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È la 24 Ore di Le Mans in cui (quasi) tutti si nascondono (per ora)

Pronostici impossibili, nascondini tattici, prestazioni livellate: la 93esima edizione è un vero rompicapo
È la 24 Ore di Le Mans in cui (quasi) tutti si nascondono (per ora)

Mario DonniniMario Donnini

14 giu 2025

Tutti sono concordi: dagli esperti, ai piloti e tecnici veterani: una 24 Ore così indecifrabile alla vigilia non s’era mai vista, oppure solo raramente era apparsa così complicata nella lettura valoriale. E questo per due motivi, uno logico e l’altro strategico. Punto primo, il potenziale delle vetture è abbastanza coincidente e i distacchi non certo rilevanti. Il BoP, in altre parole, ha fatto e sta facendo il suo sporco e legittimo lavoro, perché qualcuno deve pur farlo.

PRETATTICA

Punto secondo, i tre grandi marchi favoriti per la vittoria, ovvero Ferrari, Porsche e Toyota, al momento stanno giocando coperti più che mai. Non a caso la Hyperpole l’hanno vissuta non certo da protagonisti, lasciando alla Cadillac la ribalta, il miglior tempo e perfino tutta la prima fila. Le carte migliori sul tavolo verranno poste da tutti al momento opportuno. In gara. Anzi, quando conterà davvero. Diciamo dall’alba della domenica, perché il sabato è sempre spettacolare e propedeutico a Le Mans. Insomma, ciò che attende gli appassionati è il solito lungo rito preparatorio, con una gara che disvelerà poi i suoi colpi di scena con sapiente e metodico rigore scenico e narrativo.

PARTITA DOPPIA

Intanto in Ferrari ribadiscono che stavolta Le Mans si gioca in partita doppia, perché oltre alla lotta per il primato bisogna tenere conto delle esigenze di punti e piazzamenti apicali anche nel pieno rispetto della classifica di campionato, visto che la classicissima della Sarthe assegna punti doppi. E quindi è d’obbligo evitare battute d’arresto, subendo strappi.

La Rossa, in altre parole, dovrà tenere d’occhio la logica d’insieme del momento, che la vede inseguire positivamente un titolo nella categoria maggiore dei prototipi il quale manca dal lontanissimo 1972. C’è tanta, tantissima carne al fuoco, in questa 24 Ore, e il grande barbecue sta per cominciare. E per ora i grandi nomi se ne stanno cauti e nascosti, per evitare di bruciarsi le dita nella brace o di restare digiuni.

Vinca il migliore. In fondo a Le Mans, alla fine, succede sempre questo.

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