Ferrari, la strategia a Monza spiegata da Rueda tempi alla mano

Ferrari, la strategia a Monza spiegata da Rueda tempi alla mano© Ferrari

Decidere lo stop in regime di VSC - pur non avendone beneficiato appieno Leclerc - ha quasi neutralizzato il tempo di corsa più lungo di una tattica a 2 pit

Fabiano Polimeni

14.09.2022 ( Aggiornata il 14.09.2022 09:13 )

Criticare le scelte strategiche della Ferrari rischia di diventare un leit motiv scollegato da ragioni oggettive. È un dato di fatto come siano stati commessi degli errori in stagione ma da qui al mettere in dubbio ogni mossa del muretto ce ne corre.

A Monza, le chance di vittoria della Ferrari, contro il Verstappen e la Red Bull visti di recente, erano ridotte al lumicino e le prestazioni di Max lo hanno ampiamente dimostrato.

La VSC ha "regalato" il secondo pit-stop

È finita nell'obiettivo dei critici la decisione di fermare Leclerc a inizio gara, sfruttando il periodo di neutralizzazione della VSC per lo stop in pista di Vettel. Un episodio che Inaki Rueda spiega nella sua logica, nei tempi in gioco per il pit-stop e nella neutralizzazione con il regime di Virtual Safety Car dello svantaggio, di fatto, derivante da una tattica a due pit-stop.

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"All'11° giro abbiamo avuto l'opportunità di fare un pit sotto VSC. I numeri prima della gara ci dicevano che sarebbe stata una gara facilmente su una sola sosta, con gomme morbide e medie. La strategia su due pit-stop sarebbe stata 10 secondi più lenta (la valutazione è sul tempo complessivo di gara; ndr).

Fare il pit in regime di VSC costa 9 secondi meno di uno normale. Si è aperta una finestra, un'opportunità per noi nella quale potevamo compensare una tattica a due soste grazie a un pit più breve sotto VSC, oppure, restare su una normale strategia di una sola fermata", spiega il responsabile delle strategie.


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