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Alonso prova la Toyota della Dakar: "Sopporta di tutto"

Due giornate di test in Sudafrica con il team ufficiale Toyota per scoprire l'Hilux e le difficoltà dei rally cross country, tra fossi, dune e salti da interpretare

Alonso prova la Toyota della Dakar: "Sopporta di tutto"
© Toyota Gazoo Racing Sudafrica

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

27 mar 2019 (Aggiornato il 28 mar 2019 alle 13:10)

Tra una Indy 500 e una 24 Ore di Le Mans da preparare, Fernando Alonso ha trovato il tempo per mettersi al volante anche del Toyota Hilux protagonista alla Dakar.

Si è concretizzato il progetto coltivato sin dallo scorso dicembre, il desiderio di scoprire quali sfide presenta il mondo del tutto nuovo del cross country per un pilota nato e cresciuto tra i cordoli di un circuito.

DAI RUMOURS AL TEST

Nasser Al-Attiyah ad anticipare, per primo lo scorso gennaio, un test in Qatar, poi l’ammissione dei responsabili della struttura Toyota Gazoo Racing Sudafrica, di un interesse comune, di Toyota e Alonso, a scoprire le caratteristiche delle corse cross country.

Nel deserto di Kalahari, in Sudafrica, prima di due giornate di test per Fernando, affiancato da Giniel De Villiers. “E’ stato interessante e ho sentito sensazioni diverse dal solito. Ho scoperto soprattutto quante cose riesca a sopportare la macchina, molti più maltrattamenti di quanto non fossi abituato.

Passi su rocce e pietre, salti e la macchina risponde a tutto. È la differenza più grande”, ha commentato una volta sceso dall’Hilux.

Effettuare una giornata di prova, tra curiosità e scoperta del potenziale di un’auto da corsa completamente diversa da ogni altra provata, non è certo un indizio di programma sportivo da affrontare in futuro.

E le prime impressioni riportate da Fernando, in un percorso comunque tracciato da Toyota e controllato, la dicono lunga sulle sfide da superare per poter essere competitivo in una specialità come i rally raid, perché di Dakar si parla, semmai un obiettivo sportivo dovesse nascere dai test.

SALTI, FOSSI, DUNE: LE SFIDE AL VOLANTE

“E’ difficile giudicare la profondità dei fossi e quanto veloce puoi affrontarli, ma la macchina è fantastica, ha un buon grip, un ottimo bilanciamento, buona potenza e anche freni buoni, sono molto contento.

Mi sono divertito, il terreno è irregolare, c’erano dei salti qua e là, devi capire a quale velocità affrontarli, imparare ad affrontare le dune, sono tante cose nuove. Mi sono trovato a mio agio, non è andata male.

Tutti mi avevano detto del gran caldo all’interno dell’abitacolo, però mi sono trovato a mio agio, l’aria condizionata non è male ed è andata meglio di quanto non pensassi, credo però di essere andato piano”.

Tornerà al volante nella giornata di giovedì, poi non è da escludere che, nel suo giro del mondo in 80 discipline motoristiche, non approfitti dei test in Bahrain per provare la McLaren.

RALLISTI, CHE GENTE

Commentando le sfide presentate da una Dakar e dai rally, Fernando ha raccontato: “Ho seguito la Dakar negli ultimi anni, in Spagna abbiamo ovviamente Carlos Sainz, un grande della disciplina. Da quando sono arrivato in Toyota Gazoo Racing per il WEC, sono stato molto vicino ai ragazzi del WRC e anche della Dakar. É una buona occasione. Ho un’altissima considerazione di questi piloti.

Credo sia una delle discipline più complesse del motorsport, perché lotti contro elementi che non sono sotto controllo. Non corri in un ambiente chiuso, come un circuito, sei in uno spazio aperto nel quale può capitare di tutto e devi adattarti. La Dakar è la gara più dura al mondo, non lo è per caso".

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