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Rally di Roma, il marchio passa in mani cinesi?

L'indiscrezione filtrata, trova conferme: una cordata cinese si è attivata per acquistare il marchio del Rally Roma Capitale, si va verso il closing il 14 aprile. Leggete qui i dettagli

Rally di Roma, il marchio passa in mani cinesi?

Daniele SgorbiniDaniele Sgorbini

26 mar 2021

Le immagini sono quelle e sono già da qualche anno scolpite nell'immaginario collettivo: le auto da rally a Castel Sant'Angelo, davanti all'Altare della Patria, accanto al Colosseo. Le prove spettacolo da tutto esaurito prima all'Eur, al palazzo della Civiltà Italiana e poi sul lungomare di Ostia.

Istantanee di mito e passione, pennellate di Storia e sport, iniziate a dipingersi solo da pochi anni ma già in grado – vista la forza dirompente – di lasciare un segno indelebile nel mondo dei rally. Il Rally di Roma Capitale, nato da un'idea di Max Rendina e organizzato dalla Motorsport Italia, è un marchio che funziona, che è cresciuto a velocità impressionante e che piace. Tantissimo piace la prova italiana del Campionato Europeo.

Rally di Roma in mani cinesi?

Piace così tanto da far gola anche a una cordata cinese, che è pronta a rilevarlo a suon di milioni di euro.

L'indiscrezione, filtrata la scorsa settimana, ha trovato pieno riscontro e la trattativa tra le parti è già arrivata a uno stadio molto avanzato. Tutti i dettagli sono stati praticamente definiti. Ci sono un'offerta formale, una cifra economica molto importante e un incontro decisivo già fissato nel luogo e nella data. Le parti si troveranno il prossimo 14 aprile alle 14 a Roma, presso lo studio legale Lex Town di via Dardanelli. Uno studio che conta 50 avvocati, specializzato tra l'altro anche in diritto societario e assistenza notarile.

L'accordo tra le parti

A rappresentare Motorsport Italia nella trattativa è l'avvocato Pietro Madonia, uno dei maggiori esperti di diritto sportivo nel nostro paese. L'offerta economica della controparte cinese è di quelle che difficilmente si possono rifiutare: quattro milioni e mezzo di euro in totale, tre per l'acquisizione vera e propria della gara e uno e mezzo per continuare a gestirla nei prossimi anni, in attesa che i cinesi acquisiscano le competenze necessarie per governare una gara di Campionato Europeo.

Dunque, se la trattativa andasse in porto, la proprietà del marchio e della gara passerebbero di mano, ma per i prossimi anni l'allestimento della gara, dal punto di vista sportivo e gestionale, rimarrebbe affidato agli organizzatori romani.

Valore riconosciuto

Al di là di come finirà la trattativa commerciale, è certo che gli sforzi di questi anni sono stati riconosciuti, anche e soprattutto quelli dei 2020, quando il Rally di Roma è stato il primo evento internazionale in epoca di pandemia, capace di dettare linee guida, regole e protocolli per la ripartenza dei rally a livello mondiale. Un patrimonio che ora ha anche un preciso valore economico riconosciuto.

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