WEC, il grande ritorno della Ferrari: presentata la nuova hypercar 499P

WEC, il grande ritorno della Ferrari: presentata la nuova hypercar 499P

Il Cavallino svela la sua nuova sensazionale vettura con la quale dopo ben 50 anni tornerà a correre nel Mondiale Endurance e riportare la Rossa alla vittoria

29.10.2022 22:18

L'attesa lunga 50 anni è finita! A Imola, durante le Finali Mondiali Ferrari, il Cavallino presenta la nuova Ferrari 499P, la LMH con cui la Ferrari tornerà a competere nella classe regina degli sportprototipi nel WEC e alla Le Mans a partire dal 2023. Una vettura straordinariamente unica, con un nome che evoca la storia della Scuderia fondata da Enzo Ferrari nel 1929. In passato infatti, i prototipi di Maranello avevano nella sigla che li identificava la lettera P, frequentemente anticipata dal numero della cilindrata unitaria del motore. E La 499P non fa eccezione perché riannoda i fili della storia a 50 anni dall’ultima gara nella classe regina del mondiale endurance con la 312 PB.

La Ferrari nel segno del 50

Un passaggio di testimone, quello tra le due hypercar, che è pronto a riscrivere un nuovo capitolo leggendario del motorsport. Si riparte dai 22 titoli mondiali e dalle 9 vittorie assolute alla 24 Ore di Le Mans, per proiettarsi verso un nuovo futuro tutto da scrivere, con la stessa forza di contenuti tecnici e design che da sempre caratterizzano l'essenza di questo prototipo.

Nel disegno della livrea con cui la 499P debutterà nella prossima 1000 Miglia di Sebring, è stato ripreso il celebre schema cromatico già introdotto nelle 312 P degli anni Settanta, che sottolinea anche visivamente il collegamento con una storia interrotta 50 anni fa. Per questo motivo, il numero 50 sarà uno dei due con cui saranno iscritte le vetture e gli equipaggi, ancora da definire, di Maranello nel mondiale Endurance, mentre l’altro sarà il 51, tra i più vincenti di sempre. 

Nuova potenza ibrida

La 499P nasce dall’impegno e dalla volontà di tutti i reparti della Ferrari. Per tornare nel mondo delle ardue sfide e quindi delle gare di lunga durata, è stata fondamentale la direzione dell'Attività Sportive GT, diretto da Antonello Coletta, e la direzione tecnica di Ferdinando Cannizzo, responsabile dell’ente di sviluppo di vetture da competizione GT e Sport. 

Il prototipo rispetta i dettami tecnici previsti dal regolamento della classe Le Mans Hypercar, che prevede l’utilizzo nel WEC di vetture con propulsori ibridi, dotate della trazione integrale e con un peso minimo non inferiore a 1.030 chilogrammi. Per questo il powertrain ibrido della 499P combina un motore termico, dislocato in posizione centrale- posteriore, a un motore elettrico, sull’asse anteriore. L’unità ICE – Internal Combustion Engine - ha una potenza massima a terra, limitata dal regolamento, di 500 kW (680 cavalli) ed è derivata dalla famiglia dei V6 biturbo stradali. Il motore termico, che condivide l’architettura del propulsore montato sulla 296 GT3, rispetto a quest’ultimo è stato sottoposto a una profonda rivisitazione da parte dei tecnici di Maranello, finalizzata sia allo sviluppo di soluzioni ad hoc per il prototipo, sia all’alleggerimento complessivo; tra le caratteristiche specifiche del sei cilindri a “V” della 499P, inoltre, il fatto che l’unità motrice sia di tipo portante e quindi svolga una preziosa funzione strutturale, rispetto alle versioni che equipaggiano le granturismo da competizione, dove il motore è montato sul telaio della vettura.

La seconda “anima” del motopropulsore ibrido è rappresentata dall’ERS – Energy Recovery System - con una potenza massima di 200 kW (272 cv), un motore elettrico dotato di differenziale la cui batteria si ricarica nelle fasi di decelerazione e frenata, e non richiede di fonti d’alimentazione esterne. Il pacco batterie, con tensione nominale di 900 Volt, beneficia dell’esperienza maturata in Formula 1 sebbene sia stato sviluppato specificatamente per questo progetto. Il motopropulsore è accoppiato a un cambio sequenziale a sette rapporti.

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Disegnata dal vento

La nuova Ferrari 499P, le cui linee sono state finalizzate con il coinvolgimento del Centro Stile Ferrari, sotto la direzione di Flavio Manzoni, esalta tecnica ed aerodinamica della vettura, attraverso forme semplici e sinuose, espressione esplicita del DNA Ferrari. La carrozzeria del prototipo è plasmata a partire da una superficie piana, dalla quale si sviluppano armoniosamente le “pance” laterali ed i passaruota. Le cavità delle “pance” sono attraversate da flussi aerodinamici che investono il cockpit e raffreddano i radiatori sottopelle. Sulla Ferrari 499P, i passaruota, segno distintivo della tradizione Ferrari, sono caratterizzati in questo caso da ampie aperture sulla superficie, con lo scopo di ridurre la pressione all’interno dei locari. Assieme ai gruppi ottici, conferiscono carattere ed espressività al frontale, senza nascondere i richiami ai nuovi canoni stilistici introdotti con la Ferrari Daytona SP3.

Il posteriore è la massima espressione del connubio tra tecnica, aerodinamica e design. Una sottile pelle di carbonio riveste le varie funzioni, lasciando ruote e sospensioni completamente a vista. La “coda” è caratterizzata da una doppia ala orizzontale; ala e bandelle superiori sono accuratamente studiate per garantire il carico aerodinamico necessario a raggiungere la massima performance. L’ala inferiore ospita inoltre una "light bar" che caratterizza il design del posteriore con un gesto deciso e minimalista. In posizione dominante, sul tetto della vettura, e? disposta infine una presa d’aria multipla per l’alimentazione dell’aspirazione del motore V6 e per il raffreddamento della batteria e del cambio.

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Tecnologia e DNA Ferrari

Realizzata a partire da un telaio monoscocca in fibra di carbonio, sotto il “vestito” la Ferrari 499P si caratterizza per soluzioni che rappresentano l’avanguardia nel campo delle tecnologie applicate al motorsport. La geometria delle sospensioni, a triangoli sovrapposti di tipo “push-rod”, permette di raggiungere doti di rigidezza che si traducono in prestazioni di rilievo, alle velocità assolute più sostenute così come nella percorrenza delle curve. Il comparto elettronico sposta ulteriormente in avanti l’esperienza maturata nelle competizioni con le vetture GT.

Non meno sofisticato è l’impianto frenante, che integra un sistema di brake-by-wire necessario per consentire il recupero della energia cinetica in frenata da parte dell’assale elettrico anteriore e sviluppato per coniugare precisione e velocità di risposta con affidabilità e durata. L’assale elettrico anteriore sfrutta l’energia recuperata in frenata e immagazzinata nella batteria alto voltaggio per trasmettere coppia motrice anche sulle ruote anteriori sopra una determinata velocità. 


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