GP Las Vegas, l'anteprima: un gran Casinò

GP Las Vegas, l'anteprima: un gran Casinò© Motorsport Images

Arriva il GP di Las Vegas, un evento chiacchieratissimo su una pista estrema per disegno e temperature: nella città del gioco d'azzardo sono in tanti a sperare nel colpaccio

15.11.2023 ( Aggiornata il 15.11.2023 15:20 )

Rischio shock termico nella notte di Las Vegas?

Quello delle temperature rischia di essere un problema o addirittura un caso. La città di Las Vegas risente chiaramente dell'ambiente desertico nel quale sorge dal punto di vista del clima. Per cui, alle precipitazioni scarse, si affiancano differenze di temperatura piuttosto marcate tra il giorno e la notte. Nel mese di novembre la temperatura media della città è di circa 13,5°C, temperature che, girando la sera, il Circus della F1 si attende di non incontrare al momento in cui le macchine andranno in pista. Lo scenario peggiore è quello di avere temperature dell'aria e quindi dell'asfalto inferiori ai 10° C: sarebbe un dramma per le gomme, che faticherebbero non poco ad entrare in temperatura. La cosa sarà resa ancor più complicata dal fatto che in azione ci saranno le tre mescole più morbide, quelle che richiedono una temperatura interna più alta per funzionare a dovere. Come se non bastasse, non ci saranno categorie al contorno per gommare la pista, che offrirà livelli di aderenza molti bassi soprattutto nella prima giornata.

La messa in temperatura delle coperture rischia di essere un aspetto tutt'altro che banale del fine settimana americano, portando a condizioni di aderenza a dir poco precarie per i piloti. Il timore è quello di ritrovarsi a girare "sul ghiaccio", cioè con gomme dallo scarsissimo grip, ben peggiore di quando si guida sull'acqua, anche se a pista completamente asciutta. Il quadro potrebbe essere dunque critico come lo fu quello di Istanbul 2020, quando su un tracciato umido e appena rifatto (non abbastanza in tempo per evitare criticità, con l'olio che fuoriusciva dall'asfalto) le vetture stentavano a trovare aderenza. I bassi livelli di carico non saranno affatto un aiuto per le monoposto, che rischiano di andare incontro ad un circolo vizioso: se si spinge senza aderenza, si scivola ancora di più e questo innesca il fenomeno del graining, dando ai piloti una gomma ancora peggiore. Pure il disegno del tracciato non è di aiuto: nei tanti e lunghi rettilinei gomme e freni tenderanno a raffreddarsi, aggiungendo un ostacolo in più ad un quadro già complicato.

Hamilton: Las Vegas esperienza da vivere senza pregiudizi

Il peggio del peggio, seppure nessuno pensa che si arriverà a tanto, sarebbe il fenomeno dello shock termico, o stress termico che dir si voglia. Lo stress termico è un fenomeno causato internamente ad un materiale che va incontro a brusche variazioni termiche: sarebbe proprio il caso dei pneumatici a Las Vegas, che verrebbero tolti dalle termocoperte (a 70° C) per venire a contatto con aria e asfalto molto freddi. Se questa differenza di temperatura è troppo marcata, si avrà una deformazione tra strato più caldo (quello interno) e quello più freddo (quello esterno) che può portare a tensioni interne che inficeranno sul comportamento della gomma, giungendo a rottura del materiale nel caso più estremo. Questo è ovviamente lo scenario peggiore possibile, e si esclude che si arrivi a tanto; tuttavia, considerando che le gomme di F1 non sono progettate certamente per girare a certe temperature, non si escludono criticità piuttosto grandi per quanto riguarda tenuta e gestione.

Sfoglia le pagine per continuare a leggere


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi