Addio a una leggenda che è stata parte integrande della F1. Senza di lui, nulla sarà più come prima
Siamo tutti più soli e tristi senza Sir Frank Williams. A 79 anni se n’è andato il Costruttore più resiliente e sorprendente nella storia delle corse. Partito da zero ha saputo avere in F.1 il dono della visione unito a quello delle gestione vincente della realtà dando nome e gloria a monoposto leggendarie.
Sir Frank Williams lascia una traccia indelebile. Un’impronta gigantesca nella storia del Motorsport. La scuderia di F1 ha vinto nove titoli costruttori, l'ultimo nel 1997 con Jacques Villeneuve, anche campione piloti con ben sette vittorie in stagione, e Heinz-Harald Frentzen arrivato secondo dopo l'esclusione dalla classifica piloti di Michael Schumacher nell'ultima gara dell'anno nel GP d'Europa disputato a Jerez. I mondiali piloti vinti dalla Williams sono stati sette. In totale i titoli conquistati sono stati 16.
Fino al 2012 Williams ha fatto parte del consiglio di amministrazione della scuderia da lui fondata nel 1977. E proprio nove anni fa si gode dal vivo la vittoria di Pastor Maldonado. È rimasto quello l’ultimo successo della Williams in F.1
Il contratto di Maldonado in quell’ultima stagione con Frank ancora protagonista era stato più di una boccata di ossigeno per la Williams, la vittoria un piacevole imprevisto. "Maldonado? Non dico di no, l’abbiamo preso anche perché portava soldi. Ma se fosse stato una pippa, non avrebbe firmato con noi".
"Nell’86 persi il mondiale per colpa della mia stupidità" o "A volte la mia condizione di invalido mi ha aiutato a concludere affari" erano le sue frustate di ghiaccio al destino. Ma ha sempre miniminizzato sull’incidente che lo inchiodò per sempre sulla sedia a rotelle, mentre lui e il team manager Peter Windsor correvano come pazzi su una Ford Sierra a noleggio per raggiungere l’aeroporto di Nizza dal Paul Ricard.
Ne ha presi tanti, Frank Williams, di rischi, in quarant’anni e passa di carriera F.1. Con Jacques Villeneuve gli andò bene, con Alex Zanardi no. Con Damon Hill, collaudatore con dubbi precedenti alla Brabham, ci scappò un mondiale, nel ‘96. Con Heinz-Harald Frentzen, chiamato senza scrupoli a sostituire Damon, fu un mezzo calvario. Ne ha gestiti tanti di piloti, Frank, e qualcuno l’ha anche malgestito, vedi Reutemann e Jones nell’81. Ma se tanti ricordano i mondiali perduti dalla squadra - primo fra tutti l’86 della gomma scoppiata a Mansell - resta il fatto che la Williams Grand Prix, mondiale con Jones nell’80, aveva debuttato tre anni prima.
Daniele Audetto, protagonista storico del mondo dei Gran Premi, ha spesso ricordato un episodio di quell’esordio. "Eravano a Kyalami, io ero team manager alla Ferrari. Venne organizzata una gara podistica sul circuito e Frank, che a 35 anni era veramente in forma, la vinse. C’era un bel monte premi in palio e lui, tutto contento, disse: “Dovevo assolutamente arrivare primo, mi servivano quei soldi per pagare l’albergo alla squadra”".
Era arrivato senza una lira, la sede storica di Didcot, che aveva acquistato con Patrick Head, era un vecchio magazzino di tappeti abbandonato. Ma senza essere un tecnico, aveva capito prima di altri l’importanza dell’aerodinamica, del telaio, rispetto alla potenza del motore. Quando Alan Jones, che odiava gli assetti troppo rigidi, gli suggerì di montare le molle al sedile, Frank gli replicò: "E perché non ti siedi sul tuo portafoglio?".
"Be’ - rispose Jones - prima dammi qualcosa per imbottirlo". Soldi, sempre soldi.
Ne ha guadagnati tanti, Frank, da quando girava con un furgone carico di pezzi di ricambio di funzionalità (e origine, maligna qualcuno) sospetta. E conduceva gli affari da una cabina telefonica. Sempre risultati sensazionali, alla faccia delle avversità. Quando tanti anni fa si presentò - da imputato - alla prima udienza del processo Senna, mentre il pubblico ministero cercava di fare tradurre la domanda su quale fosse il suo ruolo nella squadra, Frank si avvicinò al microfono e sussurrò, in italiano: "Il cerca-soldi".
La conosceva bene, la nostra lingua: dai tempi della collaborazione con De Tomaso e Tecno, forse anche da prima, le sue vicende e le nostre si sono incrociate spesso. Ha avuto amici, nemici, piloti in tricolore. Ha subìto un processo, appunto: e se oggi chiunque sa chi fosse Ayrton Senna, forse non tutti ricordano Piers Courage e il rogo di Zanvoort ‘70 con una vettura della sua scuderia. Per tanti anni, Frank definì quell’incidente come il momento più buio.
Siamo tutti più tristi, adesso. Riposa in pace Sir Frank Williams…
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