Verstappen si interroga sul futuro in F1: ne vale la pena?

Verstappen si interroga sul futuro in F1: ne vale la pena?© Getty Images

Max torna a commentare sugli impegni di un calendario con 23 gare e 6 Sprint, la motivazione ancora massima e il contratto fino al 2028: "Arriverà il momento di fare altro"

Fabiano Polimeni

28.04.2023 09:34

Prima che a Baku sia Gran Premio, gara Sprint e un venerdì intensissimo di lavoro per piloti e meccanici, c'è spazio per le parole di Max Verstappen. Il tema non è nuovo, poiché già in passato l'olandese ha commentato e argomentato la sua contrarietà all'introduzione delle gare brevi.

Il concetto è ribadito in Azerbaijan, dove dice di comprendere le ragioni che spingono la F1 in questa direzione ma di avere una prospettiva diversa: "La osservo dal punto di vista della corsa e di solito con le sprint hai un primo giro avvincente, un po' di scontri qua e là, di danni, blah, blah, blah e safety car: c'è un po' più di agitazione, poi però in gara hai un quadro più nitido su cosa accadrà il giorno dopo. Questo toglie un po' di splendore all'evento principale".

Non smetterò per le Sprint, però...

C'è altro, oltre al proliferare di gare Sprint (sei quest'anno) e a un calendario che avrebbe dovuto comporsi di 24 GP, se non fosse saltato l'appuntamento in Cina. 

Verstappen ha un lungo contratto in essere con Red Bull e non saranno le Sprint a portarlo a lasciare la F1, tuttavia, nelle parole di Max c'è un ragionamento di fondo che guarda alla vita oltre la Formula 1. Non necessariamente altro rispetto alle corse, ma categorie differenti, con l'endurance che è non poco apprezzato da Max.

"Devo fare attenzione a cosa dirò ora. Ho sempre detto che, se anche non ci fossero state più le gare sprint, ma con il calendario in continua espansione e un week end così lungo, a un certo punto arrivi a domandarti se ne valga la pena. 

Mi piace correre e vincere. So benissimo come l'ingaggio e tutto il resto permettano una bella vita ma mi domando se sia davvero una bella vita. Penso a volte che arrivi a un certo punto della carriera nel quale, forse, vuoi fare altre cose. 

Quando sarà il momento di lasciare?

So di avere un contratto fino al termine del 2028 e allora lo riesamineremo. Però, sento che, se dovesse diventare tutto troppo, allora sarà il momento di un cambiamento. Devi sempre chiedere a te stesso e osservarti, chiederti se sei ancora altamente motivato e se ami ciò che fai. Al momento è assolutamente così, però arriverà un punto in cui vorrai fare altro. 

Non è sempre tutto come sembra o come la gente immagina che sia la tua vita. È fantastica, sì, è incredibile e posso fare molte cose, sono molto indipendente ma c'è sempre un limite a certi aspetti. Ognuno di noi è diverso, dipende un po' da quello che vuoi dalla tua vita, no? Alcuni amano solo correre, è l'unica cosa che sappiano fare o che vogliano fare. Io probabilmente mi posiziono un po' in mezzo: sia chiaro, amo correre ma voglio fare anche altri tipi di gare e non riesci ad abbinare le due cose".

Il bello e il brutto della F1 

Probabilmente appartiene a Kimi Raikkonen la lettura più pura sul massimo godimento dell'essere un pilota di Formula 1, di come interpretarne il ruolo. Kimi che candidamente ammise come nel Circus desiderasse restarci - con l'esperienza Alfa Sauber dopo la Ferrari - esclusivamente per l'emozione e il piacere del guidare una F1. Molti (tutti?) degli altri aspetti di contorno erano qualcosa di cui avrebbe fatto volentieri a meno: un "male" necessario da sopportare, gli impegni di pubbliche relazioni e marketing.

Ecco, non solo pilotaggio è la carriera dei piloti-atleti. Un impegno che per i top driver ha il risvolto di ingaggi milionari. Poi c'è la Formula 1 di chi rende possibile per un team andare in pista e allo staff, ai meccanici, al personale che sta nel box e dietro, guarda Verstappen: "Quando corri questo numero di gare, non solo per i piloti, ma anche per il personale della squadra, ci saranno delle difficoltà per molte persone".

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