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Zanardi a caccia del numero 1

Alla vigilia del Gp di Australia, Alessandro analizza con la solita competenza e spirito ironico, tutti i piloti al via
Zanardi a caccia del numero 1

Cesare M. MannucciCesare M. Mannucci

12 mar 2013

Il Campionato del mondo di F.1 inizia tra una settimana a Melbourne, poi sarà la volta anche della stagione agonistica di Alessandro Zanardi. Prima la  Maratona di Roma, poi una importante competizione a Greenville in North Carolina, poi a maggio “l’olimpionico” Zanardi sarà ad Indianapolis, per la 500 miglia. Purtroppo non per correrci, ma come invitato speciale e ambasciatore della Target e di Chip Ganassi. Anche se il sogno di affrontare una tantum questa gara, per Zanardi resta sempre vivo, tanto che ancora oggi non rinuncia a progetti per essere al via nel 2014. Con Alessandro però parliamo di F.1, di piloti, facendo una sorta di previsioni, di tarocchi, su come sarà la stagione dei 22 al via di Melbourne. Con sincerità, Zanardi li giudica tutti, mischiando valutazioni tecniche a considerazioni storiche, alternandole a commenti più “di pelle”, più istintivi o personali. Perché solo un uomo, un pilota, che ha avuto una carriera così altalenante, ricca di trionfi e delusioni, che ha conosciuto e che è andato a braccetto con i due grandi “Impostori della vita” - il successo e la sconfitta - può analizzare a fondo e con competenza 22 piloti dalle carriere e dalle provenienze così diverse e disparate. I suoi non sono giudizi da “professorino”, quanto piuttosto da fratello maggiore: il parere di uno che prima di loro ha conosciuto le difficoltà e gli aspetti sgradevoli della F.1 e tuttavia è ben disposto a dare i suoi consigli di buon senso. Non solo tecnici, da ascoltare sempre con interesse e attenzione. S#D09ITA1290 Vettel
 - Ingordo Dico solo che nel 2012 se Alonso avesse avuto la vettura di Vettel, non avrebbe certo fatto di più o di meglio. Adesso si presenta con un anno di maturità in più, maggior determinazione, senza cali di intensità. La F.1, le corse e le auto sono la sua vita, è totalmente concentrato e dedicato in quello che fa, anche se potrebbe invece avere molti motivi di distrazione, perché solo lui è riuscito a vincere tre titoli iridati così giovane. Eppure Vettel vive per le corse, passa tutto il tempo con i meccanici e la sua squadra. Non gli interessa il luccicante mondo che fa da contorno alla F.1. Questo lo rende sempre più forte. Riesce sempre a fare imprese molto difficili con apparente semplicità. Il fatto che abbia sei anni meno di Alonso non credo sia un fattore determinante, perché in un pilota quel che conta la determinazione, partendo dal presupposto che entrambi siano in condizione atletiche perfette. Sebastian corre per una squadra costruita attorno a lui, che lo protegge, gli lascia spazio e gli permette di esprimersi al meglio. Riparte dalla stessa situazione che ha lasciato al Gp del Brasile 2012, senza cambiamenti. Questo è un grande vantaggio. Webber - Incostante Partirà con una grande voglia di riscatto ma penso che da metà stagione in avanti dovrà ancora accettare la realtà che lui non vale Vettel. È veloce, riesce ad ottenere qualche pole, ma in gara non mostra la stessa intensità del compagno di squadra. I frequenti errori che commette però sono dovuti al metro di paragone, estremamente difficile, che si ritrova nel confronto con Vettel. Quando Webber era al fianco di Coulthard, non sbagliava nulla, non mostrava emotività eccessiva, perché era chiamato ad un confronto più alla sua portata. È difficile invece coabitare con uno come Vettel, uno capace in un week end di ottenere la pole, fare tutta la gara in testa e all’ultimo giro, sebbene dai box gli dicano di rallentare, stabilire pure il giro più veloce. È una attitudine che io ricordo in Ayrton Senna, il quale in ogni situazione, anche una sessione di test, alla fine voleva risultare sempre il primo, il più veloce. La squadra si esalta, ma per chi deve correre al loro fianco, è una situazione dura, difficile da accettare senza incappare in errori per cercare di controbattere. Questa è la posizione di Webber. Alonso - Affamato Ci fosse stato un referendum su chi meritava il titolo nel 2012, credo che Alonso lo avrebbe vinto. Invece in tre anni di permanenza alla Ferrari ha perso due campionati all’ultima gara, però sempre a testa alta. A parziale consolazione, credo che i titoli persi da Fernando valgano di più rispetto a quelli che aveva perso Schumacher quando correva per il Cavallino, caratterizzati anche da episodi poco gradevoli, come la collisione con Villeneuve a Jerez (nel 1997, ndr). Alonso ha talento, carisma e cultura tecnica per conquistare quel terzo titolo che ancora insegue con ossessiva determinazione. In più corre per una squadra che nel 2012, anche quando aveva realizzato una vettura inferiore in termini cronometrici, in virtù del suo prestigio, riesce sempre a mettere il pilota nella condizione e nel “dovere” di rendere al massimo. Se nel 2012 Alonso avesse corso per un altro team, probabilmente dopo le prime gare si sarebbero entrambi mandati a quel paese e la stagione sarebbe stata subito compromessa. Invece, solo per il fatto di correre per la Ferrari, Alonso ha sempre reso oltre ogni limite, ha sempre offerto un comportamento intenso, combattivo, merito proprio del prestigio della Ferrari. Ora la macchina del Cavallino appare più competitiva mentre lui è ancora affamato e determinato. E sei anni di età in più rispetto a Vettel, non rappresentano un problema. Massa - Ultima chance Rispetto Felipe, ha vinto diversi Gp in carriera (11, ndr) , ha corso da protagonista in molte gare, però, considerando il suo insufficiente rendimento complessivo nel 2012, mi sono meravigliato che la Ferrari lo abbia riconfermato. Incomprensibile che gli abbia concesso altre chance. Di momenti difficili in F.1 ne ho avuti tanti anche io, per esperienza so che è molto complesso uscirne. Adesso dicono che le nuove gomme Pirelli dovrebbero adattarsi meglio al suo stile di guida. Non vorrei però che questi discorsi non fossero altro che palliativi.  Anche io ricordo che quando correvo con la Williams (nel 1999, ndr) magari pensavo che cambiando certe cose, certi fattori, il quadro complessivo sarebbe mutato, invece dopo un paio di gare mi ritrovavo al punto di partenza. Spero davvero che le nuove gomme lo aiutino, che per lui siano una opportunità per ritrovare convinzione e fiducia, ma alla luce di quanto visto nel 2012 mi chiedo come sia possibile che possa essere più competitivo di Alonso, perché alla fine è l’obiettivo che deve porsi se vuole rimanere in F.1 ad alto livello. Nel 2012 la Ferrari ha corso quasi sempre con una sola vettura; speriamo che adesso le Rosse in gara siano due, sempre, non solo in alcune gare di fine stagione. Button - Adattabile Si è sempre portato dietro la reputazione del pilota “bravino”, “precisino”, poi l’abbiamo visto diventare campione del mondo con la BrawnGp (nel 2009, ndr) con grandissima autorità. Nel confronto con Hamilton alla McLaren tutti pensavano che sarebbe stato sbranato, invece Button ne è uscito a testa alta, alla pari, e alla fine in McLaren ci è rimasto lui. È un pilota che mi piace molto: abile nel fare in modo che la gara gli venga incontro, riesce ad adattarsi al meglio ad ogni novità regolamentare. Resta tra i favoriti per la vittoria in campionato, non fosse altro perché guida una McLaren, che rimane la squadra più abile a recuperare distacchi tecnici che magari per altri team sarebbero incolmabili. Perez - Si deve controllare È un pilota capace di buone prestazioni ma penso che abbia ancora qualche difficoltà nel capire se stesso e conoscere i propri limiti. Ogni tanto gli parte un colpo senza premere il grilletto. Mi piace il fatto che sia un pilota che ci prova sempre, che lotta in maniera intensa per ogni posizione. Il suo problema però potrebbe essere che alla McLaren si senta in dovere di dimostrare subito le sue doti, nel difficile confronto con Button. Per questo non dovrà guidare con apprensione, con l’ansia della prestazione, perché quando questo succede, le cose vanno solo peggio. Non so se possiede l’esperienza e la cultura tecnica necessaria per correre con la McLaren. Ma se lo hanno preso, vuole dire che li avrà convinti anche sotto questo aspetto. Raikkonen - Calcolatore Per come interpreta  il suo ruolo di pilota in un ambiente estremamente formale e conformista come quello della F.1, Kimi è il mio idolo: i suoi atteggiamenti mi divertono tantissimo. Quando corre è freddissimo, calcola tutto, non spreca mai un punto. Magari io preferirei un pilota più flamboyant, più estroverso, che all’ultimo giro rischia tutto, ma guardando i risultati ha senz’altro ragione lui. Concludendo al terzo posto il campionato 2012 credo abbia raggiunto il massimo risultato possibile, per lui e per la Lotus. Ma difficilmente riuscirà a ripetere un piazzamento simile anche nel 2013 perché la Lotus non è la Red Bull, e lui non è Alonso né Vettel. Però ha una grande forza caratteriale. Nelle prime gare del 2012, Grosjean in qualifica era sempre più performante di lui, su Raikkonen c’era molta pressione, anche molti dubbi: poi avete visto come è andata a finire. Grosjean - Tutor cercasi È un pilota molto talentuoso ma credo che abbia qualche filo scoperto, che a volte, con le vibrazioni, finisce per toccare. Penso che avrebbe bisogno di un tutore per incanalare al meglio il suo talento e la sua velocità, che sono davvero notevoli. La Lotus ha fatto bene a riconfermarlo, a puntare ancora su di lui, ma avrebbe dovuto imporgli qualcuno di provata esperienza al suo fianco per aiutarlo nei momenti difficili. Perché anche nel 2013 resterà al centro dell’attenzione: ogni suo errore, ogni sua esuberanza verrà passata ai raggi X dagli altri piloti, e questo finisce inevitabilmente per condizionarti nel rendimento. Lo vedo ancora in un angolo: uscirne non sarà facile. Rosberg - Incompreso Per certi versi mi ricorda un pilota come Button. Ha già battuto compagni di squadra prestigiosi, come Webber o Michael Schumacher, ora è chiamato al confronto più difficile e scomodo: quello con Lewis Hamilton. Se riesce a contrastarlo, quella sarà la sua vera grande prova di maturità, perché lo Schumacher che è stato il suo compagno di squadra, era molto diverso da quello di dieci anni prima. Credo che Rosberg sia un pilota sottovalutato, anche dopo la sua bella vittoria in Cina l’anno scorso. Adesso lo attende una grande sfida anche se ha il piccolo vantaggio di conoscere meglio il team rispetto ad Hamilton. Probabilmente Rosberg non vale Alonso, Vettel o Hamilton ma penso sia un pilota abile, maturo, che complessivamente merita più rispetto e considerazione di quanta ne abbia. Hulkenberg - In progresso Lo confesso: quando aveva corso con la Williams (nel 2010, ndr) non mi aveva impressionato. È vero che era un debuttante, ma mi sarei aspettato che fosse subito più competitivo di Barrichello. Cosa che non successe. L’anno di pausa invece gli ha fatto decisamente bene, perché nel 2012, Hulkenberg è stato complessivamente tra i migliori piloti del campionato. Correva in una situazione difficile, al fianco di Paul di Resta, eppure nell’ultima parte di stagione il suo rendimento è stato perfetto, sino al fantastico Gp del Brasile. È il pilota che ha mostrato più progressi. Se la Sauber, come livello cronometrico e affidabilità, sarà la stessa del 2012, “Hulk” potrebbe vincere il suo primo Gp, considerando che Perez ci era andato vicino in un paio di occasioni. Hamilton - Il gladiatore È un grande, forse in termini cronometrici rimane il pilota più veloce dell’attuale F.1. Di lui mi piace tutto, principalmente la sua iriducibilità. Ha fatto solo una grande cazzata: abbandonare una squadra come la McLaren. Ammiro il suo istinto naturale alla guida, la sua capacità di prevedere le reazioni della vettura, il suo tempismo che altri forse non hanno. Non dimentico mai che al suo primo anno di F.1, quasi diventava campione del mondo ed è riuscito a mettere in difficoltà un pilota come Alonso. Nessuno ci sarebbe riuscito al debutto in F.1. Ad Hamilton piace la lotta, la sfida, quando arriva in circuito il giovedi, non vede l’ora che cominci la gara. Credo che preferisca vincere una corsa per mezzo secondo di vantaggio, dopo aver lottato ad ogni giro, piuttosto che disporre di un auto nettamente superiore e imporsi doppiando tutti. Alla Mercedes però dovrà scoprire un nuovo ambiente di lavoro e una mentalità molto diversa. Relazionarsi con persone che non si conoscono. La sfida più grande per lui diventa questa. Personalmente ho sempre sofferto i cambi di squadra, ho avuto molte difficoltà ad adattarmi a nuove organizzazioni. Se Hamilton riesce subito ad ottenere il meglio, sarà davvero bravo. Ma non avrebbe dovuto lasciare la McLaren. Gutierrez - Confronto difficile Non lo conosco, spero per lui che sia più freddo, abbia la testa meno calda del Perez delle ultime gare del 2012. In Gp2 non ha fatto molto, resta una incognita. L’impegnativo confronto con Hulkenberg sarà un buon metro per valutare il suo talento. Di Resta - Top team Sos Un pilota molto dotato; poteva andare alla Ferrari e forse a Maranello avrebbero fatto bene a prenderlo. Sognava di approdare ad una grande squadra: Ferrari, McLaren o Mercedes, invece si ritrova ancora alla Force India. Per questo non dovrà avere cali di tensione, perché nella sua carriera la grande occasione penso sia soltanto rimandata. Per il resto è un solido professionista, che corre in modo maturo e intelligente. Sutil - Merita il posto Penso sia un pilota di talento in grado di ottenere più risultati positivi di quanto abbia fatto sino ad ora. Non credo che la pausa del 2012 ne condizioni le prestazioni perché nei test che ha sostenuto ha dimostrato subito di essersi adattato al meglio. Seguirò con curiosità e interesse il suo confronto con Di Resta. Maldonado - Deve calmarsi Troppi gli errori commessi nel 2012. L’anno di esperienza in più in F.1 non gli ha certo giovato. È strano, di solito quando un pilota vince il primo Gp della sua carriera, il suo rendimento, dopo, migliora. Acquista consapevolezza e sicurezza nelle proprie doti, capacità e lucidità di analisi, mentre invece a Maldonado è successo il contrario. Dopo la vittoria nel Gp di Spagna l’anno scorso, ne ha combinate di tutti i colori. La nuova vettura sembra molto competitiva, il team ha voglia di riscatto. Ma da Maldonado davvero non so cosa aspettarmi. Bottas - Viva la gioventù Dificile valutarlo, considerando che è al debutto in F.1 e nell’ultimo anno non ha mai corso ma ha fatto soltanto il collaudatore. Sicuramente per Maldonado sarà un confronto molto più scomodo di quanto non fosse con Bruno Senna. Però Bottas è giovane, quindi possiede il grande potere della flessibilità e adattabilità. L’anno di pausa dalle competizioni, non credo che per lui sarà un problema. Conosco la difficoltà perché nel mio caso invece, la pausa di un anno aveva prodotto conseguenze molto negative. Vergne - Cosa ha fatto? Nel 2012 non mi ha impressionato, mi chiedo anche che risultati abbia ottenuto in precedenza per approdare in F.1. Il team è abbastanza competitivo ma ancora altalenante nel rendimento. A volte vanno a punti, altre volte vengono eliminati già in Q1. In conclusione, Vergne e gli ultimi quattro piloti che si sono alternati alla guida della Toro Rosso, non hanno combinato molto per farsi ricordare o notare da altre squadre. Ricciardo - Il simpatico Faccio le stesse considerazioni di Vergne. È difficile da valutare anche se fuori dall’abitacolo è un tipo dalla grande simpatia. Purtroppo ogni pilota che corre per Toro Rosso deve confrontarsi con quello che in precedenza ha fatto Sebastian Vettel in termini di risultati e prestazioni. Una eredità molto pesante. Buemi, Alguersuari, Vergne e Ricciardo hanno mostrato rendimenti abbastanza simili. Un pilota abile come Sebastian Bourdais è uscito demolito dal confronto con Vettel, ma se come compagni di squadra avesse avuto gli attuali piloti di Toro Rosso oppure i precedenti, credo che correrebbe ancora in F.1. Pic - Auguri Non lo conosco per nulla, non sarebbe serio dare giudizi. È passato dalla Marussia alla Caterham: è un discreto passo avanti. Gli faccio tanti auguri. v. der Garde - Mai vinto in Gp2 Stesso discorso di Pic: se lo hanno preso avranno visto durante i test che è in grado di fare un buon lavoro, al di la del contributo economico che può portare al team. In Gp2 ha corso per parecchi anni ma non ha mai vinto il campionato. Ma questo non basta a giudicarlo. Chilton - Auguri 2 Non lo conosco per nulla: so solo che proviene dalla Gp2 che è una bella categoria. Gli faccio i migliori auguri. Bianchi - Molto protetto Mi sembra un ragazzo dotato ma che gode di grandi attenzioni e aiuti rispetto ad altri piloti della sua generazione, che in termini di risultati, hanno ottenuto molto di più. Adesso ha l’occasione per mostrare il suo talento. Perché è vero che corre per la Marussia, la cui competitività è molto limitata. Ma in un campionato così lungo, c’è sempre la gara incasinata, sul circuito cittadino, magari con la pioggia, dove un pilota, anche se guida una vettura da ultima fila, ha l’occasione per mettersi in mostra e fare il risultato. Penso a quello che fece Ayrton Senna nel 1984 al Gp di Montecarlo, che aveva quasi vinto sotto il diluvio, con una Toleman che in altre gare si rompeva sempre e non era molto meglio della Marussia di oggi. di Cesare Maria Mannucci Da Autosprint n.10extra del 12 marzo 2013  

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