GP Brasile: i 5 temi del fine settimana

GP Brasile: i 5 temi del fine settimana© Getty Images

Il primo hurrà di George Russell è anche un'affermazione storica per i colori del Regno Unito, e vedremo perché, mentre in casa Ferrari e Red Bull tengono banco i giochi di squadra: aspetti importanti, ma non quanto la prestazione

14.11.2022 ( Aggiornata il 14.11.2022 11:28 )

Tremate, le Mercedes sono tornate

Quando vedi ingegneri e meccanici pluriridati che hanno gli occhi lucidi sotto al podio per una vittoria, capisci che non tutte le vittorie sono uguali. Emotivamente, non lo sono di sicuro: e quello di Interlagos 2022 è uno dei successi al quale tra Brackley e Brixworth tengono di più. I mondiali sono un'altra cosa, ma scoprire di avere avuto ragione, scoprire che la strada intrapresa, per quanto accidentata, alla fine da qualche parte ti ha condotto, è una sensazione bellissima. Non facciamo falsa retorica: questa Mercedes W13 E Performance (nome ufficiale), nasceva con l'obiettivo di vincere il campionato. Per cui, è una macchina che secondo un bilancio cinico e pragmatico passerà alla storia come una macchina dagli obiettivi falliti. Poi però c'è il percorso, ed in questo caso la faccenda cambia completamente.

La W13 per la Mercedes è stata una scoperta continua dopo un periodo di totale confusione. La squadra non capiva come funzionava la vettura e per questo doveva andare a tentativi, senza poter preparare un piano di recupero con gli sviluppi: se non comprendi il funzionamento, rischi di sviluppare su basi errate e fare ancora peggio. Ci è voluto del tempo, molto più del previsto, per individuare i problemi: perché quando si pensava di aver risolto il guaio del porpoising, si è riscontrato un problema aerodinamico di base, non specificato, che ha fatto perdere ulteriormente tempo negli sviluppi. E guai a dire che questo recupero sia solo frutto della TD039: tale direttiva ha dato una mano, ma non è stata una bacchetta magica per risolvere i problemi. Le soluzioni sono arrivate con il tanto lavoro sparso in tutto l'anno e nel finale concentrato sul pacchetto di aggiornamenti introdotto ad Austin: tempo di comprenderlo appieno e la Mercedes è tornata ad essere, dopo un anno, prima forza in un weekend di gara.

Porpoising a parte, i problemi di questa Mercedes apparentemente erano un'elevata resistenza all'avanzamento (cosa strana, vista la scelta delle forme delle pance) ed in generale una tendenza a funzionare solamente in una ristrettissima finestra di condizioni al contorno. Soffriva la varietà delle curve, la W13, se su una pista si alternavano curve veloci a curve lente: in un certo senso, la classica coperta corta. Oggi questa coperta è molto più lunga e riesce a coprire quasi tutto. In Brasile la maggior parte delle curve sono da velocità di percorrenza medio-alta, e le curve lente da trazione pura ci sono ma sono poche: curva 8, curva 10 (Pico de Pato) e curva 12 (Juncao). Abbastanza per parlare di pista piuttosto completa, anche perché il tratto che va dalla Juncao alla S Senna è tutto da fare in pieno, per cui serve pure velocità sul dritto ed in generale efficienza, se si vuole andar forte nelle curve senza perdere troppo terreno. Ecco, su una pista così, che conserva comunque alcune atipicità (tipo la quota: è la seconda posta più in altitudine dopo il Messico), tornare a vincere significa aver risolto quasi tutti i problemi. Poi d'accordo, si correva in un fine settimana con sprint race (quindi il lavoro a casa, al simulatore, aveva più peso) ed in questo stesso fine settimana ci sono stati eventi unici, come una qualifica pazza, la penalità a Sainz o gli scontri nei primi giri di Verstappen e Leclerc che hanno tolto di mezzo altri due potenziali candidati alla vittoria. Tuttavia, la Mercedes c'era e ci sarebbe stata anche con Max e Charles in bagarre.

In parole povere, adesso la W13 sembra proprio aver trovato quella stabilità che tanto le mancava all'inizio, sia quella metaforica delle prestazioni sia quella fisica in pista. Adesso la monoposto d'argento riesce a esprimersi senza dover fare compromessi tra assetto meccanico ed aerodinamico, non soffrendo più il rimbalzo aerodinamico e le sconnessioni dell'asfalto: sembra si sia trovato un equilibrio tra meccanica ed aerodinamica che permette di far esprimere la W13 sui livelli sui quali era stata teoricamente pensata prima che sbucassero fuori i problemi non riscontrati tra CFD e galleria del vento. Ad Interlagos, infatti, non c'erano apparenti lacune: ottimi livelli di carico, ottime velocità di punta, buona la trazione ed un passo costante senza grossi problemi sulla gestione delle gomme. In più, affidabile questa macchina lo è sempre stata (anzi, all'inizio sembrava questo, l'unico pregio) per cui può anche darsi che rispetto a Red Bull e Ferrari adesso possa chiedere qualcosa in più ai motori, anche se è solo un'ipotesi. Per il momento, comunque, basta la realtà: le Mercedes sono tornate. E non se ne vogliono più andare.

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