GP Italia: i 5 temi del fine settimana

GP Italia: i 5 temi del fine settimana© LAPRESSE

Dietro ad un finale che merita una spiegazione dettagliata, si consumano i complimenti ad un Max Verstappen re per la prima volta in Brianza di fronte ad un pubblico che fino alla fine ha sperato nella Ferrari di Leclerc e Sainz

12.09.2022 ( Aggiornata il 12.09.2022 12:23 )

Se il cuore non basta

Hanno risposto tutti presente, facendo segnare il record al botteghino, con più di 330 mila presenze nella tre giorni monzese. Volevano tutti una magia di Charles, o di Carlos, per andare a casa felici. Ci ha provato lui, Charles Leclerc, ed ha fatto il massimo pure Carlos Sainz, condannato a partire dal fondo. Praticamente impossibile chiedere di più ad una Ferrari che a Monza si giocava una gara per forza di cose diversa dalle altre: nell'anno del centenario dell'Autodromo e dei 75 anni dalla nascita della Ferrari intesa come casa costruittrice, fare centro con la “pinna gialla” avrebbe rappresentato un successo simbolicamente molto importante. Delle sette gare che mancavano alla fine del campionato, inutile anche starlo a sottolineare, il GP d'Italia era quello a cui il Cavallino teneva ovviamente di più. La squadra ha salvato la faccia, evitando figuracce come a Spa, e dimostrando che qualcosa dalla pessima domenica delle Ardenne l'ha imparata. Non abbastanza, però, per battere la Red Bull: con appena due settimane di tempo, sarebbe stato strano il contrario.

Gli uomini e le donne di Mattia Binotto quantomeno ci hanno provato, nel tentativo di sfidare la Red Bull nel “suo” campo, la velocità di punta. Ed ecco un assetto scarico al massimo per volare sul dritto e poi “sperare” in curva, augurandosi di non perdere troppo terreno e soprattutto di non distruggere troppo le gomme. Max, purtroppo per Leclerc, è arrivato troppo presto alle sue spalle e già questo rappresentava una condanna; la squadra ci ha provato diversificando la strategia approfittando anche della prima virtual safety car: peccato che la bandiera verde sia tornata con Charles ancora ai box, tuttavia la prima parte del passaggio in pit-lane è comunque costato 5” o 6” in meno rispetto ad una sosta in regime di gara normale. Partendo con la morbida e con quelle scelte aerodinamiche, evitare le due soste per Leclerc era un'impresa quasi impossibile: al massimo avrebbe potuto montare una gomma dura al primo pit-stop, ma poi sarebbero stati comunque dolori in caso di eventuale (e probabilissimo) duello ravvicinato con Max.

La sostanza è che la Ferrari non ne aveva per battere la Red Bull alla domenica, tuttavia nel fine settimana ci sono state anche cose buone. Leclerc, con un secondo settore da paura al sabato (un autentico capolavoro, considerando che il T2 era stato terreno di caccia di Verstappen per tutto il fine settimana), ha dimostrato di essere un manico più unico che raro in qualifica, mentre la macchina ha ritrovato bilanciamento ed ha dimostrato di funzionare pure con assetti molto lontani da quelli per cui la F1-75 è stata pensata. Le prove comparative tra il fondo vecchio (quello prima di Le Castellet) e quello nuovo sono stati necessari per trovare risposte. Perché non è detto che il fondo nuovo funzioni necessariamente peggio di quello vecchio, solo che prestazione e bilanciamento della monoposto talvolta non vanno di pari passo: per cui può capitare di portare un pezzo sulla carta più prestazionale ma che in pratica va a scombinare gli equilibri della vettura, finendo con il farti perdere prestazione. Può succedere anche questo, ed ottimizzare il nuovo pezzo, adesso, è fondamentale per le ultime gare del 2022 ma soprattutto per la Ferrari che verrà, quella del 2023.

Per il resto, un 2° ed un 4° posto sono un risultato accettabile: se da un lato Charles partiva in pole, dall'altro Carlos partiva dal fondo. Un peccato non aver potuto tentare il colpaccio insperato nel finale, con quella ripartenza non avvenuta. Leclerc, sicuramente, ci avrebbe messo il cuore. Proprio come ha fatto per tutto il fine settimana.

Leclerc: "Avrei dato tutto nel finale"

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