Le condizioni di pioggia mutevole, solo nell'ultima ora si è riusciti a montare le gomme slick, hanno caratterizzato la
6 Ore WEC di Shanghai, penultima prova del Mondiale Endurance. Ciò ha permesso alle
Audi R18 di poter lottare a lungo con le
Porsche 919H, ma alla fine con pista asciutta nessuno è riuscito a contrastare la numero 17 dei vincitori
Mark Webber, Brendon Hartley e Timo Bernhard. Mentre la n.18 di
Dumas-Jani-Lieb recupera dopo un contatto al via e conclude seconda, un risultato di squadra che permette alla Porsche di festeggiare già ora la
conquista del campionato fra i Costruttori. Mentre l'Audi si deve accontentare del 3° e 4° posto finali con gli equipaggi
Fassler-Lotterer-Treluyer e
Di Grassi-Duval-Jarvis.
La gara è partita in regime di
safety car, per via della pioggia inizialmente leggera (ma poi alle volte pesante, successivamente), e quando la SC rientra la lotta si scatena:
Lieb sulla Porsche 18 cerca di contrastare
Hartley sulla Porsche 17, ma dietro
Lotterer sull'Audi 7 lo tocca e lo manda in testacoda. Oltretutto Lieb rimane bloccato sul cordolo interno e perderà un'infinità di tempo. Finché la pioggia continua a comparire a intermittenza, le Audi riescono a tenere il contatto con le Porsche, alternandosi nelle posizioni a seconda dei pitstop e anche delle "full course yellow" (gli errori sono frequenti in tutte le classi) avendo spesso dei bei duelli diretti.
Tuttavia la Porsche 17 mantiene sostanzialmente il comando anche con
Bernhard e quando sale
Webber la pista va asciugandosi permettendo di estendere massivamente il vantaggio fino alla vittoria finale. Davanti all'altra Porsche 18 che chiude seconda con
Dumas alla guida dopo una consistente rimonta.
Le
Toyota inizialmente sembrano poter stare anche loro nel gruppo, ma prima una foratura e poi un testacoda di
Nakajima compromettono la prestazione della numero 1, mentre la numero 2 subisce un testacoda di
Conway.
Le condizioni meteo giocano un ruolo importante anche per le
GTE Pro, favorendo le Porsche 911, con la 91 di
Christensen (e
Lietz) davanti alla 92 di
Makowiecki (e
Pilet) praticamente fin dall'inizio. Quest'ultimo nel finale viene anche toccato dall'Audi LMP1 di Fassler in un doppiaggio, ma è comunque solo per la sua forte rimonta che
Bruni riesce a togliergli il secondo posto finale con la Ferrari numero 51 condivisa con
Vilander, mentre
Rigon conclude 4° in coppia con
Calado.
In
GTE Am riescono a mettersi in evidenza la Corvette n.50 di
Ruberti-Roda-Sylvest e l'Aston Martin di
Castellacci-Griffin-Hall (questa terza prima dello stop nell'ora finale), ma in realtà nessuno riesce a contrastare davvero la marcia della Ferrari n.83 di
Perrodo-Collard-Aguas, che nonostante una penalità vince precedendo l'Aston di
Dalla Lana-Lamy-Lauda e la Ferrari n.72 di
Bertolini-Shaytar-Basov.
Maurizio Voltini