Aston Martin Valkyrie LMH è pronta: in Qatar il debutto

Due macchine schierate nel mondiale Endurance, una nell'IMSA e tre Valkyrie al via della 24 Ore di Le Mans il 14 giugno. Aston Martin si impegna nella classe regina del WEC con un progetto derivato dalla Valkyrie stradale

Fabiano Polimeni

05.02.2025 ( Aggiornata il 05.02.2025 16:06 )

Pochi giorni ancora e si farà sul serio, in pista per il primo round del mondiale WEC, in Qatar. Sarà la gara d'esordio per Aston Martin con il team The Heart of Racing e la Valkyrie LMH. 

Un debutto attesissimo perché adatta ai regolamenti WEC e IMSA il progetto della Valkyrie stradale, disegnata da Adrian Newey quando ancora era direttore tecnico Red Bull e Aston Martin figurava quale sponsor della squadra di Formula 1.

Chi l'avrebbe mai detto che a distanza di ormai 9 anni dalla presentazione del concept AM-RB 001 Newey sarebbe finito alla corte della Aston Martin F1 di Lawrence Stroll e la casa inglese sarebbe tornata nella classe regina dell'endurance. Non solo: che Aston Martin sarebbe rientrata in Formula 1 in prima persona e con un progetto faraonico, dopo le grandissime difficoltà economiche vissute dal marchio inglese e in parte anche per la complessità di realizzazione della Valkyrie stradale.

Gli equipaggi Aston Martin in Classe Hypercar

La Valkyrie LMH ha alle spalle 15 mila chilometri di test e sviluppo, necessari a preparare l'esordio alla 1.000 km del Qatar e al campionato IMSA. 

Nel WEC schiererà due macchine, la Valkyrie LMH numero 009 dell'equipaggio Marco Sorensen-Alex Riberas e la numero 007 Harry Tincknell-Tom Gamble. Alla 24 Ore di Le Mans si uniranno Ross Gunn (#007) e Roman de Angelis (#009), equipaggio impegnato sulla numero 23 nel campionato IMSA.

"È un vero onore, per chiunque sia coinvolto nelle corse sport prototipo, correre con una macchina Aston Martin nella categoria più importante. Una macchina che è largamente riconosciuta come una delle più belle al mondo e l'unica che realmente discende da un'auto stradale. Essere incaricati di gestire questo programma è sicuramente un punto importante nella carriera", ha commentato Ian James, team principal del programma Aston Martin-The Heart of Racing.

“Potresti trovarti sempre un po' più avanti, ma sono soddisfatto di come il programma è cresciuto e dell'affidabilità che abbiamo dimostrato. L'intero team, dalla progettazione ad Aston Martin powertrain, dalla produzione alla squadra corse, non potrei essere più contento di come si è integrato ogni aspetto".

Motore uguale nel frazionamento, diverso nelle esigenze

La Valkyrie LMH cambia profondamente rispetto alla versione stradale, a cominciare dalla potenza in gioco. Il motore resta il V12 Cosworth aspirato da 6.5 litri, modificato rispetto all'unità da 11 mila giri e oltre 1.000 cavalli. Deve rientrare nel limite regolamentare dei 680 cavalli, per una hypercar da 1.030 kg di peso minimo. Valori tutti al netto del Balance of Performance che interverrà durante il campionato WEC.

Nel commentare le modifiche al V12, Adam Carter, responsabile programma endurance di Aston Martin, ha sottolineato la diversa efficienza ricercata dalla combustione: "È importante correre con una combustione magra per ridurre la quantità di carburante che ti porti dietro, necessario all'energia richiesta nello stint.

Facciamo funzionare il motore a regimi inferiori di quanto non sia in grado di fare perché abbiamo bisogno di meno potenza. Il limite di potenza inferiore previsto dal regolamento ci offre l'opportunità di rivedere la curva di coppia e di ridurre le perdite per attrito riducendo il regime del motore per aumentare l'efficienza dei consumi”.

Vera hypercar, una LMH che lascia al costruttore il compito di progettare ogni particolare, telaio compreso, la Valkyrie non è dotata della componente ibrida, come invece rivali del calibro di Ferrari e Toyota. Un dettaglio da sommare alla trazione esclusivamente posteriore. Particolari che in pista e in specifiche condizioni meteo capiremo se e quanto saranno penalizzanti per Aston Martin.


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