GP Bahrain: i 5 temi del fine settimana

GP Bahrain: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Un inizio duro per la Ferrari, impotente di fronte ad una Red Bull apparsa perfetta; gode Alonso con una Aston rivoluzionata e scappata da un midfield mai così compatto

06.03.2023 ( Aggiornata il 06.03.2023 12:10 )

Se la Aston va più della Mercedes

Chissà se Toto Wolff è un po' pentito, di aver dato così tanto spago al suo amico Lawrence Stroll. Amici e imprenditori in affari, ma adesso anche diretti avversari in pista. Probabilmente Toto si sarebbe potuto immaginare che, nel giro di qualche stagione, il suo amico Lawrence sarebbe arrivato al tavolo dei grandi: ma forse non si immaginava così in fretta e con queste modalità. Perché per la Mercedes, riscoprirsi meno efficace di un team cliente, fa rivivere le vecchie sensazioni di un 2012 lontanissimo, quando una Mercedes in ristrutturazione le prendeva in pista dalla McLaren. Ma era un'altra epoca, era un'altra McLaren e soprattutto era un'altra Mercedes.

E mentre Fernando Alonso gode, finalmente felice di aver azzeccato una scelta in carriera dopo una serie di decisioni sbagliate, Lewis Hamilton si chiede come abbia fatto a farsi infilare così in curva 10, ma si chiede soprattutto come sia possibile che una macchina che dodici mesi fa aveva mancato il Q2 oggi sia fuori portata anche per la sua macchina. E dato che la Aston è, almeno al retrotreno, una Mercedes, significa che le ragioni sono da ritrovare in quello che la Aston progetta e produce a Silverstone, a casa sua. In primis, un'aerodinamica che funziona molto meglio: la AMR23 è quella che gira più bassa di tutti insieme alla Red Bull, ed infatti ha un carico eccellente, pur pagando qualcosa in termini di velocità di punta con responsabilità da dividere in parte anche con la stessa Mercedes, che tra cambio e Pu privilegia rapporti corti ed una spinta più forte ai bassi regimi, anche a costo di perdere qualcosa in velocità di punta. La stessa velocità di punta che oggi è una delle poche note liete di una W14 che ha trovato qualcosa in fondo ai rettilinei, sia per il lavoro sulla distribuzione energetica della Pu sia per una scelta aerodinamica piuttosto scarica, la quale ha fatto guadagnare qualcosa sul dritto. Il contro, è stato perdere terreno nelle curve veloci (poche, in Bahrain): per questo si valuta un concetto alternativo allo “zeropod” che ha caratterizzato la W13 e la W14. Già che si valuti una carrozzeria differente è una notizia.

La Aston Martin invece va e mostra pochi problemi. Persino Lance Stroll, con due polsi ed un piede malandato, si è preso il lusso di mettersi dietro Russell. C'è arrosto oltre al fumo dei test, e viene il dubbio che se in partenza le cose fossero andate diversamente, cioè se Nando avesse avuto modo, ipoteticamente parlando, di non avere il traffico delle Mercedes, ci saremmo persi il duello tra lui ed Hamilton semplicemente perché la AMR23 ne aveva di più della W14. Insomma, Leclerc o non Leclerc, il sospetto è che questo podio avrebbe pure potuto essere più facile, per un Alonso che si gode una macchina attesa da tempo. Erano esattamente 10 anni che non iniziava con un podio un campionato (2° a Melbourne 2013), ed in un colpo solo ha portato a casa due record: ha cominciato la sua 20° stagione in F1 (superate le 19 stagioni di Rubens Barrichello, Michael Schumacher e Kimi Raikkonen) ed ha portato a 380 il numero di GP di distanza tra primo ed ultimo podio (per ora), migliorando il precedente primato che era di 355, stabilito da lui stesso a Losail 2021. Il record in termini temporali invece resta di Schumacher, che aveva colto l'ultimo podio a 20 anni, 3 mesi e 2 giorni di distanza dal primo; da questo punto di vista, Alonso è a “soli” 19 anni, 11 mesi e 10 giorni. Problema di facile risoluzione, comunque: basterà riportare questa Aston sul podio tra qualche mese. Se le prestazioni saranno queste, diverrà quasi una formalità.

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