F1, nessuno vuole i motori Honda

F1, nessuno vuole i motori Honda

Hasegawa ammette che una seconda fornitura avrebbe dei vantaggi per lo sviluppo, ma al momento non ci sono team interessati alla power unit nipponica

07.07.2016 09:23

Se anche ci fossero dei pretendenti, servirebbe il placet di Ron Dennis, che la fornitura Honda la vuole tutta per sé, esclusiva di una McLaren ancora molto lontana dall'ottenere i benefici sperati dalla partnership con il costruttore nipponico. Continuando con queste prestazioni, l'impressione è che potrà tenersi stretta la fornitura ancora a lungo.

Nei mesi scorsi, Yusuke Hasegawa aveva criticato il meccanismo imposto dalla FIA relativamente all'obbligo di fornitura per ciascun team iscritto al mondiale, ribadendo che Honda non era ancora pronta a soddisfare le richieste di una seconda scuderia, scenario che sarebbe stato possibile nel giro di un paio di anni. Avere più squadre da fornire rappresenta anche un vantaggio, «dal punto di vista tecnico è positivo avere una seconda scuderia, ci sono più possibilità di fare girare i motori. Ovviamente costa un po' di più e dobbiamo preparare i tecnici, ma in generale sarei contento di assicurare una seconda fornitura, se ne avessimo l'opportunità.

Attualmente non siamo abbastanza competitivi, non c'è nessun team che vuole avere un motore Honda». Tutti motorizzati Mercedes, Ferrari o Renault, le scuderie in griglia, con Toro Rosso che tornerà ad avere un Renault, dopo l'anno di transizione con il Ferrari 2015.

Analisi che porta a interrogarsi sul piano di sviluppo adottato negli ultimi anni dal motorista, chiamato adesso a definire quale dovrà essere la strada da intraprendere in ottica 2017, scelta di gran rilievo, considerando la liberalizzazione dello sviluppo dal prossimo anno, slegata dall'utilizzo dei gettoni, che verranno impiegati (2, lasciandone 10 da utilizzare entro fine anno) già sui motori destinati a Silverstone, con interventi per migliorare la combustione interna del V6, dopo lo sviluppo introdotto in Canada, dove venne introdotto un nuovo turbocompressore.

«Puntiamo a essere mezzo secondo più rapidi, ma non so, non posso dire se riusciremo a ottenerlo. Dovremmo farcela, serve un miglioramento», aggiunge Hasegawa, che in prospettiva futura anticipa le possibilità di perseguire due soluzioni diverse: insistere con i concetti adottati sulla power unit 2016 o imporre un drastico cambiamento. La scelta arriverà in agosto e andrà a impattare anche sulla progettazione della MP4-32. 


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