sia di prendersi tutto il tempo che vuole per un nuovo fondo, che in teoria è il pezzo per cui ogni squadra è disposta a fare gli straordinari e le corse contro il tempo. Loro no, perché non ne hanno esigenza: Spielberg e Silverstone, semmai ce ne fosse ancora bisogno, hanno chiarito il perché. Due gare dominate, senza storia, con distacchi irrisori: a maggior ragione sotto la pioggia inglese, con un carico da paura che permetteva alle due MCL39, una volta senza Max a lottare, di viaggiare con una media di 2” sul giro di vantaggio. Quando è così, non ce n’è e non può essercene per nessuno.
Per cui, a meno che non avvenga un miracolo, questo titolo sarà una questione tra Lando Norris e Oscar Piastri. Per il regolamento di conti c’è tempo, anche perché prima di avere gli inevitabili problemi di una lotta intestina, prima Andrea Stella vuole godersi il più possibile una classifica Costruttori che recita +238 sul primo inseguitore (si fa per dire): la Ferrari. Poi, sarà tempo di sciogliere le briglie e vedere chi è il migliore. Intanto, visto quanto sia pazzesca questa macchina, non solo a Norris ma pure a Piastri conviene seguire il suggerimento di mamma Cisca: enjoy it. Godetevela. Perché macchine del genere, ci sentiamo di aggiungere, non capitano tutti gli anni.
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