Ferrari, alla ricerca dell’alchimia ideale per il GP d’Arabia

L'ala posteriore sorretta da un singolo pilone è stata provata in Bahrain nei test e subito accantonata per problemi all’attuatore del DRS e poi brevemente testata nelle libere del GP, dove ha evidenziato un’accentuata flessione laterale che ne ha consigliato la rimozione per il resto del weekend©  Paolo Filisetti

Per recuperare il terreno perduto si cerca un set-up valido alle sospensioni. E poi potrebbe esserci la riproposizione dell’alettone posteriore monoplano

Paolo Filisetti

16.03.2023 12:25

Le dimissioni di David Sanchez, da responsabile del “vehicle concept” aerodinamico, indubbiamente pongono un interrogativo su quali possano essere le ripercussioni nello sviluppo della SF-23. Pare comunque corretto sottolineare che il programma evolutivo della monoposto fosse già stato stabilito da tempo; quantomeno gli sviluppi sino al Gp dell’Emilia Romagna non dovrebbero subire contraccolpi a livello della loro definizione di dettaglio. Inoltre, non sarà influenzata neppure la preparazione per il prossimo Gp dell’Arabia Saudita, in programma a Jeddah questo fine settimana.

Che Ferrari vedremo a Jeddah

La SF-23, peraltro sul tracciato della Corniche dovrebbe trovarsi molto più a proprio agio di quanto non avvenuto a Sakhir. A Jeddah, infatti, mancano curvoni in appoggio e cambi di direzione decisi quanto repentini, do- ve l’equilibrio dinamico ed aerodinamico entrano in gioco pesantemente influenzando la gestione degli pneumatici. Sakhir, infatti, è notoriamente uno dei tracciati, o forse il più severo a livello di degrado delle gomme. La configurazione di Jeddah, favorisce la scorrevolezza, caratteristica che la SF-23 ha ampiamente dimostrato di possedere, quindi potrebbe rappresentare un teatro molto più favorevole per la monoposto italiana.

Assetto allo studio, rischio porpoising?

L’assenza di pronunciati trasferimenti di carico laterali, peraltro consentirebbe l’adozione di un assetto livello di altezze da terra minime, incrementando il carico generato dal fondo, senza dover estremizzare gli assetti a livello di sospensioni per garantire un bilanciamento ottimale. Ciò potrebbe indurre alla fine dei lunghi rettilinei l’innesco del porpoising, ma è corretto ribadire che i violenti impatti del fondo sull’asfalto, a causa dei sobbalzi aerodinamici, non abbiano in realtà cotituito un fattore condizionante delle prestazioni della SF-23.


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