GP Brasile: i 5 temi del fine settimana

GP Brasile: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Il primo hurrà di George Russell è anche un'affermazione storica per i colori del Regno Unito, e vedremo perché, mentre in casa Ferrari e Red Bull tengono banco i giochi di squadra: aspetti importanti, ma non quanto la prestazione

14.11.2022 ( Aggiornata il 14.11.2022 11:28 )

Bronzo oggi o argento domani?

Un bronzo oggi o un argento domani? Questo era il dilemma. Sacrificare il 3° posto di Sainz e darlo a Leclerc, il tutto per centrare la medaglia d'argento finale, oppure lasciare tutto così com'era? La Ferrari di Interlagos ha optato per la seconda ipotesi, ma non perché si volesse fare necessariamente uno sgarbo a Leclerc.

Per prima cosa, c'era in ballo un podio e non un piazzamento qualunque, e questa già di per sé potrebbe essere una tesi forte per difendere il congelamento delle posizioni. Discorso clamorosamente diverso se ci fosse stato in ballo un titolo, ma non è questo il caso. In più, c'erano fattori complicanti: Alonso non era lontano da Leclerc, pronto ad approfittare di ogni minima esitazione, e Carlos aveva commesso una leggerezza in regime di safety car finendo per mettere le ruote davanti a Perez anche solo per un istante, cosa vietata dal regolamento (parentesi: ha prevalso il buonsenso e Carlos è stato graziato, anche se il regolamento parla chiaro), per cui al muretto volevano mettersi al riparo da eventuali sanzioni. Far rallentare lo spagnolo significava perdere secondi che poi avrebbero rischiato di far perdere altre posizioni, ed altri punti, alla squadra. E sarebbe stato un peccato, vista la validità della F1-75 in Brasile, tornata molto vicina al vertice dopo il passaggio a vuoto del Messico.

Già, perché con questa Mercedes ce n'è un'altra di medaglia d'argento da difendere, quella tra i Costruttori. In Brasile il team di Toto Wolff (a proposito: era lui in videochiamata con Russell ed Hamilton nel retropodio, perché come Binotto è rimasto in sede per preparare il lavoro in vista del 2023) ha praticamente dimezzato lo svantaggio, passando da -40 a -19. Ad Abu Dhabi, quindi, sarà lotta aperta, anche se senza sprint race i punti in palio saranno 44 e non 59 come in Brasile. Il Cavallino, dunque, è il favorito nell'allungo finale: può anche finire dietro in pista, basta non commettere clamorosi errori. Errori tipo quello nelle qualifiche, anche se ad Abu Dhabi ci si può aspettare di tutto, anche una tempesta di sabbia, ma non la pioggia.

Nel caso di Leclerc quello di Yas Marina sarà l'appuntamento atteso da un po', per il semplice motivo che è l'ultimo di una stagione mentalmente logorante. E non è la prima volta, che a Charles succede: nel 2020 e nel 2021 era condivisibile per ovvi motivi, stavolta invece non vedere l'ora di scappare a casa è un fatto preoccupante considerando come fosse partita la stagione. Non è una critica al pilota, che vive sensazioni del tutto comprensibili, ma il nervosismo del monegasco in questo finale di stagione è palpabile ed anche la manovra, molto ottimista, su Norris, ne è la riprova. Ha i nervi a fior di pelle, mentre Sainz sta vivendo un po' l'opposto: sta affrontando un finale in crescendo dopo un'annata partita molto male a livello di sensazioni con la macchina.

Quello che conterà per la Ferrari sarà dare continuità alle prestazioni di Interlagos, su una pista, quella di Abu Dhabi, che con le modifiche precedenti all'edizione 2021 è diventata molto più scorrevole e veloce. Per questa F1-75, probabilmente, sarebbe stata più congenita la versione più tortuosa rimasta in vita fino al 2020 compreso, mentre sul nuovo disegno la Rossa rischia di pagare qualcosa negli allunghi. Tuttavia, è l'ultima fatica e per questo si potrà rischiare qualcosa di più anche sul fronte dei motori: chiudere bene questa stagione darebbe respiro in vista dell'inverno.

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