Grazie, Leclerc, per farci desiderare il 2019

Grazie, Leclerc, per farci desiderare il 2019<br />

Calma coi proclami, certo, ma la promozione a titolare del monegasco è la scossa che ci voleva per questa Ferrari

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04.12.2018 11:01

Ha iniziato come è suo costume: a razzo. Lo status di titolare della Ferrari, Charles Leclerc, il pilota della Rossa numero 16, lo ha battezzato alla grande nei test di Abu Dhabi, svettando il secondo giorno. Per ora non dimostrando nulla di definitivo, ma dando segnali in proiezione galvanizzanti e carichi di premesse e promesse.
Guai affidarsi ai proclami prematuri, mai caricarlo di troppa pressione, che sarebbe solo dannosa in questo momento, eppure a dirgli bravo e a dargli il benvenuto, in fondo, è il minimo sindacale dell’educazione, visto quant’è promettente, consistente e volitivo il 21enne neo-compagno di squadra di Sebastian Vettel.
Comunque vada, in questo momento strutturalmente e geneticamente Charles è l’uomo ideale per questa Ferrari, reduce da una stagione a corrente alterna e nel pieno dell’operazione di recupero morale e psicologico del caposquadra Seb Vettel, fiaccato da una serie preoccupante di errori che hanno consegnato prima del tempo il mondiale Piloti a Lewis Hamilton.
Ebbene, in questo nuovo quadro Charles ha l’intelligenza e la serenità per inserirsi nel team rispettando chi e cosa trova, ma nello stesso tempo possiede la classe per poter dire la sua e fungere da pungolo e piano di riscontro, oltre che da cartina tornasole e interfaccia pronto al dialogo e allo scambio d’informazioni. Consistente come il diamante, dialetticamente sottotraccia, “soft spoken” direbbero i britannici e puntualmente signorile, Charles, malgrado l’età da post-teenager è già al top quanto a stile e approccio comunicativo, il che non è male.
Eppoi va sottolineato che proprio in qualifica potrebbe essere lui a mettere ancora più pepe alla Rossa, considerando che quest’anno gli è bastata una Sauber per entrare nove volte su ventuno tra i top ten in qualifica, con un miglior risultato di settimo a Sochi e Interlagos. Curiosamente, la miglior prestazione assoluta in Sauber l’ha invece staccata il compagno Marcus Ericsson, strepitoso sesto proprio a Interlagos, ma complessivamente Charles lo ha asfaltato sul giro secco in prova con un 17-4 nei confronti diretti che non lascia spazio a dubbi. Tra l’altro due punti a suo favore Marcus li aveva messi a segno proprio nei primi due Gp, quando Charles era ancora piedidolci assoluto, in F.1.
Quanto alla comparazione della redditività in gara, 39-9 è lo score dei punti sommati dai due.
Da ricordare anche che in Gp2 con l’italianissima Prema, nel 2017 Leclerc aveva anche ottenuto 8 pole, battendo così il record appartenente a Vandoorne, tanto per dare ulteriore credito alla sua nomea d’affondatore puro da qualifica. Per la cronaca il primato di Charles resta tuttora valido visto che quest’anno il neo-campione George Russell, protetto della Mercedes e neo-acquisto Williams, con la Art ha ottenuto 5 partenze al palo.
Chissà che non si riveli proprio Leclerc, cammin facendo, uno stimolo aggiuntivo, un pungolo e anche la ragione indiretta di un’auspicabile, rinnovata e ficcante aggressività in prova dello stesso Vettel...
Intanto, per ora, a Leclerc non si deve né si può chiedere troppo. A lui il compito di crescere gradualmente, di costruirsi all’interno del top team più difficile e esigente, in un momento particolarmente delicato nella storia del Cavallino Rampante in F.1.
L’unica cosa certa è che, dopo avero visto ancora una volta così veloce, dotato di talento, sereno e determinato Charles Leclerc è divenuto il motivo più nuovo e serio che gli appassionati hanno per attendere con trepidazione la prima corsa dell’anno.
Non certo perché ci si aspetta subito prodezze da lui, ma solo perché regna la piena e duplice certezza che possa fare bene perché incarna ora a Maranello il ragazzo giusto al posto giusto.


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