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Variabile Kubica

Variabile Kubica

14 mag 2010

Tre gare non sono ancora un lasso di tempo suffi ciente a battezzare delle gerarchie, ma un’idea ce la si può anche fare. Ed i pronostici della vigilia, che vedevano su tutti il poker formato da Ferrari, Red Bull, McLaren e Mercedes, sembrano per ora confermati. A parte un’eccezione: la variabile Kubica. Il polacco in versione Ape Maia, come battezzato già dai primi test invernali quando apparve nella nuova livrea Renault, dopo tre gare è settimo in classifi ca, a nove punti dalla vetta e davanti a Webber e Schumacher. C’è quindi un quinto top-team oppure un pilota che è pronto a cogliere ogni occasione con la precisione di un cecchino? Kubica non ci casca, e mentre spiega come sta vivendo questi primi mesi del 2010 sottolinea sempre quel “noi”, ovvero lui ed il team. Sembra amore vero, quello tra Robert e la Renault, nato su fondamen- Ma sono proprio io? Sembra di leggere stupore negli occhi di Kubica mentre legge il suo nome in cima alla lista dei tempi alla fine del Q1, la prima sessione di qualifiche, in Malesia. Il polacco ha iniziato la stagione alla grande con la “matricola” Renault autosprint 19 Kubica Variabile Quattro top team. E una sorpresa: la Renault. O meglio: Kubica. Il polacco ha stupito nei primi tre Gp con la Renault e ora punta in alto di Roberto Chinchero foto Colombo ta tutt’altro che solide, ma proprio per questo cementato progressivamente man mano che le difficoltà economiche, messe alle spalle con l’arrivo del gruppo di Gerald Lopez, si sono affievolite. Prima c’erano un team ed un pilota, oggi c’è un gruppo, cosa non proprio comune in un contesto come quello della Formula 1. «È vero – spiega Robert – si rema tutti insieme. La gente nel team lavora moltissimo, e ad ogni gara abbiamo sempre avuto qualcosa di nuovo sulla monoposto. Sarà così anche a Shanghai e Barcellona, dove saranno progressivamente introdotte novità aerodinamiche all’avantreno e non solo. Tutti danno il massimo, e per un pilota è decisamente stimolante vedere che tanta gente si fa il mazzo per farti andare forte». Sia a Melbourne che a Sepang Kubica ha spesso lasciato il circuito dopo mezzanotte: «Eh, già, ed il mio manager rischia di addormentarsi nell’hospitality! Dopo cena torno a trovare gli ingegneri per un saluto, poi si inizia a commentare la giornata, partono le idee e si va avanti a confrontarsi. Ci sono tante cose ancora da fare sulla monoposto, e visto che non siamo ancora vincenti il lavoro non manca». La Renault R30 non è ancora al massimo sul fronte dell’efficienza frenante e del carico aerodinamico, ma spiega Kubica, è una vettura estremamente guidabile. «È facile da guidare, e questo mi aiuta molto soprattutto in gara. Credo si sia visto chiaramente che quest’anno la chiave dei Gran Premi è la capacità di saper mantenere in efficienza le gomme il più possibile, ed avere una monoposto che “perdona” aiuta. Prendete Melbourne: grazie ad una grande partenza e ad un’ottima strategia sono tornato in pista dopo il pit-stop in seconda posizione, ma avevo davanti a me cinquanta giri di gara. Sarebbe bastato un piccolo errore e addio podio, invece questa vettura me la sento bene addosso. Anche a Sepang ho seguito sempre da vicino Rosberg nonostante sul giro secco la Mercedes sia mezzo secondo più veloce di noi. È una stagione dove i piloti sono chiamati a gestire, non solo a spingere come era fino al 2009, quando in pratica le gare erano tre stint a ritmo da qualifica». Ma il pit-stop unico diventerà il leit-motiv della stagione o è stata la strategia ideale in contesti atipici, anche per questioni meteorologiche, come Sepang e Melbourne? «Basta guardare i camera-car e vedere come ho guidato nelle prime gare: sembro un addormentato. A mio parere i due stop non pagano, e bisogna farsi una ragione del fatto che lo stint lungo con gomma dura sarà indispensabile. Ho dovuto adattarmi, evitare di strapazzare le gomme sarà sempre più la chiave del Mondiale ». Kubica non parla degli avversari, e quando facciamo presente che lui a differenza di altri piloti top non ha commesso finora nessun errore, dribbla i commenti: « Sì, abbiamo avuto qualche circostanza a favore, sia a Melbourne che a Sepang. Le due partenze sono state determinanti, e abbiamo rimediato al problema che ancora abbiamo in qualifica. Ma non sempre possiamo sperare nei problemi altrui, e conto gara dopo gara di potermi inserire anche in qualifica in posizioni che poi possiamo mantenere in gara. Ma sappiamo bene che oltre ad inseguire i 4 top- team dobbiamo stare attenti alla rincorsa della Force India, soprattutto in qualifica ». Ma il Kubica tornato sorridente è merito di una posizione di classifica importante o di un ambiente che si sposa con la sua personalità? « Non è un mistero che negli anni scorsi è capitato a volte di non sentirmi seguito come avrei voluto. Credo che l’avere intorno la fiducia di chi lavora con te sia importante in ogni attività. Oggi sento che il team crede in me, mi asseconda, e questo non mi fa sentire la fatica di un lavoro anche maggiore rispetto alle stagioni scorse. Mi diverto di più, anche se la macchina non è ancora quella che sogniamo di avere ». Dopo il doppio piazzamento di Melbourne e Sepang, anche il boss del team, Eric Boullier, ha indicato in Kubica la figura trascinante della squadra. Un immagine nuova per un team che solo qualche mese fa era travolto dal crash-gate di Nelsiñho Piquet, e dal doppio abbandono (per motivi diversi) di Fernando Alonso e Flavio Briatore. E poi, il rischio nella pausa invernale di non avere più un padrone, e quindi un finanziatore. Ora l’aria è decisamente più fresca, e anche quando a Sepang è mancata una pole position a tratti apparsa possibile, non c’è stato nessun dramma, come lo stesso Kubica, in passato poco propenso a perdonare gli errori della pit-lane Bmw. « Al muretto lavorano tutti molto bene – conferma il polacco – e in queste prime gare sono sempre stato al momento giusto con le gomme giuste. A Sepang in qualifica tutto ha funzionato al meglio, ci scambiavamo informazioni di continuo, e prima dei minuti finali abbiamo deciso di montare le gomme “ full- wet” perché c’era poco tempo. Webber ha rischiato le intermedie e gli è andata bene, ma noi non avevamo le palle abbastanza grosse per fare come Mark. I punti per noi sono molto molto importanti, ed essere nella Q3 è già un buon risultato ». Oggi sì, ma tra qualche Gran Premio? « Non lo so. In Formula 1 tutto va veloce, non solo le macchine in pista. Di certo però quest’anno so che tutti daremo il massimo per crescere. Poi si vedrà ».

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