GP Giappone, l'anteprima: Suzuka per tornare ad essere Red Bull

GP Giappone, l'anteprima: Suzuka per tornare ad essere Red Bull

Incredibile ma vero, la RB19 sarà l'osservata speciale a Suzuka, una pista che dovrebbe tornare ad esaltare la vettura di Newey grazie ai curvoni da alto carico: per lo stesso motivo la Ferrari dovrebbe essere in difesa, nella speranza di insidiare quantomeno Mercedes e McLaren

20.09.2023 ( Aggiornata il 20.09.2023 15:09 )

Suzuka, che pista

Ha il sapore dell'autunno, Suzuka. Arriva sempre tra settembre e ottobre, ma dall'anno prossimo verrà anticipata in primavera, togliendola dalla collocazione che ha sempre avuto in una stagione di Formula 1, quella che l'ha resa la pista ad aver assegnato il maggior numero di titoli Piloti di sempre. Non sarà più così in futuro, almeno nell'immediato, ma resterà immutato il fascino di una pista unica. La più bella di tutte, molto probabilmente, al pari di Spa (se chiedete ai piloti quale sia la loro pista preferita, vi diranno Spa o Suzuka, o una o l'altra), e unica perché nessun altro circuito ha la forma di "8" come il tracciato giapponese. 

I curvoni veloci di Suzuka, prefettura di Mie, sono pieni di storia e tradizione. Possono raccontare tanto, in primis una sfida che ai piloti piace sempre da matti: portare più velocità possibile nel tornante alla prima curva, essere precisi nella sezione delle "S", prendere la corda giusta alla Spoon e tenere giù il piede alla 130R, tutta una serie di incroci tra volante e pedale che rendono speciale questo tracciato. Con caratteristiche del genere, ovvio che si tratti di una pista da alto carico, dove le forze laterali raggiungono il massimo (livello 5 su 5 secondo Pirelli), anche se essendo i tratti da fare in pieno piuttosto prolungati (soprattutto dalla Spoon alla Casio Triangle) l'efficienza aerodinamica regna sovrana. Poche le curve da trazione (solo l'Hairpin e la Triangle sono veramente severe sull'asse posteriore), moltissime quelle dove il limite è dato dall'anteriore, sebbene gli elevati carichi verticali e laterali siano notevoli non solo per le gomme anteriori ma anche per quelle posteriori. Le sollecitazioni sono elevate e distribuite su entrambi gli assi, senza dimenticare che gli sforzi esercitati sono di primo livello non solo in termini assoluti ma anche di durata, perché essendo curvoni ad ampio raggio in appoggio lo sforzo è prolungato. E' una sfida complessa dunque per i pneumatici, e non a caso Pirelli porta in Giappone le mescole C1, C2 e C3, chiamate a resistere sia al degrado termico (essendo notevoli gli sforzi laterali, soprattutto in caso di temperature mediamente elevate che possono facilitare il surriscaldamento) sia all'usura fisica, dal momento che il tracciato nipponico presenta livelli di abrasività e rugosità tra i più alti in calendario. Sempre a proposito di gomme, c'è da ricordare che in Giappone le squadre avranno l'opportunità di testare la gomma C2 prototipo in chiave 2024, sulla quale la Pirelli sta facendo delle verifiche; l'obiettivo è quello di avere più aderenza rispetto ad una C2 del 2023 e posizionarla esattamente al centro tra C1 e C3 nella scala delle mescole 2024. Stessa cosa verrà fatta in Messico, quando si proverà la nuova C4. Per l'occasione dunque i piloti avranno 15 set di gomme a disposizione, i soliti 13 più i due aggiuntivi, con questi ultimi che verranno restituiti al termine della seconda sessione di libere del venerdì.

F1 2023: il calendario


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