Le Mans '66 agli Oscar 2020 vince due statuette

Le Mans '66 agli Oscar 2020 vince due statuette

Candidata con quattro nomination, la pellicola interpretata da Christian Bale e Matt Demon, uscita nelle sale italiane lo scorso novembre, trionfa a Hollywood con due importanti riconoscimenti tecnici  

10.02.2020 19:16

Una notte stellata soprattutto per il motorsport. La notte degli Oscar 2020 non ha deluso le aspettative consegnando ben due statuette al film Le Mans '66 – La Grande Sfida per il Miglior Montaggio e il Miglior Sonoro. L'indimenticabile duello tra Ford e Ferrari diretto da James Mangold racconta alle nuove generazioni la rivalità tra le due scuderie, che porterà poi ad una serie di vittorie indimenticabili che passano per la mitica Ford Gt40, vincitrice nel 1966 della 12 ore di Sebring, poi la 24 ore di Daytona e, infine, la fatidica gara di Le Mans del 1966.

Matt Damon, nei panni dell'ex pilota e ingegnere Carroll Shelby, voluto proprio da Henry Ford, e Christian Bale, che interpreta il pilota Ken Mile, ma soprattuttto Remo Girone nel ruolo di Enzo Ferrari sono stati magistrali nel riportare sullo schermo la sfida tra le due case automobilistiche che riuscì a interrompere la serie di sei vittorie di fila ottenute dalla Ferrari.

Due Oscar per Le Mans '66

Le Mans '66 che ha appunto ottenuto due riconoscimenti cosiddetti tecnici è riuscito ad aggiudicarsi due categorie importantissime battendo film che hanno ottenuto altri premi come Parasite (miglior film, miglior film internazionale, miglior regia e migliore sceneggiatura originale), Joker (con Joaquin Phoenix ha vinto la statuetta per il miglior attore protagonista), 1917 (miglior effetti sonori e speciali) e C'era una volta ... a Hollywood (con Brad Pitt miglior attore non protagonista).

Le Mans ' 66 era candidato agli Oscar 2020 con quattro nomination. Oltre ai premi ottenuti, il film era in gara anche per il Miglior Film e il Miglior Effetto Sonoro, riconoscimenti quest'ultimi vinti rispettivamente da Parasite e 1917. Il sound dell'otto cilindri Ford e del V12 Ferrari, presenti per gran parte del film e resi alla perfezione, sono stati comunque apprezzati dai giudici dell'Academy.  

Mangold: "Lo spettatore è entrato nell'abitacolo"

Soddisfatto ed emozionato il regista Mangold, che ha ringraziato tutta Hollywood: "Con Le Mans '66 volevo fare un film di corse dove le auto non fossero creazioni digitali e dove fossimo davvero sulla pista. Troppi dei nostri film ci fanno addormentare piuttosto che svegliarci e farci pensare alla vita. Io insomma non voglio anestetizzare il mio pubblico, piuttosto rinuncio a fare film".

"Sono partito da una storia che ho amato subito. Un action movie con tanto di battaglia in pista e una sorprendente serie di eventi che si susseguono. Quel che accade in Le Mans poi non è come Rocky, non è così scontato. Eppure in tv le corse sono spesso noiose. Così ho cambiato strategia, facendo entrare lo spettatore nell'abitacolo, coinvolgendo chi osserva direttamente nella guida".

Un successo plenario riconosciuto anche da Remo Girone: "È stato bello girare un film interpretando un personaggio universalmente conosciuto come è ancora Enzo Ferrari. Un esempio su tutti per far capire quanto e' ancora noto. Quando sul set hanno saputo che interpretavo Ferrari non c'è stato nessuno che non mi abbia chiesto di fare una foto con lui".

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