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Wec: alla scoperta della Ferrari dell'Endurance

Abbiamo avuto modo di incontrare tutti i protagonisti del mondo Ferrari hypercar, che corre con la stupenda 499P: da Pier Guidi a Fuoco, passando per tutti gli altri piloti, fino a Coletta e Cannizzo

Fiorano, quella mattina, è un posto baciato dal sole. Si respira aria primaverile, tipicamente stagione di rinascita. Ed è un po' metafora della Ferrari hypercar che rientra nell'Endurance dopo 50 anni, in questo Rinascimento del WEC. Riscoprire una Rossa in ballo nelle gare di durata è un dono agli appassionati, tanti dei quali ormai non ci speravano neanche più a rivedere la Rossa in classe regina. Invece la Ferrari c'è eccome, con "una pole... e mezzo", come ci tiene puntualmente a sottolineare Antonello Coletta, e tre podi. Come biglietto da visita in vista di Le Mans, niente male. 

Stessi pensieri, stesse aspettative

Due equipaggi, complementari e competitivi. Sulla "Cinquanta" si alternano Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen, sulla "Cinquantuno" ci sono invece James Calado, Antonio Giovinazzi ed Alessandro Pier Guidi. A parte Giovi, a Miami per essere terzo pilota in F1 al momento dell'incontro, ci sono tutti, compresi Antonello Coletta ed il direttore tecnico Ferdinando Cannizzo. Tutti lì, tutti disponibili, tutti vogliosi di raccontare questa creatura, la Ferrari 499P così giovane ma già così piena di vita, grazie ad un palmarès arricchito subito da qualche medaglia di bronzo.

Pur lavorando su due lati del box differenti, i pensieri e le aspettative vanno all'unisono. Fuoco ci tiene a sottolineare che "parlare di molti mesi dal primo test è una parola grossa, perché la macchina l'abbiamo messa in pista a luglio, e non è affatto un lungo periodo per un progetto del genere". Puntualizzazione giusta. E' stato lui a mettere questo gioiello in pole alla prima gara, "e non sbagli se dici che è stato il momento più bello della mia carriera".

Sull'altra macchina Alessandro Pier Guidi viene invece dal primo podio dopo due gare un po' sfortunate. E' il più esperto della pattuglia ferrarista nell'Endurance, ma anche per lui, dopo una vita sulle GT, essere sull'hypercar del Cavallino Rampante è pura emozione: "Questo passaggio è certamente il coronamento di una carriera, ma sinceramente non mi aspettavo che la Ferrari potesse tornare in top class dopo così tanti anni. Essere uno dei fortunati a poter guidare questa macchina iconica che riporta la Ferrari nella classe regina dell'Endurance dopo cinquant'anni mi rende veramente orgoglioso".

Campionato o Le Mans? Lo chiediamo sia a Pier Guidi sia a Coletta. La risposta c'è, ma non può che essere legata. "Ti rispondo Le Mans - dice il pilota -, è un sogno ed è la gara più bella di tutte. Poi è chiaro che se uno vince a Le Mans, fa tanti punti ed a quel punto non puoi non pensare al campionato...”. Lo stesso concetto, ma in parole diverse, di Coletta, che invece dice: "La 24 Ore di Le Mans è senza dubbio una delle due o tre gare più famose, prestigiose e incredibili al mondo. Vincerla sarebbe certamente qualcosa di unico e di magico, e penso si possa dire che vincerla vale una stagione. Però, come dico sempre, la 24 Ore di Le Mans, per quanto e senza dubbio la più importante del calendario, è una gara del campionato mondiale. Per questo dico che non dobbiamo perdere di vista l'importanza del campionato, diciamo che Le Mans è il giro di boa del mondiale, con evidentemente un'importanza incredibile, su questo non c'è dubbio".

L'orgoglio di Coletta e Cannizzo

Ad Antonello spetta il lavoro gestionale della squadra, a Ferdinando Cannizzo spetta invece quello tecnico, su una 499P ancora all'alba della carriera agonistica. Entrambi sono soddisfatti del percorso fatto sin qui, ma c'è sempre da migliorare, anche perché questa Toyota al momento non ha ancora conosciuto la sconfitta. Il progetto comunque è a lungo termine, e per il momento la 499P è promossa. E si sa anche dove mettere le mani, in uno sviluppo che sarà continuo pure tra una stagione e l'altra: "Fin qui possiamo dire che siamo molto soddisfatti del lavoro svolto - afferma Cannizzo -, siamo contenti dell'integrazione di tutti i sistemi, non abbiamo individuato delle grandi deficienze. Guardando la vettura a 360° gradi, un'area sulla quale abbiamo deciso di lavorare molto è quella delle operazioni nel garage. Abbiamo cercato di agevolare e velocizzare il più possibile gli interventi sulla vettura in caso di problemi nel corso di una gara, in modo da ridurre il tempo perso ai box, ed al tempo stesso per facilitare i compiti dei nostri meccanici nella fase di preparazione. Questa è un'area nella quale possiamo migliorare tanto, e che credo sarà oggetto di sviluppo nei prossimi mesi".

Ci siamo raccontati questo ed altro, con i protagonisti rossi dell'Endurance, e buona parte di questo viaggio lo trovate in edicola. Buon ascolto e buona lettura.

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