GP Cina, l'anteprima: 5 domande verso Shanghai

GP Cina, l'anteprima: 5 domande verso Shanghai© LaPresse

A cinque anni di distanza dall'ultima volta, e dopo quattro edizioni saltate, il GP Cina è pronto a tornare in calendario: sarà come correre su una pista nuova, con l'imprevedibilità che verrà aumentata dal nuovo format della sprint al debutto proprio a Shanghai

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17.04.2024 ( Aggiornata il 17.04.2024 15:21 )

È come la prima volta?

Sotto tanti punti di vista, sì. Perché nell’ultima volta a Shanghai, nel 2019, c’erano macchine diverse e gomme diverse, e alcuni piloti nemmeno erano in griglia (in quattro non ci hanno mai corso con una F1). Premesso che la memoria di un pilota è “storica” (ricordano molto bene le piste, e quello non sarà un problema), il tracciato sarà come “nuovo” dal punto di vista più ingegneristico, perché a livello tecnico tutti i riferimenti pre-2020 sono di fatto inutilizzabili. All’atto pratico, Shanghai è come se fosse un nuovo circuito, ed ogni riferimento verrà ripreso dal simulatore proprio come avviene su una pista che si appresta a debuttare.

Certo, rimangono le linee guida del vecchio ciclo tecnico, quelle secondo cui essendo poco utilizzato, si sa che l’asfalto cinese andrà verso una costante evoluzione e gommatura nel corso del weekend, oltre ad offrire una bassissima aderenza nella prima sessione di libere (l’unica del fine settimana). Rimangono le linee tecniche secondo cui a Shanghai il tracciato richiede una vettura ben bilanciata, perché tra curve veloci e curve più lente offre un’abbondante varietà di curve e sezioni, un qualcosa che richiede una buona trazione ma anche un buon inserimento alle alte velocità. Avere una vettura più neutra possibile, insomma, fa più differenza in Cina che altrove, con Shanghai che da questo punto di vista rappresenterà un bel banco prova. Trasferimenti di carico sia longitudinali che laterali sono abbondanti, per sforzi sulle gomme che non risparmiano né l’asse anteriore né quello posteriore, su un tracciato in cui la Pirelli porterà le tre mescole “mediane” della gamma (C2, C3 e C4) preparandosi ad affrontare un weekend in cui lo stress dei pneumatici sarà alto.

Da valutare saranno anche le condizioni di un asfalto che, negli ultimi cinque anni, ha ospitato pochissimi eventi e che sarà per questo motivo molto “green” nelle FP1. I timori, se così si possono chiamare, sono quelli legati ad un terreno paludoso che facilita la formazione di irregolarità sull’asfalto, il quale comunque non è stato rifatto: ci sono stati interventi minori per appiattire alcune asperità, ma niente di così profondo da far parlare di asfalto nuovo. Secondo le simulazioni non dovrebbero esserci criticità (c’è stata una nuova ispezione della pista lo scorso anno per valutarne le condizioni dopo il lungo periodo di inattività), e la speranza è che sia così perché, oltre che per il bene dello svolgimento del weekend, con una sola sessione di libere non ci sarebbe tempo per intervenire e valutare eventuali lavori di riparazione.

GP Cina: dove eravamo rimasti

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