Max Papis il giorno dopo

Max Papis il giorno dopo
Le dichiarazioni dopo la gara Nascar del Watkins Glen, in cui sarebbe bastata solo un po' più di fortuna per ottenere un risultato quasi memorabile

Maurizio Voltini

12.08.2013 ( Aggiornata il 12.08.2013 14:59 )

La quindicesima posizione finale non quantifica assolutamente quanto sia stata consistente e quasi avventurosa la gara di Max Papis nell'ultimo appuntamento della Sprint Cup Nascar, quello a Watkins Glen (22° di 36 totali). È stata sicuramente un'occasione che tanti piloti impegnati nelle gare Usa sognano, quella di partecipare alla serie statunitense top per le auto a ruote coperte (e non solo, considerando il seguito televisivo) con una vettura fra le più competitive: la Chevrolet SS n.14 del team Haas-Stewart lasciata libera proprio dal coproprietario e pilota Tony "Smoke" Stewart, dopo l'incidente con le Midget che gli ha procurato la frattura della gamba destra. Lo spessore della prestazione di Massimiliano lo si misura per come, dalla 29esima posizione di partenza in un parco di 43 concorrenti al via, fosse riuscito a risalire fino a ventesimo al momento della bandiera rossa di quasi metà gara. Purtroppo al successivo restart, quando le macchine erano ancora compatte in gruppo al 44° giro (su 90 di gara), un contatto accidentale da parte di Greg Biffle lo ha mandato in testacoda, precipitando di conseguenza 33°. A fine gara Biffle è andato a scusarsi da Papis, ammettendo il suo errore: un comportamento che dà la cifra sull'atteggiamento sportivo e sul rispetto reciproco fra i piloti in questa serie. Fortunatamente la macchina non ha avuto danni significativi, e dalla 33esima posizione Papis è stato poi capace di risalire fino alla 15esima finale. «Peccato, però, perché sentivo che ormai ero avviato a finire fra i primi dieci», ha poi commentato Max nell'immediato dopogara. Va sottolineato che anche il recupero è stato piuttosto avventuroso, con Papis riuscito a sfilare indenne in due incidenti multipli alle esse che hanno condizionato gli ultimi 10 giri di gara. Notevole peraltro come Max sia stato glaciale nel "tenere giù" mentre attorno a lui c'era fumo di gomme, pezzi che volavano e spruzzi d'acqua che gli toglievano la visibilità sul parabrezza. «Mi è sembrato di essere come nel film "Days of Thunder", e per due volte - ha infatti raccontato al riguardo Papis - ma tutta la gara è stata incredibile. Ho guidato al massimo in ogni singolo giro, a ogni ripartenza ero nel mucchio con 2-3 macchine sulla stessa linea. E tutti sono davvero forti, non ho potuto guidare per nemmeno un secondo al 90 per cento». «Non mi sono mai arreso - prosegue Max - e questo è lo spirito con cui Tony voleva che corressi. La battaglia è stata davvero dura e ho guidato al meglio che potevo. Sono contento di aver tenuto il sedile di "Smoke" più caldo possibile... È stato un piacere far parte di questa organizzazione, tutto è stato davvero bello. Tony ha costruito una grande squadra, è mancato a tutti, e lo voglio ringraziare per l'opportunità che mi ha dato». Opportunità che comunque Papis si è guadagnato dimostrandosi veloce nei test che ogni tanto conduceva per la squadra, va detto. Mentre la prossima gara di Max sarà il prossimo fine settimana nella serie Nationwide a Mid Ohio. Concludiamo con un'ultima curiosità: Tony Stewart aveva comprato metà del team Haas proprio per avere la libertà di andare a correre tutte le volte che voleva anche nelle gare infrasettimanali con le Sprint Car, come quella in cui si è fratturato la gamba per aver centrato un concorrente in testacoda. Incidente che ha dato la possibilità a Papis di correre al Glen e che ha interrotto una serie di ben 521 corse consecutive nella sua carriera di 15 anni nella Nascar, per Stewart. Giusto per capire di che genere di pilota stiamo parlando.

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