GP USA, l'anteprima: Austin come indice di base per il 2024

GP USA, l'anteprima: Austin come indice di base per il 2024© Motorsport Images

Austin è un tracciato completo e per questo molto indicativo da un punto di vista tecnico: fornirà il quadro prestazionale di fine stagione, per una fotografia che ci accompagnerà verso il 2024

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18.10.2023 ( Aggiornata il 18.10.2023 14:08 )

Meno cinque alla fine. E' ancora lungo questo mondiale di Formula 1, che ha già detto tutto in chiave iridata ma che ha ancora tutto da dire per la piazza d'onore tra i Costruttori, se proprio si vuole dare un senso alle ultime fatiche del Circus. La carovana del mondiale, oggi, si appresta a vivere l'unico trittico dell'anno, con tre GP nei prossimi tre fine settimana: si viaggia verso Occidente, verso le Americhe, con le tappe di Austin, Città del Messico ed Interlagos in successione. E' però la tappa del Texas ad avere più da dire, almeno in termini squisitamente tecnici.

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Austin, tracciato completo

Tra le piste del nuovo millennio, quella di Austin è certamente una delle più riuscite. E' un circuito completo, dove una vettura viene messa alla prova in tutte le componenti principali: aerodinamica, meccanica, motore. Merito di un tracciato contraddistinto da una prima parte di curve veloci ed un'ultima parte prevalentemente di curve tortuose (ad eccezione della lunga piega veloce verso destra, la 17 e la 18), in aggiunta a due rettilinei molto lunghi, soprattutto quello tra curva 11 e 12.

Il primo settore, caratterizzato dalla ormai famosissima curva 1, una curva cieca in salita verso sinistra (il circuito è antiorario), conta tante curve veloci, il complesso delle "esse" dove l'aerodinamica è dominante e conta tanto la precisione all'avantreno. Dopo la curva 11, che è un po' il punto di "ritorno" della pista, c'è il lunghissimo rettilineo che porta alla staccata di curva 12, dopo la quale comincia la serie di curve lente da trazione, molto impegnative per il posteriore, che torna a "respirare" tra la 17 e la 18, le due curve raccordate (molte similitudini con la curva 8 di Istanbul) molto veloci che portano al tratto finale di pista.

Per andare forte ad Austin serve dunque un buon compromesso, per nulla facile da trovare considerando l'unica sessione di prove libere del weekend, senza dimenticare le altezze da terra: l'asfalto, che negli anni è diventato piuttosto irregolare, qualche grattacapo nel recente passato lo ha dato. Questo significa un'attenzione particolare alle regolazioni meccaniche e all'altezza da terra, ma anche ripercussioni sulle gomme: Pirelli stessa ha posto l'accento su queste sconnessioni dell'asfalto, perché "ciò genera dei microscivolamenti dei pneumatici che possono determinarne un anomalo surriscaldamento". Non è chiara la strategia alla vigilia, con la Pirelli che porterà le mescole C2, C3 e C4 cercando di far fronte a tutte le esigenze del tracciato, dove si registreranno sforzi laterali notevoli ma condizioni impegnative sul fronte della trazione. 

Essendo un circuito completo, Austin è un banco prova perfetto per valutare le prestazioni delle vetture nel loro complesso. La posizione in calendario e le caratteristiche della pista rendono la tappa texana quella più indicativa per valutare a tutto tondo le performance delle monoposto a fine sviluppo: alcune squadre, come Haas e Mercedes, porteranno degli aggiornamenti e per loro arriveranno indicazioni utili in chiave 2024, tuttavia tutte le squadre hanno ormai spostato la stragrande maggioranza delle risorse sul progetto 2024. Non è sbagliato dire che le prestazioni di Austin 2023 daranno il quadro prestazionale di fine stagione, un monito con cui poi i team andranno a lavorare nell'inverno come base di riferimento per il 2024.


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