Ferrari e Kubica, i "promessi sposi": finalmente un sì

Ferrari e Kubica, i "promessi sposi": finalmente un sì© AFPS

Dopo essersi sfiorati già due volte in carriera ai tempi della F1, Robert Kubica sbarca finalmente sul pianeta Ferrari: nel 2024 correrà nel WEC con la 499P, chiudendo il cerchio di tra due storie che sembravano destinate a non incontrarsi mai

28.11.2023 12:38

“Questo matrimonio non s'ha da fare, né domani, né mai”. A sussurrarlo, nelle orecchie di Robert Kubica, non erano stati i bravi di Don Rodrigo, ma il destino. Si erano detti sì già due volte, Robert e la Ferrari, prima che il fato disegnasse traiettorie tutte sue. E quella vocina, Robert se la deve essere sentita nella testa un'infinità di volte. Lui che il fascino della Ferrari lo ha avvertito anche di più avendo vissuto buona parte della sua vita in Italia, lui che prima dell'incidente che gli avrebbe cambiato per sempre carriera ed esistenza era già un promesso sposo della Rossa. Quello delle corse non è un mondo che ama sempre i lieto fine, ma stavolta c'è stato: e oltre dieci anni dopo (altro che l'attesa di Renzo e Lucia!), Robert Kubica e la Ferrari hanno potuto finalmente trovarsi, con la speranza di non perdersi più.

E così, sarà WEC insieme. E mica con una macchina qualunque, bensì con la strepitosa 499P campionessa in carica a Le Mans. Alla Toyota sono andati i titoli, alla Ferrari il successo nella 24 ore più famosa del mondo: per essere al primo anno di attività, poteva esserci un inizio peggiore. La 499P è andata forte ed ha fatto gola a tanti: al suo fascino non ha potuto resistere nemmeno il polacco, “promosso” nella categoria regina dopo il titolo in LMP2. Una promozione che, come abbiamo detto, mantiene una promessa che Robert ed il Cavallino Rampante si erano fatti tanti anni fa, quando uno sbarco del polacco a Maranello sembrava questione di tempo. Lo sarebbe stata, se solo non fosse capitato quel maledettissimo incidente al Rally di Andora. Era il 6 febbrario 2011.

Maranello, una terra promessa

All'epoca, Robert e la Rossa si erano di fatto già accordati. Avrebbero potuto correre insieme, in F1, già nel 2009, quando Felipe Massa rimase vittima del brutto incidente di Budapest, con la molla che lo colpì e lo spedì nelle barriere. Con Felipe ko per tutto il resto dell'anno, Robert, deluso dalla BMW (prossima ormai al ritiro dal Circus), sembrava una soluzione naturale, tanto che c'era già una tuta pronta. Furono settimane intense, quelle: alla fine non se ne fece nulla, con Robert disposto a restare con i tedeschi fino a fine stagione mentre la Ferrari, dopo aver sognato il ritorno di Michael Schumacher, virò su Luca Badoer prima di far terminare la stagione sulla F60 numero 3 a Giancarlo Fisichella. Poco male: si sarebbe trattato di pazientare per due stagioni, perché alla fine un accordo Robert e la Ferrari lo avrebbero trovato davvero a partire dalla stagione 2012. Ma pensate un po' il destino: quello di Andora sarebbe dovuto essere l'ultimo rally del polacco perché Ferrari non avrebbe ammesso, nel suo contratto, gare rallystiche ai suoi piloti. Una premonizione che a pensarci oggi fa paura: poi accadde quello che accadde. E la strada di Kubica avrebbe girato molto lontana da Maranello.

Niente da fare, ma Robert si reinventa

La Ferrari continuò a lungo a seguire gli sviluppi della situazione del pilota dopo l'incidente, ma non c'erano più le condizioni. La ripresa di Robert, ammesso che ci fosse riuscito, sarebbe stata lunga e difficile. Dopo una serie infinita di interventi chirurgici, dopo aver ritrovato un minimo di forza nel braccio, Robert ripartì 13 mesi dopo sempre dai rally: lo spazio di quelle vetture, ovviamente ben maggiore rispetto alle monoposto, era l'ideale per tornare a guidare. Abbiamo detto che quell'incidente cambiò carriera ed esistenza del pilota: nella vita di tutti i giorni Robert è stato costretto a diventare mancino, nelle gare ha dovuto invece reinventarsi in una carriera costellata di avversità. Da piccolo ebbe un pauroso incidente stradale, al primo anno completo di F1, nel 2007, fu protagonista dell'incidente più spettacolare dell'era moderna in Canada, sulla pista sulla quale un anno dopo avrebbe colto il suo unico successo nel Circus, come fosse una storia di vita disegnata da una regia occulta. Ed in un'era in cui il termine “resilienza” è fin troppo abusato, ecco che Robert resiliente lo è stato davvero: negli anni dopo l'incidente ha lavorato solo ed esclusivamente con il sogno di tornare in F1, un sogno avveratosi sì ma nelle condizioni peggiori, perché la Williams FW42 sarebbe stata la peggior macchina mai guidata in carriera. Il 10° posto di Hockenheim, con un simbolico punto davanti a George Russell, sarebbe stata l'ultima cartolina di Robert in F1, anche se le ultime due gare le avrebbe disputate nel 2021, con Alfa Romeo-Sauber, in sostituzione di Kimi Raikkonen, ko per Covid.

Finalmente!

Una Williams disastrosa sembrava una pietra tombale su una carriera che invece, incredibilmente, ha saputo reinventarsi di nuovo. Camaleontico in questo suo percorso, Robert ha trovato un'altra vera casa nell'Endurance: nel 2021 è arrivato il titolo in ELMS, due anni più tardi quello della categoria LMP2 nel WEC, prologo allo sbarco sul pianeta hypercar. Nella carriera di Robert Kubica dunque il Cavallino Rampante è stata prima una suggestione, poi una promessa mancata e solo dopo essere diventata un rimpianto ha potuto diventare una realtà. Tra le storie del Mondiale Endurance 2024, ci sarà sicuramente quella tra Robert Kubica e la Ferrari a spiccare: i matrimoni sofferti, alla fine, sono sempre i più belli.


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