GP Italia: i 5 temi del fine settimana

GP Italia: i 5 temi del fine settimana© LAPRESSE

Dietro ad un finale che merita una spiegazione dettagliata, si consumano i complimenti ad un Max Verstappen re per la prima volta in Brianza di fronte ad un pubblico che fino alla fine ha sperato nella Ferrari di Leclerc e Sainz

12.09.2022 ( Aggiornata il 12.09.2022 12:23 )

Fu vero dolo?

Ci sarebbe da parlare prima di tutto del dominio di Max Verstappen, del cuore di Charles Leclerc, del popolo rosso che ha invaso Monza. Ma siccome la F1 è autolesionista, finisce che in copertina ci va l'ennesima discussione sui regolamenti, sui cavilli, sulle procedure più o meno rispettate. Atto dovuto per fare chiarezza, ed evitare che la cronaca che seguirà possa essere macchiata da quella frasina da bar: “Eh ma se la safety car...”

Chiariamo subito: non c'è stata infrazione nel regolamento da parte dei commissari. Un errore procedurale, invece, sì. Ed è quello che fa uscire la safety car in pista nel momento sbagliato, ovvero troppo tardi (o troppo presto) rispetto al transito di Max Verstappen sulla linea del traguardo. Quando Daniel Ricciardo rallenta tra le due curve di Lesmo siamo al 47° giro (contato in base al leader della corsa) e la macchina immediatamente davanti alla McLaren numero 3 è proprio quella di Verstappen, che aveva appena doppiato l'australiano. L'esposizione della bandiera gialla è pressoché istantanea, e viene esposta quando Max si sta avvicinando a tutta velocità alla Ascari. Dunque, i commissari di corsa hanno all'incirca una ventina di secondi di tempo prima che Max arrivi alla Parabolica e poco meno di 30” prima che l'olandese della Red Bull transiti sul traguardo. Ecco, la prima domanda è questa: c'era il tempo per i commissari di gara per comprendere che la vettura di Daniel era in posizione pericolosa e che serviva la safety car? Sì, i tempi c'erano, per quanto ristretti.

Il secondo errore invece avviene quando si decide di buttare in pista la vettura di sicurezza. Questo avviene appena prima che George Russell esca dalla pit-lane imboccata qualche istante prima: giustamente la Mercedes (e così la Ferrari di Sainz appena dietro di lui) si è sbrigata a chiamare ai box il suo pilota dato che il cartello della safety car è appena stato esposto. L'inglese della Mercedes esce dalla corsia dei box ed è il primo a doversi accodare dietro alla vettura di sicurezza. Con il senno di poi, a quel punto, dato che Verstappen era già passato ed il cartello della virtual safety car già esposto (dunque era già scattato per i piloti l'obbligo di rallentare l'andatura, per tutti), per i commissari di gara la scelta migliore sarebbe stata quella di attendere l'arrivo della Red Bull numero 1 prima di mandare in pista la vettura di sicurezza, trasformando solo in quel momento la VSC in safety car. Per farlo, sarebbero stati sufficienti più o meno 40” o 45” di attesa, dato che quando la safety car lascia i box Max è dalla parte opposta della pista, più o meno al Serraglio. Dato che la corsa era già stata neutralizzata, attendere Max per far uscire la vettura di sicurezza sarebbe stata la scelta più logica.

Perché questo? Perché avrebbe fatto risparmiare, più o meno, due giri di tempo. Uscendo davanti a Russell, invece, la vettura di sicurezza guidata da Bernd Maylander, crea praticamente una spaccatura nel gruppo. Nel frattempo, commissari e gru arrivano in pista per togliere la monoposto di Ricciardo. In quel momento, dunque, per regolamento (e sottolineaiamo: per regolamento) Maylander non può far passare Russell e le vetture che seguono l'inglese, le quali giustamente si accodano tutte quante. La procedura prevede che il leader della corsa, Verstappen, raggiunga a velocità ridotta (e con mezza pista di ritardo ci mette un po', Max) il gruppo che si è già accodato dietro alla safety car; solo al sopraggiungere del leader, la macchina di sicurezza può dare il via libera al gruppo che la segue e farsi raggiungere dal leader della corsa, come del resto avviene. A quel punto, è il “gruppo Russell” che deve percorrere la parte di pista mancante per riaccodarsi al codone che nel frattempo si è formato dietro a Verstappen. E solo da quel momento in poi, cioè quando già tutti sono in fila, i doppiati possono sdoppiarsi. Quando il “gruppo Russell” ha il via libera per riaccodarsi, siamo già al 51° dei 53 giri previsti, dunque non c'è letteralmente il margine per rispettare in toto la procedura (che prevede, successivamente, che i doppiati si “sdoppino”) e far riprendere la corsa prima dello scadere dei 53 giri di gara.

Dunque il regolamento è stato rispettato, l'unico errore è nella procedura, nel tempismo con cui è stata mandata in pista la safety car. A far dispiacere, più di altre, sono due cose. La prima: perché a volte si ferma la gara ad ogni costo con la bandiera rossa (come Baku 2021) ed a volte no? Ci vorrebbe più uniformità nelle scelte. E secondo: come mai la gru in pista? Se si era detto mai più gru in pista con i piloti che transitano, seppur a velocità ridotta, che niente più gru sia.

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