L'intervista a Jos Verstappen: "Mio figlio pensa che io sia matto a fare i rally!"

L'intervista a Jos Verstappen: "Mio figlio pensa che io sia matto a fare i rally!"

"Max mi ha seguito da casa, ma mi ha chiamato ogni giorno per informarsi su come stavano andando le cose. Sa che mi diverto", ha raccontato in esclusiva ad Autosprint al Rally di Ypres

Marco Giordo

22.08.2022 10:51

Jos Verstappen è stato molto simpatico e cordiale con giornalisti e tifosi al Rally di Ypres. Si nota che è rimasto una persona normale, con i piedi per terra, nonostante la grande carriera di suo figlio Max che grazie alla Red Bull e alle sue vittorie è entrato a far parte dell’Olimpo della F.1. Questo era il quinto rally in carriera per papà Verstappen, che navigato ad Ypres dal connazionale Harm Van Koppen, in questo 2022 ha partecipato sinora a quattro gare del campionato belga ed olandese al volante di una Citroen C3 Rally 2 gestita dalla DG Sport.

Per iniziare la nostra chiacchierata l’ex pilota di Simtek, Footwork, Tyrrell, Stewart, Arrows e Minardi, che vanta 107 gran premi di F.1 in carriera, due podi e soli 17 punti raccolti nella massima categoria, ci spiega come si è avvicinato ai rally. "Ho iniziato un anno e mezzo fa – ha confessato il 50enne driver olandese – guidando per alcuni giorni una Mitsubishi solo per divertimento. Mi è piaciuto molto e con un paio di amici, ho detto che potevamo farlo in modo più professionale. Così ho iniziato quest’anno nel campionato belga e quello di Ypres è stato il mio quinto rally finora. Per me la cosa più importante è imparare, finire ogni gara e fare più chilometri possibili".

Dopo una carriera in cui ha sempre corso da solo, ora c’è un navigatore al suo fianco in macchina che le detta le note. Quanto è stato difficile abituarsi?

"Questa è stata la cosa più complicata. Normalmente nelle monoposto non hai delle note perché nessuno ti parla, sei solo con te stesso, e stai guidando in un circuito. Qui è molto diverso, sei in strada e devi ascoltare perché non sai cosa ti aspetta. Ho dovuto davvero adattarmi a questo sistema, all’inizio è stato difficile perché mi concentravo troppo sulla guida. Ora va meglio, cerco di rilassarmi un po’ per ascoltare il copilota o provare ad ascoltarlo il più possibile".

E suo figlio Max cosa pensa di questa nuova passione?

"Mi sta seguendo da casa, pensa che io sia un po’ matto a correre nei rally (ride ndr), ma capisce che mi sto divertendo e mi chiama ogni giorno per informarsi su come vanno le cose".

L'intervista completa vi aspetta sul nuovo numero di As in edicola, oppure qui in edizione digitale.


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