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Arvid Lindblad domina a Barcellona in F2: a 17 anni conquista pole e vittoria, confermandosi talento emergente del vivaio Red Bull
3 giu 2025
Non era certo il favorito della vigilia, ma Arvid Lindblad, a soli 17 anni, ha lasciato il segno nel secondo appuntamento stagionale di Formula 2. A Barcellona, sulla pista dove il compagno di squadra Pepe Martí gioca in casa, è stato proprio il giovanissimo britannico ad imporsi, scrivendo un fine settimana da manuale.
Non capita spesso che un rookie domini così, soprattutto contro avversari già rodati.
Dalla pole position conquistata con autorità alla vittoria dominante nella Feature Race, Lindblad ha sbaragliato la concorrenza, lasciandosi alle spalle Montoya e Verschoor, e centrando così il secondo successo della sua stagione, dopo il colpo a sorpresa nella Sprint di Jeddah.
Un risultato che, più che una conferma, suona come un avviso a tutto il campionato.
Lindblad è tutt’altro che un nome nuovo per chi segue le categorie minori. L’anno scorso ha concluso quarto in Formula 3 con Prema, ottenendo quattro vittorie. Eppure, nelle ultime tre gare della stagione, era sparito dai radar senza racimolare un punto.
Un finale incerto, che però non ha frenato l’istinto della Red Bull nel puntare su di lui. E i risultati iniziano a dare loro ragione.
La promozione in F2 è arrivata senza troppi dubbi, e l’obiettivo è chiaro: farlo crescere in fretta, possibilmente con vista sulla Formula 1.
Se Lindblad ha brillato, altri nomi attesi al vertice hanno invece faticato. È il caso di Luke Browning, che si era presentato in Spagna da leader del campionato, ma ha raccolto soltanto un sesto posto nella Sprint e un deludente ventesimo nella gara lunga, complici un contatto e una qualifica sottotono.
Verschoor e Dunne, al contrario, si sono confermati solidi: in entrambe le gare, hanno saputo gestire il weekend con regolarità. Dunne ora guida la classifica con tre punti di vantaggio su Verschoor e otto su Lindblad, che però è in piena rimonta.
E con questo ritmo, potrebbe scalare ancora.
Sul fronte italiano, il weekend di Barcellona non ha regalato particolari soddisfazioni. Leonardo Fornaroli, dopo una qualifica promettente (decimo tempo), ha strappato un settimo posto nella Sprint, ma ha poi visto la sua Feature Race sfumare per una penalità legata a un irregolare cambio gomme in griglia.
Un episodio sfortunato, che ha compromesso una gara che poteva dargli molto di più.
Come se non bastasse, un guasto elettrico ha messo fine alla sua corsa, relegandolo al settimo posto in classifica generale.
Gabriele Minì, dal canto suo, è stato tradito dalla qualifica terminata in 17ª posizione, condizionando l’intero weekend. Nella Sprint ha rimontato bene ma è stato eliminato da un contatto con Sebastian Montoya, giudicato colpevole dagli steward.
Sfortuna e traffico: la combinazione peggiore in un fine settimana già complicato.
Nell’unica gara conclusa ha recuperato fino alla decima posizione, ma il bottino è magro: solo un punto.
Lindblad ha mostrato qualcosa che va oltre la semplice velocità: la capacità di reggere la pressione e trasformarla in prestazione.
In una Red Bull in cerca di nuove leve per il futuro della Formula 1, il messaggio è arrivato forte e chiaro.
E il paddock lo ha capito: questo ragazzo non è solo veloce, è affamato. E ogni volta che scende in pista, sembra volerlo dimostrare.
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