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9 lug 2025
A Silverstone, quando Christian Horner dichiarava che la carriera di Max Verstappen in Formula 1 si sarebbe conclusa con Red Bull, era inevitabile chiedersi in quale contesto questo sarebbe stato possibile. Ovvero, con chi al vertice del team?
Ecco, gli eventi di un mercoledì estivo probabilmente chiariscono lo scenario. Scaricare Horner per trattenere Verstappen e “convincerlo” a rispettare un accordo che lo lega a Red Bull ancora fino al 2028?
Nella fase più calda della vicenda relativa al “comportamento inappropriato” verso una dipendente, si era subito dopo il GP del Bahrain nel 2024, Jos Verstappen tuonava all’indirizzo del team principal, iniziando una fase di aperta critica che ha lasciato alle cronache le seguenti sfuriate:
“C'è tensione qui finché lui resterà in carica. La squadra corre il rischio di finire in pezzi e non può andare avanti in questo modo. Esploderà”. Quattro marzo 2024.
"Mi pare che il periodo di dominio di Red Bull sia giunto al termine. Ci saranno sicuramente altre piste sulle quali Red Bull tornerà a fare bene, però sono molto curioso di scoprire come risolveranno questi problemi”. Era il 28 maggio, dopo le difficoltà a Montecarlo.
“Ci sono persone valide in uscita dal team e sono molto insoddisfatto di quel che sta accadendo. La situazione è seria e non si può più indorare la pillola. Max non è soddisfatto di una macchina del genere, spetta a Horner adesso riportare la squadra in pista”. Così il 27 agosto, dopo il GP d’Olanda. Tanto basta per toccare tutti i temi della crisi del team, tra vicende personali, difficoltà tecniche e l'esodo di figure di punta.
Il cambiamento invocato nella gestione del team è arrivato con il licenziamento di Horner, una decisione avallata evidentemente dalla proprietà, che ha al suo interno la maggioranza del 51% detenuta da quello che per l'ex team principal è stata l’ancora di salvataggio negli ultimi 12 mesi nei quali ha imperversato l’affare legale relativo ai rapporti con la dipendente. Proprietà thailandese, di Chalerm Yoovidhya, che ha supportato la scelta di cambiare tutto e sostituire Horner.
E adesso?
Il mercato che finora ha visto le indiscrezioni su Verstappen corteggiato da Wolff potrebbe scrivere la parola fine, la permanenza di Max. Si noti come nelle scorse settimane Max parlava di una decisione nelle sue mani e come non fosse ancora il momento di esprimersi. Ancora, la posizione di Russell, il cui sedile era indicato come quello a rischio, mancando il rinnovo di contratto con Mercedes, è apparsa “stranamente” serena a Silverstone, come di chi sa che la firma arriverà prima o poi.
Ecco, esiste la possibilità che le discussioni Verstappen-Wolff siano state una costruzione funzionale a mettere la proprietà Red Bull di fronte a una scelta tra il cambio radicale al vertice e il rischio di perdere il campionissimo olandese? Perlomeno in chiave 2026, un stagione nella quale verificare le carte sul tavolo, le prestazioni di tutte le power unit e tenere a disposizione una via d’uscita per Max se Red Bull Powertrain non dovesse realizzare un motore all’altezza delle aspettative.
Tornando alle parole di Jos Verstappen, tra le mille critiche mosse a Horner, su un punto fino allo scorso anno dava garanzie: che il 2026 avrebbe visto Max ancora con il team, poi avrebbe preso in chiave 2027 la decisione su quale team puntare per per continuare a vincere o essere nelle condizioni di poterlo fare.
Accanto al mercato piloti c’è l’interrogativo su cosa farà adesso Christian Horner. Al di là delle vicende sportive, tecniche ed extra-Formula 1 degli ultimi 18 mesi, non si può contestare una gestione vincente come poche altre, tra il 2005 e il 2024. Nei mesi scorsi, i rumours di colloqui con la Ferrari venne svelato, da fonti di stampa tedesche, come fossero relativi agli anni scorsi e non uno scenario attuale.
Quello che, invece, potrebbe interessare Alpine. La squadra ha da poco nominato Nielsen a direttore operativo, una figura apicale nella gestione del team e accanto a Flavio Briatore. Eppure, Horner fino al GP di Spagna era rientrato tra i nomi che avrebbero potuto ricoprire il ruolo di team principal, dopo l’uscita di Oakes. Il team di Enstone si trova inoltre con la successione a capo del Gruppo Renault tra de Meo e il nuovo amministratore delegato, con Briatore nominato lo scorso anno quale uomo di fiducia, consulente e direttamente a riferire a Luca de Meo. Adesso in uscita. Entro il 15 luglio Renault dirà chi sarà il successore del manager italiano, probabilmente con un a.d. ad interim.
Resta proprio il futuro del manager inglese l’argomento più interessante sul prossimo futuro. Lo ritroveremo al muretto in un’altra uniforme o con il ciclo Red Bull si chiude anche l’esperienza di Horner in Formula 1?
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