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15 lug 2025
Lo stile è quello sarcastrico (talvolta al limite dell'offensivo) del personaggio Jeremy Clarkson. Il tema: il licenziamento di Horner da parte di Red Bull. Il popolare conduttore di Top Gear conferma, come già aveva fatto Bernie Ecclestone, la decisione improvvisa e sconosciuta allo stesso Horner fino alla domenica del GP di Gran Bretagna. “Ho trascorso un po' di tempo con Christian al Gran Premio di domenica. Era evidente che non aveva la minima percezione dell'arrivo del proiettile”, scrive Clarkson sul tabloid The Sun.
“(…) Non sappiamo perché sia stato licenziato. Sì, è possibile che i suoi capi gli abbiano mostrato la porta perché la squadra non stava ottenendo i risultati.
Ma sarebbe come licenziare Alex Ferguson perché lo United del tempo aveva perso una partita contro il Chelsea. Il fatto è che Horner ha portato la Red Bull dal nulla a essere una squadra che ha vinto sei campionati costruttori, otto campionati piloti e 124 gare vinte”.
La proprietà Red Bull non si è ancora espressa sui motivi che hanno portato a sollevare Horner dall’incarico e non è detto che renderà pubbliche le ragioni della decisione presa. È un dettaglio che apre il campo alle ricostruzioni, agli scenari tutti con un certo grado di credibilità nell’arrivare al licenziamento.
“Gli ho mandato un messaggio dopo la notizia del suo licenziamento, facendogli notare che mi sono trovato nei suoi panni in passato. Ho spiegato che quando ci si sveglia il mattino seguente, è facile pensare: "Beh, allora è finita”. Ma nel mio caso non era così (il popolare conduttore venne licenziato dalla BBC nel 2015, emittente che produceva al tempo Top Gear).
Non avevo calpestato un serpente. Avevo calpestato una scala. E scommetto che sarà così anche per lui. Ma dove? Una scommessa furba sarebbe su un passaggio in Alpine. Ma l'anno prossimo avranno i motori Mercedes. Il che significa che Christian dovrebbe lavorare con il capo delle Frecce d'Argento, Toto Wolff. E dato che i due non vanno molto d'accordo, non credo che questo possa accadere”. Esclusa la fattibilità di un'opzione Ferrari, Clarkson guarda alle opportunità in Cadillac o finanche il progetto del team cinese paventato dal presidente FIA. Tutte ipotesi sulle quali è troppo presto, a 7 giorni di distanza da un licenziamento inatteso, dire della reale fattibilità.
Per il ruolo ricoperto da Horner in Red Bull, un futuro impegno ancora in Formula 1 difficilmente potrebbe vederlo alle dipendenze e non in una posizione di comando assoluto, magari ancora meglio se con una partecipazione azionaria nell’eventuale squadra che dovesse affidarsi alla gestione del 51enne di Leamington. È un Clarkson evidentemente in difesa del ruolo e dei risultati ottenuti da Horner in Red Bull, mentre sul futuro del team lancia previsioni negative: “E la Red Bull? Beh, guardate cosa è successo al Manchester United quando Ferguson non era più al timone. Su queste basi, questa squadra un tempo grande potrebbe finire, tra un paio di anni, in Formula 4”.
C’è una catena decisionale da ricostruire e Laurent Mekies potrebbe essere solo un tassello della “nuova” Red Bull.
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