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12 giu 2025
Mai come quest’anno anniversari e numerologie hanno animato il weekend. Ne parliamo nel dettaglio anche altrove: settant’anni dal terribile incidente del 1955, sessanta dalla mitica vittoria della Ferrari Nart di Gregory-Rindt e del “pilota fantasma” Ed Hugus, cinquanta dal viaggio a Parigi della Porsche 917 stradale del Conte Rossi, quaranta dal debutto ufficiale Toyota.
E trenta dalla più grande possibilità - purtroppo sfumata - di Mario Andretti e Bob Wollek di vincere la 24 Ore, con la Courage, che giunse seconda. Seconda dietro alla McLaren F1 GTR di Lehto-Dalmas-Sekiya, vincente al debutto e oggetto di un trentennale che già guarda all’annunciato ritorno della Casa, nel 2027. E per concludere, i gloriosi reduci dell’armada Audi, tra i quali il nostro Emanuele Pirro e il Dr Wolfgang Ullrich, non possono non pensare al quarto di secolo dal primo trionfo Audi alla Sarthe.
Insomma, un calendario fitto, intenso e tutto permeato dal senso della tradizione e dell’importanza della storia, in piena armonia con l’atmosfera e la filosofia stessa della 24 Ore di Le Mans.
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